Lucio Gardin

Teatro

1ª Lavarides, Rassegna Nazionale di Cabaret, tutti i MARTEDI' dal 24 luglio al 28 agosto
Si balla fino a tarda notte con resident dj Lorans

Il curriculum professionale di Gardin è nutritissimo e vario, in quanto spazia dalle esperienze in ambito teatrale alle comparsate cinematografiche e dall’animazione radiofonica ai programmi televisivi. A tal proposito citiamo "Scherzi a parte", "La sai l’ultima?", "Gnu", "Candid Camera", "Bim Bum Bam" e "30 ore per la vita": tutte trasmissioni basate sull’intrattenimento e la comicità, talvolta a sfondo benefico.
Autore dei testi di "Striscia la Berisha" e "Cascina D’Alema" (sit-com interne a "Striscia la notizia" durante la conduzione del duo Gnocchi-Solenghi), Gardin inizia a dedicarsi al cabaret nel 1995 e si classifica primo al «Festival nazionale del cabaret» di Torino nel 1998, spiccando così il volo con la sua comicità giocata sulla quotidianità, sui vizi e le virtù delle grandi città (Milano e Roma), sulle abitudini degli italiani in vacanza, sulla terminologia dei computer e sulle nevrosi tipiche degli automobilisti.
Sono questi i principali argomenti del monologo "Affissione allusiva", che lo stesso Gardin ha scritto e portato in diversi teatri nazionali, tra cui l’Auditorium Pasolini di Monticelli Terme (12 dicembre 1999). Ma, per indole, il cabarettista trentino non riesce a fermarsi alla semplice esecuzione del testo dello spettacolo e sceglie di andare oltre, tuffandosi nell’improvvisazione più coinvolgente, nell’interpretazione di un personaggio (un clown-violinista) e nella lettura dei quotidiani del giorno. In pratica, una caustica satira di quel tipo di cronaca che già di per sé vive al limite del grottesco e dell’umorismo involontario.
Ecco qualche battuta: «Titolo di un giornale: "Parto senza dolore". Commento: tu parti, ma se poi senti dolore torni»; «Ogni respiro in una grande città è come ingerire un litro e mezzo di benzina. Stamattina una vecchietta ha starnutito e si è messa in moto»; «A Milano stanno insegnando ai piccioni a volare a pancia in su per evitare che sporchino i monumenti»; «Gli aerei dell’Alisarda sono riconoscibili perché sono gli unici che hanno i peli sotto le ali».