Luigi Prevedel: una storia incredibile!

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Alla sua prima esperienza di scultore, un giovane operaio di Castelfondo ha realizzato un'opera di grandi dimensioni che sarà inaugurata domenica 21 luglio presso l'ex Convento dei Frati a Brez, in località Arsio. La statua raffigura Stefano Zuech, scultore e medaglista noneso, autore dei fregi bronzei sulla grande Campana dei Caduti di Rovereto.

A sentirla raccontare, sembra davvero una storia incredibile. E' la storia di Luigi Prevedel, 44 anni, un carpentiere di Castelfondo (alta Valle di Non) che quattro anni fa ha deciso di scolpire nel marmo una statua.
L'aspirazione avrebbe potuto essere del tutto legittima, non fosse che per un piccolo particolare: Prevedel fino ad allora non si era mai cimentato nell'arte della scultura. «Sono bravo nel disegno – racconta – anche se sto dei periodi molto lunghi senza prendere una matita in mano. Mi piace disegnare con delle matite molto tenere, in bianco e nero. Uso fogli del tipo utilizzato per dipingere ad acquarello; lavoro senza mai fare uno schizzo e completo man mano il disegno con tutte le ombre e i particolari senza mai usare la gomma, perché i materiali che uso non lo permettono. Ma ho scoperto che tutto questo con la scultura del marmo conta poco. Alla Scuola d'Arte, che ho frequentato nella sezione legno, non abbiamo mai fatto scultura, solo dei piccoli mobiletti e lavoretti di intarsio progettati prima.»
Ma veniamo alla storia. Dopo aver pensato inizialmente di realizzare un busto marmoreo per ricordare un personaggio di Brez particolarmente attivo in favore della propria comunità, Prevedel ha occasione di leggere un libro dedicato a Stefano Zuech (*), un artista di Arsio, piccola frazione del Comune di Brez, attivo artisticamente nella prima metà del secolo scorso. Decide allora di realizzare una statua per ricordarne la figura e, dopo aver preso contatto con la famiglia dell'artista a Castelfranco Veneto inizia a progettare l'opera, circondato da non poche perplessità da parte di coloro a cui ha occasione di illustrare il progetto.
«Incomincio il disegno e parto da una foto del volto, non tanto chiara. In pochi giorni lo termino: ora lo vedo seduto con il suo camice bianco da scultore, giovane. Nel frattempo stabilisco le misure del blocco che intendo utilizzare: sono 90x110x160 e mi do da fare per stabilire un contatto con le cave di Carrara. Telefono e trovo il responsabile, che mi chiede se sono uno scultore … Mi dice che non ha mai sentito una cosa così, che spendo soldi per niente, che non riuscirò mai a scolpire quel blocco. Ribatto che il blocco di marmo lo voglio ugualmente. Poi vado da un marmista per chiedere almeno che attrezzi si usano e lui mi da il numero di un rivenditore di Verona; lo chiamo e mi risponde che se non lo so io che cosa serve... Allora gli chiedo di prestarmi almeno degli scalpelli, poi andando avanti spero di venirne a sapere di più.»
È il marzo 2010 quando il grande blocco di marmo arriva a destinazione, in una stalla di Brez messa a disposizione da un amico. «Dio mio, non so neanche come cominciare. Continuo a guardare il mio disegno, ma ho tanta confusione in testa, non riesco a dormire bene di notte e di giorno continuo a pensare a come fare. Per caso, un giorno trovo il numero di telefono di due scultori di Ortisei che hanno posato due statue nel comune di Romeno e li chiamo. Spiego un po' la storia, ma uno di loro si mette a ridere; ma mi sento dire di lasciar perdere. Sono già trascorsi 5 mesi, è arrivato novembre e non ho fatto ancora niente.»

Ma finalmente il 27 novembre 2010 Prevedel decide di lasciarsi alle spalle ogni tipo di dubbio e di iniziare a lavorare, cominciando dalla testa. Utilizza una semplice punta da muratore in ferro e un mazzotto pesante, con scarsi risultati. «Passano i giorni e i mesi e ho solamente tirato fuori dal blocco alcuni cubi (ad esempio la testa è dentro un cubo più grande, le spalle un altro cubo). È un freddo incredibile; quando vengo di mattina il termometro segna anche 10/12 gradi sotto zero. Vorrei pensare di smettere e mi chiedo a cosa serve tutto questo, ma è solo un pensiero che passa. Una notte non riesco a dormire e penso a come fare per arrivare a scolpire la testa senza sbagliare; mi passano per la testa delle idee: se funzionano, ho risolto il mio problema.Vado lì e inizio di nuovo, scolpisco con più calma e a fine giornata vedo la punta del naso e la parte sopra ha proprio le sembianze di un naso vero. Questa è la strada giusta, lo sento. Ormai la testa è quasi uscita, l'unica cosa che manca è la bocca, ma aspetto perché vorrei cambiarla rispetto a come l'avevo disegnata. Credo che ormai posso cominciare a togliere il marmo da altre parti e comincio dal piede sinistro: intendo andare in su per collegarmi fino alla testa (non so perché faccio una cosa così difficile, perché la logica sarebbe di andare in giù dopo aver finito la testa, ma mi viene da fare così, non so come mai).»
Prevedel è costretto a combattendo con il freddo intenso e con il male al gomito, causato dallo sforzo, che lo perseguita giorno e notte. Ai dolori al braccio subentra anche un formicolio alle dita che toglie sensibilità alla mano, ma il lavoro continua … «Ne è passato di tempo e la mia statua, tra voci e critiche non giuste, momenti molto difficili sia fisici che mentali, la perdita di mio papà, la solitudine, è giunta quasi alla fine. Il risultato è più di quello che mi aspettavo. I passaggi tecnici di come ho fatto non li voglio raccontare. Nella mia vita non avrei mai immaginato di riuscire dal niente a fare una cosa del genere; la mia forza di volontà è stata messa a dura prova e ci sono stati momenti che avrei voluto rinunciare. Capisco ora che ho un dono che poche persone hanno, sono riuscito a fare una statua così da zero, tutta mia, senza avere aiuti da qualcuno e questo credo che per una persona sia il massimo e sono fiero di me stesso. Il bello di tutta questa impresa è che non so ancora il mio limite. Ho scoperto che ho ancora tanto da dare. Vorrei tanto farlo per il resto della mia vita, spero di avere un po' di fortuna nel riuscirci.»
Luigi Prevedel ha lavorato alla sua statua per 14 mesi, gli ultimi cinque senza mai fermarsi, neanche alla domenica. Ora è arrivato il momento di affrontare il giudizio di chi, a partire da domenica 21 luglio vorrà rendersi conto personalmente del risultato raggiunto. La statua sarà esposta, infatti, fino alla fine di agosto presso l'ex Convento dei Frati a Brez, in località Arsio e potrà essere ammirata ogni giorno dalle 18,00 alle 21,00 (alla domenica anche dalle 10,00 alle 12,00). L'inaugurazione, alla quale interverranno le autorità, è prevista alle ore 11,00 di domenica 21 luglio.