Magdi Allam presenta Saddam. Storia segreta di un dittatore
Coordinano l'incontro Paolo Ghezzi, direttore de "l'Adige" e Claudio Sabelli Fioretti
Magdi Allam, Saddam. Storia segreta di un dittatore, Mondadori, 2003
L'inquietante ritratto di un grande tiranno.
Quando un Paese è dominato per molti anni da un dittatore che esercita il potere in modo totale e incontrollato, è inevitabile che la sua storia si identifichi in larga misura con le vicende, non solo pubbliche, del tiranno. La chiave fondamentale per comprendere il ruolo dell'Iraq sulla scena internazionale degli ultimi decenni è dunque - secondo Magdi Allam, uno tra i massimi esperti europei di problemi del Medio Oriente - la personalità di Saddam Hussein. "Come è possibile che un bambino nato orfano di padre, abbandonato dalla madre, ripudiato dal patrigno, rimasto analfabeta fino a dieci anni e vissuto in condizioni di estrema indigenza, sia riuscito a soli trentun anni a diventare il numero due dell'Iraq e a quaran-tadue a imporre il proprio potere assoluto su un Paese strategico del Medio Oriente? Come è possibile che un ladruncolo di galline, diventato precocemente un criminale comune e poi il killer di un gruppuscolo terrorista, sia riuscito a dominare un esercito, pur non essendo affatto un militare?"
Dalle durissime esperienze dell'infanzia fino all'ultimo scontro con l'Occidente, Magdi Allam ripercorre, tappa dopo inquietante tappa, la vita di Saddam. E dimostra come un individuo dalla psiche profondamente disturbata abbia saputo trasferire la realtà della violenza subita da bambino al suo intero Paese, condannandolo a un regime di ferocia inaudita e a uno stato continuo di belligeranza interna ed esterna. Certo, Allam sa bene che Saddam non avrebbe potuto affermarsi se non avesse trovato un fertile terreno nell'ideologia militarista ed estremistica del partito Baas, nella realtà difficile e precaria della società in cui è nato. E conosce, altresì, le responsabilità delle grandi potenze occidentali, prima fra tutte gli Stati Uniti, che per anni hanno guardato con occhio cinicamente tollerante alla sanguinosa carriera del rais. Ma lo sterminio di due milioni di persone, la trasformazione di un popolo attivo e intelligente in una nazione terrorizzata di vittime e di delatori è, secondo Allam da attribuirsi principalmente alla visione criminale di Saddam Hussein.
Una documantatissima lettura della storia irachena nell'ultimo trentennio attraverso gli occhi e la mente di uno dei più spietati dittatori.