Mandragola
Stagione di Prosa di Bolzano 2007/2008
La grande Prosa
Teatro Stabile di Genova
Mandragola
di Niccolò Machiavelli
regia Marco Sciaccaluga
scene e costumi Valeria Manari
musiche Andrea Nicolini
luci Sandro Sussi
con Ugo Pagliai, Gianluca Gobbi, Massimo Mesciulam, Alice Arcuri
Filtro damore per una notte di sorprese con la più bella commedia del Rinascimento
Un classico, uno dei più grandi capolavori del teatro italiano, dove sul banco daccusa salgono la cattiveria e la malignità della società e al contempo una divertente commedia che racconta di una beffa boccaccesca. Niccolò Machiavelli (1469-1527) fu eletto segretario della Repubblica fiorentina nel 1498. Autore dalla penna intelligente e acuminata scrisse numerose opere politiche e storiche: tra cui limmortale Il Principe composta in breve tempo dopo lavvento dei Medici a Firenze che imprigionarono ed esiliarono Machiavelli.
Mandragola, capolavoro che sfida il tempo per la sua rara espressività e per la bellezza della lingua in cui è scritta, racconta la vicenda di messer Nicia (Ugo Pagliai) el più semplice e el più sciocco uomo di Firenze che per avere un figlio dalla giovane moglie Lucrezia (Alice Arcuri) le manda nel letto il disinvolto Callimaco (Gianluca Gobbi) attratto più che mai dalla bellezza e dalle virtù di Lucrezia e che decide, quindi, di conquistarla con laiuto di Ligurio. Sfruttando il desiderio di paternità di Nicia, Callimaco si spaccia per dottore e gli consiglia di far bere alla consorte una fantomatica pozione a base di mandragola. La pozione, dice il furbone, ha il potere di rendere fertile la donna, ma ucciderà il primo uomo che giacerà con lei.
Per ovviare a questo inconveniente, Callimaco propone a Nicia di costringere uno sconosciuto a congiungersi per primo con Lucrezia: costui morirà assorbendo su di sé tutto il veleno presente nella pozione e Nicia potrà così giacere con la moglie senza alcun pericolo. Con laiuto di Fra Timoteo (Massimo Mesciulam), il confessore di Lucrezia, Callimaco mette così in atto la sua beffa.
Mandragola, ambientata a Firenze nel 1504 ma presumibilmente scritta da Machiavelli nel decennio seguente, ci appare, ogni volta, una commedia per nulla datata e attualissima. La voce del grande scrittore riesce a varcare i secoli e a tuonare contro analoghe meschinità delloggi. E proprio su questo che punta lallestimento, ben giocato tra il comico e il noir, firmato dal regista e condirettore dello Stabile di Genova, Marco Sciaccaluga.
Nel mettere in scena un mondo dominato da calcoli, interessi meschini e passioni irrefrenabili, Machiavelli mescola personaggi tipici della commedia di Plauto e di Terenzio (il padrone, il servo, linnamorato) ad altri che ricordano da vicino quelli delle novelle trecentesche: il frate e il marito sciocco e gabbato. Lautore si sofferma con ironia tagliente e disillusa a descrivere quel mondo che ai suoi occhi di moralista politico appariva degradato e in rovina, insensibile a ogni correzione, ma consegna infine alla storia del teatro un capolavoro che, pur sullo sfondo tuttaltro che ottimista, è attraversato da uno spirito giocoso, piacevole e divertente.
Vendita dei biglietti nei giorni di spettacolo presso
la cassa del Teatro a partire dalle ore 19.00