Maratona dantesca

Manifestazioni ed eventi

Scirocco
Festival di contaminazione delle arti visive

ore 18.00
Maratona dantesca
Letture aperte al pubblico
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ore 21.15
L’inferno
regia di Giuseppe De Liguoro, Adolfo Padovan, Francesco Bertolini
Ita 1911 • durata 68’
musicato dai Satan Is My Brother

Il film narra con fedeltà la prima cantica della Divina Commedia, con una serie di quadri animati ispirati alle illustrazioni di Gustave Doré. Nella selva oscura Dante incontra Virgilio e con lui inizia il percorso tra i gironi dove incontra tutti i celebri personaggi: Minosse, Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, Pier delle Vigne, Conte Ugolino, Lucifero, prima di riuscire “a riveder le stelle”.
Grazie agli effetti speciali cinematografici (soprattutto la sovrimpressione) e teatrali (come i voli grazie a corde e macchinari) venne prodotta un’opera visionaria, dove per la prima volta si usarono in maniera coerente le didascalie scritte, che introducevano ogni scena son i versi più famosi o con una frase esplicativa in prosa.
L’idea di fare un film sull’Inferno dantesco era venuta nel 1909 alla società Saffi-Comerio di Milano, che l’anno successivo sarebbe diventata Milano Films: quasi tre anni di riprese, 100 mila lire di spese (si disse) e un lancio internazionale.
L’Inferno, diviso in 54 episodi, ebbe un grande successo, e non solo in Italia. Si discusse poi molto e suscitò notevole curiosità e interesse il modo in cui il fotografo della pellicola, Emilio Roncarolo, ottenne effetti e suggestioni. Alcune sue trovate erano arditissime per quell’epoca, mentre altre furono probabilmente suggerite dalla tecnica che il regista Georges Méliès aveva sperimentato ne “Le voyage dans la lune”. Addirittura qualche trucco di Roncarolo non fu mai svelato, come ad esempio quello dell’aureola luminosa che sovrastava la testa di Beatrice, mentre l’immagine di Lucifero è tuttora considerata la migliore mai apparsa in un film.

SATAN IS MY BROTHER
Quintetto italo/canadese composto da membri provenienti da diversi progetti, l’ensemble di rock da camera Yellow Capra e i post-wave Quasiviri. Elettronica, basso, batteria, sax, trombone, tastiera ispezionano la possibile interazione tra musica e immagini attraverso soundtrack per visual, performance e film. Nel 2007, l’etichetta Boring Machines pubblica il loro esordio discografico, la raffigurazione di un’oscura e immaginaria colonna sonora di una notte senza fine tra strade e paranoie della vita metropolitana. Nel 2011 la stessa etichetta pubblica il secondo lavoro, “A forest dark”, ispirato dal primo lungometraggio italiano, il film muto del 1911 “L’inferno”, tratto dalla prima cantica della Divina Commedia. La loro musica continua a muoversi in un tunnel screziato da dark ambient e free jazz mischiato a dub, droni e post rock.


organizzazione: Circolo del cinema Effetto Notte