Marco Froner. Dall'anima alle radici

Mostra

Nelle sale di Castel Telvana e negli spazi espositivi della Biblioteca di Civezzano si tiene dal 6 giugno al 3 luglio 2009, una mostra di didpinti del pittore Marco Froner. La mostra, promossa dall'assessorato alla Cultura, è stata curata dalla Biblioteca comunale di Civezzano.

Marco Froner, artista e pittore nasce a Garzano di Civezzano (TN) nel 1950. La sua passione artistica, custodita nel piacere personale per tanti anni, emerge nel 1976 quando si stabilisce a Monzuno, un paese a ridosso dell’Appennino Tosco-Emiliano. Paese questo, ancora ricco di incontaminata natura, angoli poetici che risvegliano in lui l’assopita passione. Froner, nel suo messaggio pittorico, si impegna in una ricerca del colore avvalendosi di una tecnica che prevede l’uso di materiali solidi dando alla realizzazione dell’opera una compattezza materica che induce alla visione dell’insieme coloristico come un unicuum cromatico tridimensionale. Prati, campagne, boschi, torrenti, sono i soggetti che più lo ispirano quando rappresenta un momento particolare della giornata. Figure, greggi, casolari abbandonati presentano l’analisi emotiva e poetica che Froner cerca di trasmettere con le sue opere. Così cieli luminosi, tersi od offuscati, ma mai immoti, rispecchiano l’attenta osservazione che Froner dedica alla natura cercando di allontanare l’inesorabile crepuscolo che scende sulla civiltà contadina. Leggendo i dipinti di Froner si puo ancora credere di trovare momenti di tranquilla serenità, agresti sapori purtroppo dimenticati per il frenetico imporsi della tecnologia.

DALL'ANIMA ALLE RADICI
Le radici sono origine e fondamento: Marco Froner dipinge prima di tutto terra e luoghi della sua infanzia: le campagne, i torrenti, i boschi, le case di Civezzano e del Calisio; e poi personaggi, figure, lavori del mondo contadino che un tempo appartenevano a tutti e costituivano l’universo di povertà, fatica e semplicità di tutti.
Accanto alle antiche e forti radici dell’infanzia sono presenti nuove radici, quelle che ha piantato nell’Appennino tosco-emiliano e che gli hanno fatto scoprire altre innumerevoli sfumature della terra e della natura, altre stagioni, altri cieli, altri orizzonti e altri colori.
I dipinti di Marco Froner comunicano una malinconia trattenuta, un lieve struggimento per un mondo ormai passato anche se ben presente e vivo per il pittore. La sua tecnica è però efficace antidoto alle tentazioni sentimentalistiche quando si esprime in una materia pittorica densa, spesso terrosa, disposta sulla tela secondo la lezione postimpressionista di Cezanne: essenzialità, rigore compositivo, plasticità del colore. Tali elementi sono accentuati in alcuni paesaggi come Messi mature, Dopo la pioggia, Pascoli montani e in alcuni luoghi come Paese sotto la neve, Scorcio di paese, Casale. In questi tre ultimi piccoli quadri la raffigurazione stilizzata di case non è lontana da certe geometriche composizioni di Carrà che dispiegano metafisiche di paesaggi italiani, così moderni e così “primitivi”.
Al tempo perduto appartengono - quali reliquie, cioè frammenti sopravvissuti per la sua e la nostra memoria - numerosi dipinti riguardanti il Civezzanese. Scorcio a Civezzano mostra un angolo del vecchio centro del paese, le case dal caldo intonaco scrostato impregnate di tempo, di storia e di storie. Castel Telvana, palazzotto isolato tra campi arati e verdi alture per sfondo, come poteva apparire solamente a uno sguardo ottocentesco; Rustico trentino, Pergola, Ricordo di tempi passati, a voler ricordare oggetti e momenti quotidiani di un tempo. Infine personaggi, figure che tutti conoscono, che appartengono al volto del paese e lo rendono unico e indimenticabile come Il pastore e il patriarca di La mensa povera. (Dal catalogo della mostra: Marco Froner, dall'anima alle radici)

“A Marco Froner sono rimaste senza dubbio nella mente e nel ricordo la luce e le atmosfere dei luoghi trentini dove egli è vissuto dalla nascita fino alla giovinezza, perché nelle sue tele quella luce è spesso presente, e dà risalto a cieli e boschi, dove talvolta appaiono greggi in transumanza o silenziosi pastori. Sono di solito scene di paesaggio, dove in qualche caso si affacciano persone o animali, quindi ambienti animati, aperti a cieli amplissimi e ventilati, dove masse di nubi si rincorrono tra lampi cromatici di suggestivo effetto. La pennellata è densa, spessa, il colore ampiamente disteso in tessiture che anche tecnicamente ricorda l’esperienza divisionistica, o talvolta ancora certi impasti in cui la luce si spegne in ombre luminose.
Del resto, l’accostamento a Segantini ed a certe esperienze luministiche dell’epoca, è spesso evidente nella pittura di Froner, che rielabora antichi ricordi alpestri con effetti di luce e di ombre opportunamente equilibrati, fino a dare alle scene dipinte una suggestione di forza tranquilla e pacata, estesamente diffusa nell’ampiezza dei cieli e delle colline. Queste che sto scrivendo sono tuttavia impressioni incomplete, perché le scene paesaggistiche del pittore assumono connotazioni diverse, in un processo di lento cambiamento che potrebbe dare esiti non scontati, e consentire al pittore di esprimersi in modi ulteriormente diversificati, pur nell’ambito di quell’osservazione del paesaggio che gli è propria.”
(Gian Luigi Zucchini)
(a cura della Biblioteca comunale di Civezzano)


organizzazione: Biblioteca Intercomunale di Civezzano - Ecomuseo Argentario - Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Civezzano Fornace