Michelangelo Galliani / Andrew Gilbert

Mostra

Come raccontare una guerra? Come raccontare la Prima Guerra Mondiale? Come celebrarne il centenario? Da oltre dieci anni il Forte Strino in Val di Sole apre i suoi spazi all’arte contemporanea, raccontando la guerra con un linguaggio nuovo, simbolico e universale. A cent’anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, a Forte Strino si inaugura una doppia personale, in collaborazione con le gallerie trentine Buonanno Arte Contemporanea e Studio d’Arte Raffaelli, che, unite per la prima volta dopo dieci anni nell’organizzazione della mostra, presentano quest’estate gli artisti MICHELANGELO GALLIANI e ANDREW GILBERT. L’intento comune è proprio quello di rappresentare il dolore, il senso di precarietà, la memoria e la speranza che sono parte dell’esperienza di guerra, attraverso una visione giovane e tuttavia già matura. Se Andrew Gilbert muove da una reinterpretazione della vita al fronte che conserva l’autenticità delle lettere ingiallite scritte dai soldati,
Michelangelo Galliani accosta l’armonia del marmo statuario di Carrara alla freddezza del bossolo, emblema della lacerazione e del dolore prodotte dal conflitto. Le due gallerie hanno alternato negli anni l’attività espositiva al Forte, promuovendo artisti italiani e internazionali che dal 2003, ogni estate, hanno abitato quel luogo carico di memoria (teatro, nella Prima Guerra Mondiale, di sanguinosi scontri, in quanto segnava il confine meridionale tra il Regno d’Italia e l'Impero Austro-Ungarico).
L’evento è organizzato per il COMUNE DI VERMIGLIO con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento – Assessorato alla Cultura.

MICHELANGELO GALLIANI
Michelangelo Galliani è nato nel 1975 a Montecchio Emilia (Re), dove vive e lavora. La sua formazione scultorea è avvenuta all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Attualmente è docente di tecniche del marmo e delle pietre dure presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. L’artista tende ideologicamente a cristallizzare l'attimo, alludendo ad un’altra peculiarità del tempo: la memoria, che agisce sui corsi e sui ricorsi della storia, sulla ciclicità inesorabile degli eventi. Tra le altre a Forte Strino sarà presentata una selezione di opere realizzate negli ultimi anni sul tema del dolore, della perdita e della mancanza. Così la serie "CARNE ALTRUI", dove anatomie marmoree si fondono con elementi metallici, le cartucce delle mitragliatrici, simbolo dell'orrore della guerra. Carne altrui è la carne degli altri, di coloro che furono e che sono ancora oggi mandati a morire e a patire profonde sofferenze del corpo e dello spirito. Non c'è distinzione di razza, di colore o di credo, queste opere vogliono essere una riflessione, a volte cruda e senza sconti sulle scelte dell'uomo. Ne "IL MULLAH, IL PRETE E IL RABBINO", tre elementi in marmo tra una miriade di cartucce esplose sono conservati all'interno di valigie in acciaio con le effigi delle tre religioni monoteiste. Un forte grido alla responsabilità reciproca e al tempo stesso un'occasione di confronto e di intensa riflessione costruttiva per il futuro. L'opera inedita della mostra è "VERGINE DEGLI INGANNI": una Vergine marmorea, sezionata, poggia su una lastra di marmo nero. Sotto ai suoi piedi scorre una incisione a bulino che descrive un enorme teschio dal quale nasce un ramo di vite prossimo a germogliare. La Vergine è vuota al suo interno, è nera, è il vuoto che contiene le preghiere e i desideri disattesi di tutti coloro che hanno pregato perchè i loro figli tornassero o che fossero vivi. Di tutti coloro che hanno chiesto la grazia e non l'hanno avuta.

L'opera "BUON COMPLEANNO" è ironica e gioca con elementi simbolo della guerra, le cartucce, poste verticalmente di fronte alla figura, che accenna un leggero soffio nel tentativo di festeggiare il proprio tempo e la fine di un epoca. Infine in "P.G.R.", opera del dolore, intensa e drammatica, su un grande cuscino di piombo si abbandona un ragazzo morente privo delle proprie gambe. Il corpo termina nella materia marmorea fondendo le proprie carni con quelle della pietra stessa.

ANDREW GILBERT
Andrew Gilbert è nato nel 1980 a Edimburgo, dove ha completato la sua formazione, frequentando il College of Art e la facoltà di Belle Arti presso l'Università di Edimburgo. Dopo iI trasferimento a Berlino, dove attualmente vive e lavora, ha cominciato un percorso che l'ha portato in pochi anni a esporre in tutto il mondo: Stati Uniti, Europa, Giappone e Sud Africa. Il suo immaginario è legato ai temi della storia militare e in particolare alle guerre coloniali, rappresentate nelle sue opere con contorni di leggenda. L'ironia con cui l'artista affronta il tema mette a nudo l'assurdità di ogni conflitto, oltre a rieinterpretare con una narrazione fresca e cruda le modalità di comunicazione propagandistica del passato e l'errata concezione della guerra che ne deriva. In occasione della mostra a Forte Strino, Andrew Gilbert ha realizzato una serie di opere inedite, ispirate alla Guerra Bianca, concentrandosi in particolar modo sulla condizione delle giovani leve inviate al Fronte: in "PER TE, MAMMA" un ragazzo morente porge al suo compagno l’ultima lettera dal fronte, mentre in "VITTORIO VENETO, 1918" avviene lo scontro tra un soldato italiano e uno austriaco, uniti dallo stesso sguardo di disperazione, divisi dall’impianto compositivo del disegno, dove i due fucili incrociati sembrano segnare la direzione dei loro destini. Una rosa rossa, "THE ROSE OF WHITE WAR" sboccia tuttavia dal sangue dei soldati versato sulla neve della Guerra Bianca. I suoi boccioli, pur tra le spine della guerra, sono a un tempo segno di rinascita e di commemorazione. Oltre ai lavori su carta, editi e inediti, Andrew Gilbert realizzerà alcune installazioni site-specifc negli spazi del Forte, assemblando diversi materiali e seguendo le suggestioni del luogo.

In occasione della mostra sarà presentato un catalogo con foto esclusive dell’allestimento.
Gli artisti MICHELANGELO GALLIANI e ANDREW GILBERT saranno presenti all’inaugurazione il 19 luglio 2014.

NOTE STORICHE SU FORTE STRINO / WERK STRINO
Il Forte Strino fu costruito nel 1860-66 e ampliato nel 1891, a difesa del confine sud occidentale dell’Impero austroungarico; grazie alla sua posizione strategica, verso il Passo del Tonale, la struttura ebbe un ruolo di prima linea durante la Prima Guerra Mondiale e oggi ospita un allestimento e contenuti multimediali dedicati alla Guerra Bianca.

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organizzazione: Buonanno Arte Contemporanea - Studio d’Arte Raffaell