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Musica

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Organetti diatonici delle minoranze
Mòcheni Palaier Learmusikonten
Sloveni Zoran Lupinc e “Ano urco al’ pej dvej”
Sudtirolesi Pfleger Musik
In apertura zitira e bunkula dalla Val Resia

minoranRète
Un gioco di parole fra minoranze e fisarmoniche diatoniche (chiamate rète in Val dei Mòcheni). Un’opportunità singolare per vedere in uso sullo stesso palcoscenico diversi modelli di organetti diatonici, utilizzati per diversi repertori di danza, all’interno di diverse minoranze etnico-linguistiche: mòcheni, sloveni, sud tirolesi. Un’occasione preziosa per ascoltare e confrontare un particolare concentrato di musiche tradizionali, accomunate – pur nella loro diversità – dall’uso di uno stesso strumento musicale. In apertura un omaggio all’orchestra tradizionale resiana, una fra le più arcaiche e significative attestazioni di violino popolare in Europa. Verranno eseguite alcune fra le più suggestive danze del carnevale tradizionale resiano.

I PROTAGONISTI
Zoran Lupinc
Diplomato in fisarmonica classica e in corno, campione del mondo di fisarmonica nel 1987. Compositore ed arrangiatore. Autore di metodi per l’insegnamento della fisarmonica diatonica e di raccolte di composizioni con la notazione tradizionale, nel 1984 fonda a Trieste una delle prime scuole per armonica diatonica. Recentemente è stato autore del piano di studi per armonica diatonica nei conservatori della Slovenia.

Ano urco al’ pej dvej
Quartetto vocale (due voci femminili e due voci maschili) con trio strumentale (fisarmonica, chitarra e contrabbasso), nato per valorizzare la cultura musicale del gruppo etnico sloveno triestino. Il gruppo è attivo da circa otto anni ed ha inciso tre CD.

Pfleger Musik
Robert Schwaerzer, Gernot Niederfrieniger, Florin Pallhuber, Manuela Cristofoletti, sono quattro insegnanti di musica popolare (Referat Volksmusik) presso l’Institut fuer Musikerziehung in deutsche und ladinischer Sprache di Bolzano. Suonano diversi strumenti della tradizione musicale sud tirolese: organetto diatonico, chitarra, arpa, salterio, flauti.

MOCHENI
Il Duecento rappresenta per il Tirolo e la Carinzia un secolo di emigrazione. Alcuni gruppi di famiglie si stabiliscono a Sappada e a Sauris, isole linguistiche germanofone delle Alpi Carniche. Altri giungono nella Valle del Fersina trentina, la cosiddetta Valle dei “Mòcheni”, la Bersntol, come dicono gli abitanti. I nuovi coloni si erano appena stabiliti nella solitaria valle, quando nella zona arrivò tutt’altra gente: minatori d’oltralpe, attratti dalle voci di straordinaria ricchezza mineraria nel sottosuolo trentino. Tracce della presenza dei minatori si ritrovano ancora nelle molte leggende della Valle del Fersina.

SLOVENI (ceppo slavo)
I resiani sono una popolazione isolata di antico ceppo slavo, appartenenti al ramo meridionale degli Slavi, nell’arco alpino e prealpino orientale, stanziatisi in Val Resia (Friuli orientale) nel VI, VII sec. d.C. La loro lingua si è sviluppata dallo stesso slavo alpino che sta alla base dello sloveno di oggi. Nel Medioevo il resiano faceva parte del raggruppamento dialettale sloveno detto carinziano/korosˇka. Dal sec. XV in poi, dopo l’annessione del Friuli alla Repubblica di Venezia, i legami di Resia con la Carinzia si sono indeboliti. Se per il suo parlare e per la sua tradizione popolare Resia appartiene chiaramente all’area slovena, gli sviluppi storici e sociali dal Rinascimento in poi hanno creato una situazione in cui i resiani stentano a identificarsi con la cultura slovena, anzi, si vedono come una popolazione ben diversa con una propria lingua e cultura.

SUD TIROLESI
Già dal nono secolo la migrazione di genti germaniche di ceppo tirolese si intensificò a scapito delle genti ladine che prima abitavano il Sud Tirolo. Più tardi, nell’undicesimo secolo, nacquero i principati vescovili di Trento e Bressanone che, dal 1271, furono riuniti in uno stato feudale passato in seguito, dopo aver esteso la propria influenza sull’area di Trento, sotto l’influenza dell’Austria. L’avvento del regime fascista portò con sé una forte campagna di italianizzazione forzata. In seguito al referendum delle “opzioni” 185.000 sudtirolesi optarono per il trasferimento in Germania. Nel ’46 gli accordi De Gasperi-Gruber sancirono la nascita della regione a statuto speciale del Trentino-Alto Adige. L’inadempienza del governo italiano portò alla protesta popolare ed alla nascita del terrorismo in Tirolo, seguito da nuovi negoziati per la revisione del Trattato di Parigi che portarono alla creazione di un pacchetto di misure per la tutela della minoranza tedesca da attivare dal 1971 in poi sotto controllo internazionale.


organizzazione: Regione Autonoma Trentino Alto Adige - P.A.T. Servizio per la Promozione delle Minoranze Linguistiche Locali - Comune di Pergine Valsugana Assessorato allo Sviluppo Economico e Turismo - Bersntoler Kulturinstitut - Istituto Cimbro Kulturinstitut Lusern - Istitut Cultural Ladin