Monika Bulaj. Aure

Mostra fotografica

mostra fotografica di Monika Bulaj

Nel centro storico di Pieve, il Comitato Iniziative Transacqua ha organizzato la mostra “Aure” della fotografa e antropologa polacca Monika Bulaj.
Questo evento, insieme ad incontri con scrittori e giornalisti, film e spettacoli teatrali, fa parte del ciclo di proposte culturali “Vitamine: integratori per la mente”: un contenitore ideato per dare la possibilità a tutti coloro che assisteranno alle manifestazioni proposte, di corroborare in poco tempo il proprio spirito.
“Vitamine: integratori con la mente” nasce in collaborazione con l’amministrazione comunale di Transacqua e la Provincia autonoma di Trento, con il sostegno della Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi e del B.I.M. Brenta.

La mostra fotografica rimarrà aperta fino al 31 agosto 2007, consta di 25 fotografie di grandi dimensioni (100 cm x 150 cm) esposte sui muri delle vecchie case del paese, come fossero antichi affreschi. E’ il frutto di un decennio di viaggi compiuti dalla fotografa e antropologa Monika Bulaj alla ricerca di una possibile coabitazione tra Oriente ed Occidente “nei microcosmi dimenticati tra Gibilterra e la Persia”.
Il centro storico di Pieve è tra i più antichi centri abitati della valle di Primiero. Sorto all’ombra dell’Arcipretale e del suo campanile, fino ad Ottocento inoltrato, tutto il paese era feudo della Mensa Vescovile di Feltre. Le sue vecchie case e le sue “canisele” (le piccole strade che attraversano il paese) quindi sono una perfetta scenografia per le immagini dedicate al sacro di Monika Bulaj. Se andrà in porto il progetto della fotografa polacca di portare queste stesse fotografie a Gerusalemme, a Teheran ed a Istanbul, Pieve avrà ospitato una “prima mondiale.
Ecco come l’autrice descrive il senso delle opere esposte: “Ci sono luoghi e momenti in cui il sacro rompe i confini. Luoghi e momenti ad alta tensione atmosferica, dove le genti del Libro – ebrei, cristiani e musulmani – rivelano la loro appartenenza comune. Succede quando i fedeli ripetono la stessa preghiera come un tuono, o quando si passa tra il fuori e il dentro di uno spazio sacro. Lo vedi ai confini tra ombra e luce, nelle danze ritmate fino ai confini dell’estasi, nelle masse che oscillano come distese di alghe nel mare, nei contatti tra corpi, oppure fra corpi e reliquie. Lo intuisci negli attraversamenti di spazi sovraffollati o anche perfettamente vuoti, nelle cantilene, nei sospiri, nelle genuflessioni, nello sgranar di rosari. Luoghi, gesti, abbigliamenti, luci, percorsi che svelano analogie fra monoteismi e mostrano tutta la potenza di un unico Verbo. (…).Se cerco nel calendario i momenti più forti e misteriosi che ho vissuto, m’accorgo non solo che essi scavalcano gli steccati eretti dai chierici o dai teologi, ma che la loro successione svela un assieme solido e coerente, una continuità che abbiamo disimparato a osservare, condizionati come siamo dalla superficiale impressione di cataclisma – oggi si direbbe conflitto di civiltà – che ci divide. Lo stesso avviene per i luoghi. Se sono sacri, sono sacri per tutti. Allo stesso modo, il buon santo è buono per tutti”.

Monika Bulaj nata a Varsavia nel 1966, fotografa e scrittrice, pubblica reportage sui confini estremi delle fedi, su: “D - La Repubblica”, “”Io Donna – Corriere della Sera”, “National Geographic”, “East”, “Courrier International”, “Gazeta Wyborcza”, “Internazionale”, “GEO”. Ha pubblicato i libri: "Libya felix", Bruno Mondadori; "Donne, storie... ",Alinari; "Gerusalemme perduta" con Paolo Rumiz, Frassinelli, “Figli di Noe”, Frassinelli 2006, “Rebecca e la pioggia”, Frassinelli 2007. Sue sono le immagini de “La leggenda dei monti naviganti” di Paolo Rumiz. Regista del film documentario “Figli di Noè”. In uscita: “Genti di Dio, viaggio nell’altra Europa”, Frassinelli 2007; “Aure”, Jaca Book. , Bosz Editions 2008.


organizzazione: Comitato Iniziative Transacqua