Mostra Fotografica Artica - Giulio Rimondi

Mostra

La mostra si compone di due serie fotografiche titolate rispettivamente 80° e Anabasis/Katabasis, scattate da Giulio Rimondi nel corso di una residenza d’artista nell’arcipelago delle Svalbard (per info: )
L’evento, è promosso dall’Associazione culturale “Incipit” di Rumo in collaborazione con l’Associazione culturale “Il Quadrifoglio di Livo” con il patrocinio dei Comuni di Livo e di Rumo e si avvale della collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto di Scienze Polari.
“Sul confine tra noto ed ignoto, di cui l’Artide diviene metafora, poggia il senso della mia ricerca artistica” scrive Giulio Rimondi e possiamo ben immaginare che quel confine sia rappresentato dall’invisibile linea virtuale che si chiama 80° parallelo Nord, oltre il quale si stende il Polo Nord custode del confine del mondo. In questo paesaggio quasi irreale, abbacinante nel nitore del ghiaccio, il fotografo osserva, sceglie e infine scatta. “Nei suoi scatti ci sono i cieli, le acque, le linee tortuose ma nette che delineano, nel loro naturale svolgersi, il confine della terra e del mare, le tracce appena accennate della presenza umana e poi la luce. La luce livida e fredda che illumina cieli corruschi e acque statiche come specchi, il grandioso sintagma creato dai ghiacci, agglomerato di naturale sapienza, conseguenza di secoli di commistione tra l’acqua e il frutto del suo divenire”
E poi ancora nasce il desiderio di andare più a fondo, di guardare questo universo che chiamiamo Nord, da un’altra prospettiva e mai come in questo caso la parola “immersivo” assolve il suo compito. Giulio Rimondi si infila la muta da sub e si immerge nelle gelide acque dell’Oceano Artico per fotografare la banchisa polare dal basso, operando una vera e propria Katabasis o discesa, seguita dalla risalita che viene definita anch’essa con una parola tratta dal greco antico, Anabasis. Il risultato sono foto insolite, materiche, simboliche, per ritrarre. Una mostra In collaborazione con l’esperienza e la forma di un mondo altro. Uno spazio in cui l’uomo non ha parte, che non può,né potrà mai dominare. In questa zona remota del pianeta, la recessione dei ghiacci non è tuttavia passata inosservata, aprendo nuove possibilità allo sfruttamento ambientale da parte dell’uomo. In direzione ostinata e contraria Rimondi impegna la sua voce di artista, nel rispetto di un ordine naturale che solo se preservato permetterà l’equilibrio del mondo e la nostra stessa esistenza. In un’ottica di sensibilizzazione e responsabilizzazione del pubblico,una videoproiezione realizzata dall’artista con gli scienziati dell’Istituto di Scienze Polari riprenderà le opere esposte commentandole in chiave scientifico-ambientalistica, con particolare attenzione al fenomeno dello scioglimento dei ghiacci e del cambiamento climatico. In questa maniera la mostra assume una nuova dimensione perché, come nelle parole di Rimondi “un’arte senza impegno e senza speranza non è arte”.

GIULIO RIMONDI / ARTICA
Classe 1984, Giulio Rimondi è un fotografo bolognese. Inizia la sua carriera da fotografo in parallelo al percorso universitario in Lettere e Storia dell'Arte. La sua fotografia può essere definita “umanistica” e combina la fotografia d'arte con il reportage socialmente impegnato, concentrandosi in particolare sulla dimensione umana del soggetto.
Ha dedicato i suoi primi lavori all'identità mediterranea, percorrendo tutto il Nord Africa fino al Libano (cui è dedicato il suo primo libro Beirut Nocturne) e alla Siria, per poi concentrarsi sull’Italia dimenticata (cui è dedicato il secondo volume ITALIANA).
È possibile visionare i suoi lavori al sito: https://www.giuliorimondi.com/
Le sue immagini fanno parte della collezione della Maison Europénne de la Photographie di Parigi, della collezione della Library of Congress di Washington DC, dell'Archivio Storico della Biennale di Venezia, della Collezione CRMo di Fotografia Contemporanea Italiana oltre a molte collezioni private in tutto il mondo.
Ha tenuto mostre personali e collettive in Europa e all'estero, in gallerie d'arte, musei, festival fotografici e fiere d'arte.
Come fotoreporter ha contribuito a pubblicazioni internazionali come TIME, The New York Times-Lens, CNN, Le Monde, National Geographic, Internazionale, Leica Fotografie International, tra gli altri.
È stato insignito del Lead Award per la fotografia di still life, dell'Iceberg Award per il documentario, del Premio Speciale per la fotografia contemporanea, del Premio San Fedele per l'arte contemporanea.
Nell’estate del 2019 è stato selezionato per una residenza d’artista all’interno del programma The Arctic Circle (thearcticcircle.org). Dopo aver conseguito i necessari brevetti per immersioni polari e fotografia subacquea, si è imbarcato con un gruppo internazionale di artisti su un brigantino a vela per una esplorazione nel Circolo Polare Artico.
Durante la spedizione ha realizzato due serie fotografiche – una dai luoghi visitati, l’altra in immersione sotto i ghiacci dell’Oceano Artico. Entrambe le serie coniugano fotografia artistica e impegno sociale, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico nei confronti del problema epocale del cambiamento climatico.