No man's land

Cinema

Belgio/Bosnia-Erzegovina/Francia/Slovenia/Italia/Gran Bretagna, 2001
Durata: 98'
Genere: Drammatico
Regia: Danis Tanovic
Cast: Katrin Cartlidge, Rene Bitorajac, Branko Djuric

1993 nel pieno della guerra in Bosnia due uomini Ciki e Nino, un bosniaco e un serbo, sono isolati dalle linee nemiche in un "no man's land". Mentre i due sono alla disperata ricerca di un modo per districarsi dal loro problema un casco blu francese tenta di aiutarli contravvenendo agli ordini dei suoi superiori.

“La Terra appartiene a tutti e a nessuno”. Con queste parole Danis Tanovic introduce il suo film, No Man’s Land, storia di due soldati, un bosniaco e un serbo, bloccati in una trincea abbandonata tra due linee nemiche. Una situazione bizzarra alla quale i due uomini non riescono a far fronte, seppur venga in loro aiuto, infrangendo le regole del non intervento, un coraggioso sergente delle Nazioni Unite.
Il film di Tanovic, premiato a Cannes per la Sceneggiatura, e acquistato nel mondo intero inclusa la Jugoslavia, è una commedia tragica in cui l’ironia e il grottesco della situazione si intrecciano strettamente all’atrocità di quel dramma. “Molti anni fa lessi il racconto di Selimovic: la storia di due cavalieri che arrivati su di un ponte non vogliono lasciare all'altro il passo. Combattono per ore fino a quando esausti non si fermano e, seduti vicini iniziano a parlarsi scoprendo così di conoscere la medesima fanciulla. Recuperate le forze ,riprendono il combattimento fino ad uccidersi l'un con l'altro”.
Laureato in cinematografia a Bruxelles e diplomato al conservatorio di Sarajevo, Tanovic non si limita alla regia per il suo film d’esordio: ne cura la colonna sonora ma soprattutto scrive la sceneggiatura: “I miei professori a scuola insistevano molto sull'importanza della sceneggiatura in un film. Ne sono convinto anche io, non si costruisce senza basi. Beethoven diceva che l’opera di un artista è composta dall'1% di talento e il 99% di lavoro”.
Il film di Tanovic non è un film sulla guerra, non accusa né un fronte né l'altro: la sua storia non punta il dito contro chi ha sbagliato. “Non nego le responsabilità e le atrocità commesse nella guerra in Bosnia, il mio voto è indubbiamente contro la violenza. Ma io volevo fare un film di contrasti e disarmonie. I miei personaggi sono gente comune, quasi antieroi, rimasti intrappolati nella guerra”.
Gli antieroi di No Man’s Land combattono strenuamente come i due cavalieri di Selimovic, scoprono di avere un'amica in comune ma non riescono ad accettare che la guerra non abbia colpevoli. I loro pensieri di vendetta si mescolano a quelli della ragione.
Mai desiderio di pace e di serenità ha trovato immagini così dolorose.


organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comprensorio di Primiero