Non ho sonno

Cinema

Erano quasi vent’anni, dai tempi cioè di "Tenebre" (1982), che Dario Argento evitava il giallo: "Non ho sonno" segna quindi il suo ritorno all’antico, con tanto di musiche dei Goblin ed effetti speciali di Sergio Stivaletti. La vicenda è ambientata a Torino e prende le mosse da una misteriosa serie di omicidi molto simili a quelli compiuti, sedici anni prima, da uno scrittore di gialli nano poi trovato cadavere: accanto alle forze dell’ordine, indagano pure un commissario in pensione tormentato dall’insonnia ed un giovane che aveva assistito da bimbo all’uccisione della madre. Sulla base d’uno script più solido del consueto, Argento conferma lo squilibrio tra un forte talento visionario ed il manifesto imbarazzo nello strutturare una storia: i dialoghi soprattutto scivolano a tratti nel ridicolo e così gli attori, la cui recitazione sindacale di certo non giova all’esito complessivo. Per contro, le sequenze dei delitti confermano la straordinaria bravura del regista di "Profondo rosso" (1975): impregnate di una marcata componente onirica, costruite con un meticoloso studio sui tempi della paura (si veda il formidabile incipit, con la fuga frenetica della prostituta, gli attimi di tensione sul treno, lo snervante inseguimento nelle carrozze ed il cruentissimo assassinio finale), sono il segno d’un innegabile magistero del Nostro nei territori dello spavento sanguinario. Se lo scioglimento della vicenda suona lambiccato e alquanto incredibile, ci corre comunque l’obbligo di sottolineare quanto poco allineato coi gusti correnti sia un cinema siffatto. Non consolatorio, né afflitto da carinismi di sorta: non sono pregi di scarso conto.

INTERPRETI PRINCIPALI: Stafano Dionisi - REGISTA: Dario Argento


organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comune di Borgo Valsugana