Orchestra Haydn, Cori maschili della sezione ladina del SSB

Musica classica

Direttore Herbert Böck
Opere: Luigi Cherubini, Requiem in re minore per coro maschile e orchestra

Il Requiem in re minore di Luigi Cherubini può essere considerato il momento più elevato e compiuto del mondo poetico del compositore. In questa composizione, infatti, si esprime perfettamente quella religione della bellezza assoluta, quella fede nella solidità della forma, per cui Cherubini è rimasto giustamente famoso nella storia della musica, come esponente di una sorta di neoclassicismo, a cui non manca però una poderosa capacità drammaturgia ad esprimere valori di profonda emozione.
Scritto nel 1836 in soli 8 mesi, il Requiem in re minore fu esplicitamente composto da Cherubini per se stesso. Rispetto all’altro (il Requiem in do minore per soli, coro a quattro voci e orchestra) in questo lavoro i toni sono più cupi e più aspri, l’atmosfera è senz’altro più interiorizzata e severa, testimonianza di una tensione spirituale che è insieme confessione e rivolta, meditazione profondissima e anelito alla preghiera; v'è raccoglimento ma teso e spezzato da sussulti, v'è speranza nell'aldilà ma disperatamente venata di uno spasmodico attaccamento alla vita.
Ma quali furono le ragioni che spinsero il musicista a comporre un nuovo Requiem? Si trattava per lui di avere la certezza, dopo l'ostracismo decretato dall'arcivescovo di Parigi alle voci femminili in chiesa (e il Requiem in do minore le contemplava), che una sua opera venisse eseguita ai propri funerali: ecco dunque l'idea di un lavoro per sole voci maschili onde aggirare l'ostacolo. Infatti la nuova Messa funebre, oltre alla consueta grande orchestra (archi, flauti, oboi, clarinetti, fagotti, quattro corni, trombe, tre tromboni e timpani) comprende - unica nel suo genere - un coro a tre voci maschili (tenori alti, tenori e bassi) la cui amplissima estensione vocale fa da contrappeso all'eccessiva omogeneità che sarebbe derivata dall'assenza di voci femminili.


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