Paesaggi di guerra

Mostra

Paesaggi di guerra
Il Trentino alla fine della Prima guerra mondiale

Una mostra fotografica, corredata da un catalogo e da una videoinstallazione, articolata in 12 ambiti territoriali attraverso allestimenti che saranno ospitati in 26 sedi in tutto il Trentino nel corso del 2010 e del 2011. Protagonisti saranno i luoghi che tra il 1915 e il 1918 furono sconvolti dai bombardamenti e dai combattimenti.

Da Vermiglio e Dimaro alle valli Giudicarie e alla valle di Ledro, dall’alto Garda a Mori, da Rovereto alle valli del Leno, da Luserna alla Valsugana e al Tesino, dal Vanoi a Paneveggio, le 12 mostre, accompagnate da un video e da un catalogo, riproporranno l’immagine che si presentò allo sguardo dei profughi e dei soldati al ritorno dall’esilio e dalla guerra in quel difficile 1919.

Le immagini documentano lo scenario di distruzione, fra campagne devastate e residuati bellici disseminati ovunque, trincee e tombe. Il ritorno a casa segnò l'inizio di una nuova era, in cui ricostruire le abitazioni in rovina, colmare le trincee, radunare le sepolture, recuperare i materiali bellici abbandonati, riprendere le attività produttive e ricominciare a guardare al futuro.

Tutto questo impegnò per alcuni anni gran parte della popolazione che da queste attività ricavò una parte importante del proprio reddito. Pur nel lutto per i più di 11.000 uomini scomparsi nella guerra e per le migliaia di donne, bambini e vecchi morti per stenti e malattie, iniziò quasi subito la ricostruzione.

Le distruzioni causate dalla Grande Guerra si prestano bene a evidenziare il comune destino che ha segnato il Trentino. Per ricordare e documentare quel difficile 1919, il primo anno di pace e la prima stagione della ricostruzione, la Rete Trentino Grande Guerra ha promosso una mostra fotografica diffusa in tutto il territorio provinciale lungo la linea di quello che un tempo era il fronte italo-austriaco.

Non si tratta di una mostra itinerante, semmai di un mosaico. Le dodici mostre locali saranno costituite da una introduzione storica comune e da sezioni legate allo specifico ambito territoriale. Come tessere di un puzzle, nel 2011 confluiranno a Trento dove sarà ricomposta per la prima volta una rappresentazione completa di quel drammatico momento storico.

Coordinato dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, il progetto ha preso avvio nell’estate del 2009. Per la sua costruzione hanno collaborato referenti per ogni ambito, partecipando in tutte le diverse fasi alla realizzazione di mostre e catalogo.

La videoinstallazione "Ritorni" è una produzione della Fondazione Museo storico del Trentino realizzata da Micol Cossali nell'ambito di Paesaggi di guerra. All'interno di ciascuna mostra locale è presente la versione integrale del video.

Negli anni tra il 1915 e il 1918 il territorio della Valle del Chiese fu diviso in due dalla linea del fronte che dalle nevi dell’Adamello scendeva per la Val di Daone e risaliva la dorsale verso la Val di Ledro. I paesi centrali divennero una terra di nessuno che l’opera di ricostruzione classificò poi “zona nera”.

Nelle prime settimane di guerra l’Austria fece evacuare i paesi a nord di Condino fino a Roncone, destinazione Tione, la Val Rendena e il Bleggio-Lomaso. Il 5 giugno, per parte sua, il Comando italiano fece sgomberare Condino e Brione; la popolazione fu evacuata in provincia di Alessandria. Dopo l’avanzata italiana dei primissimi giorni, in un territorio lasciato libero dalle truppe austriache, ve ne furono una seconda a metà ottobre e una terza nelle prime settimane del dicembre 1915. Il rombo delle artiglierie si sentì soprattutto nel 1915-16, quando si verificarono numerose incursioni aeree. I paesi evacuati furono bombardati e incendiati. Poi subentrò una snervante e poco combattuta guerra di posizione in montagna, con la linea italiana a ridosso di quella austriaca. Su queste posizioni terminò la guerra.

Quando, dopo l’armistizio del 3 novembre 1918, cominciarono a rientrare i profughi e i soldati che avevano combattuto sotto le bandiere di Francesco Giuseppe, trovarono un nuovo e diverso “paesaggio di guerra”: mucchi di sassi e case sbrecciate, terreni abbandonati e incolti da quattro anni, boschi devastati, fienili scoperchiati, malghe danneggiate, montagne ingombre di reticolati, mine e proiettili, attraversate da teleferiche e da nuove strade, solcate da trincee e camminamenti, fino oltre i 2.000 m. del Passo del Frate e del Nozzolo.

Le case vennero ricostruite prima dal Genio militare e poi da quello civile che ebbero in valle diversi cantieri di coordinamento. La popolazione tollerò con fatica che la nuova amministrazione militare e civile definisse i progetti senza interpellarla, organizzasse squadre di soldati, prigionieri e operai.

In ogni Comune furono organizzate squadre specializzate per il recupero degli ordigni di guerra. Nacque così la figura del recuperante, lavoratore impegnato in un’attività dura e pericolosa che affiancò le tradizionali professioni della gente di montagna. Interi nuclei famigliari risalirono le pendici dei monti, entrarono in gallerie e trincee e portarono a valle tonnellate di materiale ferroso e di esplosivo. Nei depositi allestiti in fondovalle si vendevano matasse di filo spinato, bobine di cavi telefonici, cavalli di frisia, bossoli in ottone, proiettili d’artiglieria, piombo, scudi da trincea, lamiere, travi e putrelle. Nella valle si vedono ancora oggi recinzioni di orti e prati fatte nel primo dopoguerra con paletti e filo spinato.

Gruppo di lavoro
Antonio Armani, Mauro Grazioli, Marisa Marini, Roberto Panelatti, Anna Pisetti, Gianni Poletti, Fabrizio Rasera, Giancarlo Sciascia, Vittorino Tarolli, Camillo Zadra
Testi
Gianni Poletti
Con la collaborazione di
Consorzio dei Comuni del B.I.M. del Chiese, Ecomuseo della Valle del Chiese - Porta del Trentino, Associazione “Il Chiese”, Centro Studi Judicaria, Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese di Bersone
Le immagini esposte e pubblicate sono state messe a disposizione da
Archivio del Museo Storico Italiano della Guerra - Rovereto, Archivio dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano – Museo Centrale del Risorgimento - Roma, Archivio dell'Istituto di Storia e Cultura dell'Arma del Genio - Roma, Associazione “Il Chiese”, Archivio del Centro Studi Judicaria, Biblioteca Comunale di Pieve di Bono, Biblioteca Comunale di Condino, Circolo Pensionati Rododendro Daone, Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese di Bersone, Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, Roma