Parco dei Sogni: OZman

Manifestazioni ed eventi

In occasione del completamento della prima parte dell’intervento di valorizzazione artistica attuato su commissione del Comune di Ragoli, da parte del giovane artista trentino OZman, sul taglio delle piante avvenuto nel Parco dei Sogni nell’abitato di Madonna di Campiglio, si vuole presentare alla popolazione il risultato dei lavori. Nel corso della presentazione verrà effettuato un omaggio a Maurizio Cattelan, attraverso una performance della compagnia teatrale bulgara Vadijmahl.
L’evento si connota come collaterale al celebre Carnevale Asburgico in corso nella località, secondo quell’impronta di ricorso ad una tradizione linguistico - simbolica millenaria, che ha caratterizzato tutto l’intervento fin nel minimo dettaglio e che ricorre all’uso di quegli archetipi così imprescindibili nella cultura umana da divenire fondamenta della stessa creazione mentale. In quest’ottica rientra anche la scelta delle piante che verranno seminate la prossima primavera, come completamento dei lavori, che prevede anche la realizzazione di alcuni punti di sosta all’interno del parco e la rifinitura dei resti del taglio. La decisione di lasciar crescere le piante secondo i ritmi naturali è stata presa in base a quella filosofia di convivenza con la Natura che ha condizionato tutto l’intervento. La serie di installazioni, che sono andate ad intervenire su quello che altrimenti sarebbe stato un taglio “a raso” della vegetazione per la messa in sicurezza dell’area interessata, appartiene al filone più che mai vitale dell’Arte Ambientale, ossia un genere di arte nel quale l’opera manifesta un legame inscindibile con il luogo nel quale trova posto. L’intervento al quale OZman ha dato vita si caratterizza come un coacervo di natura e artificialità, nel quale ogni installazione, pur mantenendo una propria autonomia, diviene parte di un’unità dal carattere inscindibile.

A spiegare l’approccio di OZman nei confronti dell’intero intervento di valorizzazione e quindi anche della scelta di far crescere spontaneamente le piante che andranno a trovarvi posto, eloquenti sono le parole di Democrito:
“La Natura gode della Natura / la Natura vince la Natura / la Natura domina sulla Natura”

In occasione del completamento delle installazioni, è stato pubblicato un catalogo grazie al sostegno della Banca di Trento e Bolzano.
L’inaugurazione ufficiale avverrà a lavori ultimati.

Parco dei Sogni
Ozman
L’intervento artistico realizzato dal giovane artista trentino OZman appartiene alla tipologia dell’Arte Ambientale, ossia di un’arte inscindibilmente legata al luogo nel quale trova collocazione e si caratterizza per la volontà di realizzare, con il minimo di materiali possibile, degli elementi estetici per rimediare a quello che altrimenti si sarebbe configurato come un taglio a raso di tutte le piante all’interno del parco, per la sua messa in sicurezza.
Attualmente il parco non è totalmente completo, perché mancano le piante che in primavera andranno a rinverdire almeno in parte il luogo. Il parco inoltre si caratterizza come un coacervo di natura ed artificialità, perché se è vero che ogni installazione gode di una propria specificità e autonomia, lo è altrettanto il fatto che si connota come parte di un tutto, nel quale le piante che vi prenderanno posto (selezionate da OZman in base a stretti criteri estetico-simbolici) assumeranno un ruolo fondamentale.
La zona interessata dall’intervento è stata divisa dall’artista in due parti ben distinte, una circolare, concepita per una percorrenza labirintica, ed una con un’impostazione di stampo prospettico-lineare, anche se entrambe presentano l’invito a molteplici percorsi. Il parco stesso, per la sua conformazione offre una molteplicità di entrate e di direzioni, così come di modi di affrontarlo.

Per la realizzazione delle installazioni, OZman è ricorso al recupero e quindi alla rivalorizzazione del materiale di scarto proveniente dal taglio, ecco quindi che rami e sezioni di tronco resti del taglio, divengono parte delle installazioni, assurgendo in qualche modo a nuova vita. La medesima operazione è stata effettuata nei confronti dei materiali lavorativi, siano essi chiodi, anelli di sostegno o guanti da lavoro. Il conferimento di un’identità estetico semantica, rientra nella tipologia di intervento attuata dall’artista, nei confronti di ogni elemento costituente il Parco dei Sogni. Ogni elemento dell’intervento, preso nella propria singolarità, così come tutto il parco nel suo insieme, presenta diversi livelli di lettura, e sia l’aspetto iconografico che la titolazione devono essere interpretati come un crescendo di possibilità di rimandi.
La pluralità dei livelli di lettura che connota ogni più piccolo particolare, ogni aspetto e ogni forma, passando dal linguaggio sacro a quello profano, da riferimenti alla più alta tradizione filosofica, all’ironia, immerge il fruitore in un inestricabile labirinto di rimandi, nel quale nulla è semplicemente o solamente ciò che appare. Le letture si moltiplicano così come i punti di vista, e spesso tra titolo e immagine si realizza un cortocircuito semantico, quasi sensoriale, perché si scontrano i due principali sistemi percettivo-comunicativi ai quali ricorre la cultura umana, quello visivo e quello verbale.
Mentre per ogni installazione, anche la tipologia di approccio interpretativo muta, ricorrendo in alcuni casi, come ne “Il Bianco e il Nero: anche il Bianco diverrà Nero” - opera nella quale alla tridimensionalità che la caratterizza, si oppone la bidimensionalità della lettura visivo-simbolica- allo scardinamento delle regole della fruizione tradizionale delle opere scultoree.
Anche le scelte cromatiche sono volte a facilitare - con l’assoluta prevalenza di colori puri, quasi esclusivamente primari – quella sorta di percorso cognitivo dia-logico che OZman propone.
Per quanto riguarda le singole installazioni, un esempio proficuo per comprendere il sistema semantico adottato dall’artista nel plasmare il proprio percorso, è costituito dall’opera intitolata “Scala”, si tratta in questo caso di una scala umanamente impossibile da salire, o per lo meno questo è ciò che si offre ad un primo sguardo. Parrebbe quindi un ossimoro, una scala in sé priva di scopo, nella quale non si ricorre alla tattica surrealista dell’object truovè, ma che apparentemente contraddicendo la propria stessa natura, attua una sorta di costrizione ad una più approfondita osservazione e riflessione. È così, che si possono poi notare quegli appigli che possono costituire un aiuto per i più dotati e volenterosi osservatori, ed ecco che avviene quella contraddizione tra apparenza ed essenza della quale si parlava, che trova la sua linfa vitale nel ricorso a immagini archetipiche, pregne di significati per la cultura occidentale e non solo.
Ogni installazione presenta molteplici rapporti, quello tra l’immagine e la forma dell’installazione stessa e il suo titolo, quello tra il colore e la forma, tra la forma e il nome, tra il nome e gli elementi che lo compongono, tra la propria identità e le altre installazioni, in un gioco di rimandi che potenzialmente si protrae all’infinito con un moto che alla fine si rivela spiraliforme. Immagini che vengono arricchite dal valore della plurisemanticità, da quel cortocircuito con il titolo, che danno forma ad un percorso libero, che ha seguito tuttavia nella sua realizzazione delle strette disposizioni logiche. È per questo che l’astrazione del “Punto” precede la “Linea”, che nella propria unità racchiude entrambe le identità.