Per abbreviare la mia sofferenza, ovvero dell'eroe perduto Marco Pantani

Teatro

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Per abbreviare la mia sofferenza, ovvero dell'eroe perduto Marco Pantani
Spettacolo su Marco Pantani di e con Alessandro Pozzetti.

Se Marco Pantani fosse stato solo il più grande sportivo italiano degli ultimi trent’anni non avremmo mai fatto questo spettacolo. Ma Marco Pantani è stato anche personaggio di contraddizioni. Immensamente potente sulle verticali delle montagne, tragicamente in bilico sui gradini della vita. Era un omino spelacchiato di cinquantaquattro chili, con le orecchie a sventola e le labbra magre, uno che, se non avesse rivoltato il mondo, non sarebbe mai entrato in nessuna fotografia. Veniva da quella terra sgangherata e luminosa che è la Romagna, un ritaglio d’Italia che pare un cilindro fatto apposta per portare al mondo gente strampalata, poeti selvatici e visionari, grandi amatori e tizi che hanno il pallino di arrivare in cima al mondo. Come tutta la gente che viene da quella terra portava in sé, innato, il senso del teatro. Teatrali erano le sue imprese, teatrale, sotto i colori della tragedia, fu la sua. E furono pure le sue parole. Un giorno rispondendo a un giornalista che gli chiedeva perché mai andasse così forte in salita Marco rispose: “per abbreviare la mia sofferenza”. Per abbreviare la mia sofferenza. Un'espressione che pare una ricetta medica prescritta da un dio clemente ai mortali. Oppure il titolo di una tragedia moderna che parte dalla riviera romagnola e infila le salite di Italia e di Francia per spegnersi nella solitudine di un mare di inverno. E' la storia di Marco Pantani da Cesenatico. Storia delle sue glorie e del suo inferno, raccontata dalla voce di un attore che affiora da prima sullo sfondo di una Cesenatico terra di infanzia e di vacanze per poi scivolare, con linguaggi differenti e sempre diversi, lungo capitoli che portano all’unico finale che una tragedia può possedere. Racconto leggero, poi epico, poi tragico che non è biografia ma romanzo di una vita che così ci piace raccontare.

Uno spettacolo che fa pensare e riflettere sul mondo del ciclismo e dei suoi eroi, rappresentato nella valle che ha dato i natali a diversi campioni delle due ruote.