Piccole storie
Nuovo Cineforum Rovereto. Inverno 2005
Argentina, 2002
Titolo originale: Historias mínimas
Genere: Grottesco
Durata: 92'
Regia: Carlos Sorin
Cast: Javier Lombardo, Antonio Benedictis
Sito ufficiale: www.ocean-films.com
A migliaia di chilometri da Buenos Aires, tre personaggi attraversano le strade solitarie della Patagonia del sud: Don Justo, 80 anni,viaggia facendo l'autostop alla ricerca del cane scomparso; Roberto è un rappresentante di commercio e fa lo stesso viaggio di Don Justo portando un carico piuttosto ingombrante sulla sua auto: un dolce alla crema e Maria Flores, na donna molto povera che ha appena scoperto di aver vinto un computer a un gioco televisivo.
Negli splendidi paesaggi senza fine della Patagonia del sud si intrecciano tre storie di gente comune: il vecchio Don Justo fa lautostop verso San Julián alla ricerca disperata del suo cane, per poi scoprire che, in realtà, cercava di lenire in qualche modo il suo senso di colpa; Roberto, commesso viaggiatore, è in cerca di una torta particolare da regalare al figlio di una cliente di cui è innamorato, e girerà tutte le pasticcerie della Patagonia fino a trovare quella che ritiene perfetta; María, mamma poverissima di una bimba di un anno, abita in un paesino dove ancora non è arrivata la corrente elettrica. Un giorno scopre di aver vinto un premio alla La ruota della fortuna locale. Si lascia convincere a partecipare al gioco in Tv, ma la vincita consiste in un elettrodomestico che per lei inutilizzabile.
I tre personaggi si incontreranno o si sfioreranno casualmente nei loro percorsi, tutti alla ricerca di qualcosa tra gli enormi spazi desolati che separano i pochi centri abitati. La vita da quelle parti, dice il regista, non può che essere fatta di partenze e ritorni: naturale che il genere si avvicinasse al road movie.
Le atmosfere sono rarefatte, i colori sbiaditi e uniformi e gli orizzonti lunghissimi; lumanità rappresentata con sensibilità,sincerità e toni sommessi, caratterizzata da un senso di altruismo e dallindecisione perenne tra rassegnazione e speranza. Storie originali, piccole come da titolo, che peraltro è la traduzione letterale del nome di una telecamera, la Aaton Minima, usata per un certo tipo di cinema artigianale. Il regista ci teneva che il film conservasse qualcosa del documentario, come limmagine un po mossa data dalluso della Steadycam; con questa ci porta con tocco raffinato e leggero in un mondo poco conosciuto, vittima a volte di qualche stereotipo.
La storia più coinvolgente è quella di Don Justo, commovente con i suoi occhi da bambino (che sembrano innocenti), la sua ritrosia ma insieme curiosità, la sua umana debolezza ma anche, alla fine, il suo coraggio. Con le immagini sfocate del vecchio in visita dalloculista si apre significativamente il film e si chiuderà a cerchio su quel toccante episodio. Meno approfonditi i personaggi di María e di Roberto, che si lasciano trasportare dalla fiducia in se stessi, per poi rimanere alternativamente delusi dalle circostanze, e poi ancora, come spesso accade, ritrovare la speranza.
Coerentemente con il tipo di film si è preferito scegliere attori non professionisti, tranne che Javier Lombardo (Roberto); di mestiere gli altri fanno, rispettivamente, il meccanico (Don Justo), la ballerina (María), il geologo (Losa), il musicista (Don Fermin). Persino limprovvisata pasticcera, Rosaria Vera, fa davvero torte su richiesta.
Il regista Carlos Sorin ha esordito nella pubblicità e con questo suo terzo lungometraggio ha ottenuto il Premio speciale della giuria al Festival di San Sebastian 2002.
Paola Galgani, 01/07/2003 su www.frameonline.it
organizzazione: Associazione Nuovo Cineforum Rovereto