Pietro Estense Selvatico. Un architetto padovano in Trentino tra romanticismo e storicismo

Mostra

In occasione del bicentenario della nascita di Pietro Estense Selvatico, il Museo Diocesano Tridentino, in collaborazione con il Comune di Mezzolombardo, organizza una mostra dedicata all'attività trentina del celebre architetto padovano.
Figura di spicco nel panorama artistico italiano del XIX secolo, Pietro Selvatico nacque a Padova nel 1803; dopo aver intrapreso gli studi di legge all'Università di Padova, si dedicò allo studio del- 1'architettura sotto la guida di Giuseppe Jappelli e completò la sua formazione svolgendo alcuni importanti viaggi in Europa, a Parigi, a Londra, a Monaco e a Düsseldorf, frequentando gli esponenti della cultura romantica e neocartolica europea. Contestualmente a queste prime esplorazioni, iniziò anche la sua attività come critico d'arte e dei problemi di architettura e d'ornato (la pubblicazione dei suoi primi saggi risale al 1830), attività che contribuì, progressivamente, a diffondere la sua fama di teorico anche fuori del Veneto. Dal 18491'architetto fu anche segretario e docente di estetica all'Accademia di Belle Arti di Venezia.
I rapporti del Selvatico con l'ambiente artistico trentino iniziarono nel 1846: in quell'anno fu richiesta la consulenza dell'architetto padovano per il progetto della chiesa di San Giovanni Battista a Mezzolombardo redatto dall'ingegnere Leopoldo Claricini. Successivamente Selvatico venne incaricato, in quanto "architetto di chiara fama e specialmente pratico nelle maniere gotiche", di progettare la nuova facciata della chiesa di San Pietro a Trento. Si trattò dell'impegno più significativo. del Selvatico nell'ambito della progettazione architettonica che lo vide impegnato dal 1847 al 1851, insieme ad Antonio Gradenigo, autore degli ornati in stile gotico fiorito. Nel 1849 inoltre progettò i tre altari della chiesa di San Giovanni Battista a Mezzolombardo e nel 1850 il Monumento ai benefattori delle pie fondazioni dirette e amministrate dalle congregazioni di Carità, quest'ultimo costruito solamente molti anni dopo nel cimitero monumentale di Trento.
l'esposizione dà conto degli interventi effettuati da Pietro Selvatico per la committenza trentina e offre l'opportunità di vederne riuniti per la prima volta i disegni, sette dei quali particolarmente interessanti in quanto inediti, e parte dei documenti concernenti la realizzazione delle opere trentine. Contestualmente alla mostra viene dato alle stampe un volume dedicato alla cultura artistica dell'Ottocento in Trentino, nel quale sono pubblicati i risultati delle ultime ricerche relative agli interventi di Selvatico in Trentino.
La mostra in programma ha come obiettivo principale quello di porre in primo piano e rivalutare l'attività di Pietro Selvatico in qualità di progettista, fino ad ora non adeguatamente approfondita, nonostante l'attuale interesse per la cultura artistica dell'Ottocento e per la storia e la teoria del restauro.
La mostra inoltre vuole dare avvio ad una serie di iniziative che il Museo Diocesano Tridentino intende promuovere, tese a definire un quadro esaustivo delle linee teoriche e della prassi operativa che a Trento caratterizzò la cultura di restauro e di tutela nel corso del XIX secolo.