Presentazione del libro: Il popolo scomparso

Convegno

con i curatori Quinto Antonelli e Diego Leoni

Il popolo scomparso. Il Trentino, i trentini nella prima guerra mondiale. 1914-1920, a cura di Quinto Antonelli e Diego Leoni

Si tratta di un libro fotografico, primo tomo (che sarà seguito da un secondo saggistico) di una storia che per la prima volta narra l'esperienza della guerra in tutta la sua complessità e la sua estensione, con la messa in campo di tutti i suoi soggetti (i soldati, i profughi, gli uomini e le donne militarizzati, il clero, i bambini). L'ardua ricostruzione dell'epopea dei Trentini in guerra è del Laboratorio di storia di Rovereto che da quattordici anni va raccogliendo i frammenti di una memoria ormai sbiadita per ricomporli in un racconto corale. La ricerca dei materiali fotografici, durata tre anni, ha interessato (oltre a quelli Trentini) i più importanti archivi pubblici italiani ed europei e molte collezioni private: ne sono risultate più di 5000 fotografie, di cui 1200 presenti nel libro. Alle fotografie, raggruppate per temi, si affiancano le scritture dei Trentini che in modi diversi vissero gli eventi della guerra, parti di diari, lettere, memorie: testi conservati nell'Archivio della scrittura popolare del Museo storico in Trento. Il volume riserva spazio anche ad altri materiali che nel corso della guerra hanno segnato l'esperienza dei trentini e successivamente la loro memoria collettiva: cartoline, stampe devozionali, oggetti. L'opera che, ricordiamolo, comprende la pubblicazione di due volumi (il secondo che raccoglierà una ventina di saggi vedrà la luce il prossimo anno), sostenuta dai due Musei storici e dal Comune di Rovereto, può offrirsi così, oggi, all'intera comunità trentina come uno specchio identitario dietro il quale scorre il film di un passato ancora capace di incidere sulla coscienza collettiva. Al di là del suo valore civile, Il popolo scomparso si presenta anche come un modello di ricerca storiografica e di utilizzo delle fonti iconografiche e memorialistiche.

Il libro è in vendita a € 75 e in occasione della presentazione sarà disponibile con uno sconto del 15% sul prezzo di copertina.

Da "Il Trentino" di domenica 2 novembre 2003
IL TRENTINO va in trincea 1914-1920: un popolo si divide tra combattenti e vittime di guerra
Viene presentato domani una ricerca di Antonelli e Leoni

di Paolo Piffer
"Il popolo scomparso" - curato dal Laboratorio di storia di Rovereto con il coordinamento di Quinto Antonelli e Diego Leoni ed edito dai Musei storici in Trento e della guerra di Rovereto e da "Nicolodi"- è tutto questo e qualcosa di più: un grande affresco narrativo di un popolo sospeso tra l'Impero Austro ungarico, di cui faceva parte, e la madrelingua al di la del confine, sul suolo del Regno italico. "Il popolo scomparso" verrà presentato domani a Trento (ore 17,30) nella sede municipale di palazzo Geremia proprio nell'anniversario, l'85º, dell'entrata in città dell'Esercito italiano al termine del conflitto. A questa summa di un popolo tra le nebbie del conflitto, sparpagliato un po' in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Siberia, profugo e prigioniero, sfollato e combattente, farà seguito un altro studio composto da numerosi saggi. "Questa storia è il frutto del lavoro, che dura ormai da molti anni, del Laboratorio di storia di Rovereto che finora si era occupato della città della Quercia, in particolar modo sotto l'aspetto fotografico", attacca lo storico Diego Leoni. "Ora, con "Il popolo scomparso", si sono allargati i confini al territorio provinciale. È una storia complessiva, finalmente onnicomprensiva e complessiva dei Trentini e del Trentino nella Prima guerra mondiale. È però una storia che va ben al di la dei confini provinciali, è mondiale visto che i Trentini, in quel periodo, si sono dispersi nel mondo".
Come avete lavorato per raccogliere tutto questo materiale?
"Abbiamo lavorato a cerchi concentrici, per così dire. Siamo partiti dai musei e dagli archivi trentini per finire a Trieste, Roma, Innsbruck, Mosca, e altri ancora, tra pubblici e privati".
Si tratta di materiale inedito o già conosciuto?
"In gran parte sono foto inedite, materiale che non è stato mai utilizzato in questo modo, cioè per ricostruire un grande racconto fotografico di queste vicende".
"Il popolo scomparso" è un bel titolo, evocativo, perché?
"Perché nel corso della Prima guerra mondiale quello Trentino è proprio un popolo che scompare, come entità nazionale, culturale e geografica, disperdendosi in mille luoghi. Lo stesso territorio subisce delle mutazioni morfologiche che, alla fine del conflitto, lo renderà irriconoscibile".
Qualcuno potrebbe dire: "Ancora un libro sulla Prima guerra mondiale!". Cosa risponde?
"Per due motivi. La Prima guerra mondiale è un pozzo senza fondo, non si è ancora raccontata fino in fondo. E poi perché, questa è, in qualche modo, una storia definitiva, che non si era mai raccontata. La storia del conflitto è stata spesso raccontata per frammenti, alcuni dei quali anche rimossi, sottoposti a censure e rimozioni ideologiche. Ora, tutti gli spezzoni sono stati ricomposti. Ciò sul quale insisto, a proposito del lavoro, è la sua dimensione narrativa che riporta alla ribalta tutti i soggetti coinvolti. Li rimette insieme, li ricolloca all'interno di un grande evento". Le fotografie sono l'aspetto saliente del libro ma vi sono anche altri documenti che aiutano a cogliere i fatti narrati.
"Certo. Ogni capitolo è accompagnato da testi tratti dalla memorialistica popolare che sono conservati all'Archivio della scrittura popolare del Museo storico in Trento. In definitiva, si tratta di un intreccio di fonti, da quelle scritte a quelle fotografiche, che compongono un quadro complessivo ed esaustivo. È un lavoro che mi ha riservato sorprese continue, spesso mi ha sbalordito per i ritrovamenti fatti, foto forti e di grande impatto che, in fondo, rappresentano la storia di tutti noi".


organizzazione: Croxarie - in collaborazione con Sistema Bibliotecario Intercomunale "Strigno e Tesino", Sistema Culturale Intercomunale "Lagorai", Gruppo ANA Strigno