Presentazione del volume: Ecclesia S. Jacobi de Airono
Presentazione del volume:
"Ecclesia S. Jacobi de Airono"
La chiesa di San Giacomo a Irone e il suo restauro
Lungo la strada che collega Ragoli a Stenico, nei pressi della frazione di Coltura, si incontra il rio Algone il cui corso stabiliva, in passato, il confine tra le comunità di Preore e Stenico e, rispettivamente, tra le pievi di Tione e ! Banale. Risalendo, in prossimità del cosiddetto 'ponte di Lisan', per un breve ! tratto la Val d'Algone e percorrendo poi una ripida strada immersa nel verde che si inerpica sul versante orientale del Monte Iron, si raggiunge il piccolo villaggio di Irone, placidamente adagiato su un pianoro che si estende alle pendici della montagna.
Il borgo, la cui esistenza è attestata sin dall'età medievale (sec. XIII), è oggi abitato soltanto durante la stagione calda dell'anno; in passato era uno dei villaggi della comunità di Preore che, secondo la leggenda, sarebbe stato completamente spopolato dall'epidemia di peste del 1630: il morbo avrebbe ucciso tutti i suoi abitanti, tranne uno. Le recenti ricerche storiche hanno, in realtà, dimostrato che Irone fu abitato stabilmente fino all'inizio del XVIII secolo, anche se da un numero via via sempre minore di persone. Sta di fatto che negli anni Sessanta del Novecento, alcuni articoli, apparsi su giornali a tiratura nazionale, diffondevano il mito di 'Irone paese fantasma', attirando sul villaggio la curiosità dei lettori non solo trentini, mito che contribuì a sviluppare un vero e proprio 'turismo del mistero', vivo ancor oggi.
Negli ultimi anni, la Amministrazione Comunale di Ragoli ha promosso con determinazione il recupero architettonico del villaggio, che conserva tuttora l'originario tessuto viario medievale, valorizzando così la tipicità del luogo con le caratteristiche case dai muri massicci, le porte basse, i focolari in pietra e le possenti travi lignee poggiate su pietre di granito reggenti rustici portici.
Nel contesto di questo piano di salvaguardia si colloca anche il restauro della piccola chiesa di San Giacomo, di origine medievale, che sorge isolata rispetto al villaggio, su un'altura panoramica. Diretto da Cristina Mayr e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, l'intervento ha perseguito due importanti obiettivi: in primo luogo consolidare la struttura architettonica del piccolo edificio, in secondo luogo riportare alla luce i lacerti di un ciclo affrescato quattrocentesco giacenti sotto strati più o meno spessi di scialbo. Sono così riemerse le stilizzate figure dell'Angelo annunciante e di due Apostoli, nonché alcuni frammenti delle scene con la Crocifissione e la Deposizione di Cristo dalla croce.
Oggi, a lavori ultimati, si può affermare che l'originaria fisionomia della piccola cappella, falsata da passati e invasivi interventi di ammodernamento (l'ultimo risale al 1911), è stata, per quanto possibile, ripristinata e restituita alla comunità. La pubblicazione del libro"Ecclesia S. Jacobi de Airono". La chiesa di San Giacomo a Irone e il suo restauro, curato da Domizio Cattoi, segue e in certo senso completa - come era stato anche per la chiesa cimiteriale di Ragoli - questa fase di recupero, seguita alla acquisizione da parte dell'Amministrazione Comunale della chiesetta, ceduta al Comune di Ragoli nel 1997 da Gertrude Edwige de Stefanini von Arnim, ultima discendente della famiglia che aveva esercitato per oltre due secoli il diritto di patronato.
organizzazione: Comune di Ragoli