Presentazione del volume: La difesa dalle alluvioni nella Judicaria

Convegno

Presentazione del libro
Le alluvioni causate da fiumi e torrenti hanno sempre costituito una fonte di grave rischio per le popolazioni di montagna, tant'è che le valli del Sarca e del Chiese - l'antica Judicaria Summa Laganensis - vantano un'atavica tradizione nella difesa del territorio dalle inondazioni.
Gli archivi storici rivelano a tale proposito un'insospettata ricchezza di documenti, che testimoniano la costante preoccupazione dell'uomo di fronte alle improvvise escrescenze alluvionali.
Nell'autunno del 2002, a Tione, una mostra allestita dal Servizio Sistemazione montana in collaborazione con il Centro Studi Judicaria ha già raccontato, attraverso quattrocento immagini, la perenne lotta dell'uomo contro le alluvioni.
Oggi, i contenuti di quella mostra sono stati ulteriormente approfonditi, soprattutto sotto il profilo storico, e tradotti in un libro che ripercorre il conflittuale rapporto tra i corsi d'acqua e l'uomo, attraverso il racconto delle principali e spesso dimenticate alluvioni: da quelle antiche, narrate dai cronisti d'epoca, agli straripamenti del secolo scorso, documentati da immagini fotografiche che più di ogni parola rendono conto del potere devastante delle acque.
Creare una memoria storica degli eventi alluvionali significa rafforzare la convinzione che dalle alluvioni ci si può efficacemente difendere mediante accorte politiche di urbanizzazione del territorio, ma soprattutto attraverso un prezioso e per molti aspetti storico patrimonio di opere realizzate nel corso dei secoli a presidio del territorio, frutto di un’attività tenace e poco conosciuta, che da sempre riveste fondamentale importanza per la sicurezza delle nostre popolazioni.

Introduzione al libro
L'idea di ripercorre la storia della Judicaria Summa Laganensis seguendo il filo dei lavori compiuti sin dall'antichità al fine di difendere questi territori dalle alluvioni è nata in primo luogo da una singolare coincidenza: la vasta area indagata dal Centro Studi Judicaria, che da oltre vent'anni si preoccupa «di raccogliere, di salvaguardare, di valorizzare gli elementi e quell'insieme di aspetti sociali e umani che, sotto il profilo culturale, ambientale ed economico, rappresentano la storia delle Giudicarie e dei territori finitimi di pertinenza dei Consorzi B.I.M. fondatori», si sovrappone quasi perfettamente ai bacini idrografici dei fiumi Sarca e Chiese, nel cui ambito l'Ufficio di Zona 1 del Servizio Sistemazione montana «cura la progettazione, provvede alla direzione e all'esecuzione in economia dei lavori di sistemazione idraulico-forestale, procura gli operai, i materiali e i mezzi d'opera necessari per l'esecuzione dei lavori».
Questa condivisione di competenze territoriali ha favorito l'avvio di una stretta collaborazione, nel comune intento di approfondire una materia che, al di là dei pur importanti risvolti tecnici, risulta fortemente intrecciata a molte tra le vicende storiche che hanno segnato la Judicaria Summa Laganensis.

Un primo passo ha condotto all'allestimento, nell'ottobre del 2002, di una mostra su “La difesa dalle alluvioni nella Judicaria”, che ha avuto se non altro il merito di riaffermare, attraverso immagini per larga parte inedite, l'effettivo significato e la straordinaria importanza delle opere poste a salvaguardia del territorio dalle inondazioni.
Il secondo passo viene portato a compimento con la pubblicazione di un libro, che rispetto alla mostra intende offrire maggiori approfondimenti, senza la pretesa di esaurire un argomento così vasto e complesso, ma comunque proponendosi un obiettivo ambizioso: aprire l'orizzonte storico verso una materia a torto considerata di interesse puramente tecnico, e solo sporadicamente trattata nei testi di storia locale.
La difesa del territorio dalle alluvioni costituisce infatti una tra le più antiche e tradizionali attività svolte dalle popolazioni di montagna. Per secoli, gli abitanti dei villaggi situati nelle vicinanze dei corsi d'acqua furono impegnati in prima linea nella comune lotta contro le escrescenze di fiumi e torrenti, attuata attraverso la costruzione di argini, briglie ed altre opere “di sistemazione idraulica e forestale”.
Solo dopo la catastrofica alluvione che nel 1882 colpì l'arco alpino orientale, lo Stato si accollò gli oneri per la realizzazione delle opere di difesa: questo nuovo approccio ebbe l'effetto di consentire la costruzione di numerose opere, che la difficile situazione economica di molti Comuni aveva fino a quel momento impedito di realizzare, ma portò altresì ad un sempre minore coinvolgimento delle comunità di valle nella diretta esecuzione dei lavori. Accadde quindi che la presenza e l'importanza delle opere di sistemazione idraulico-forestale, ben note alle popolazioni contadine che caratterizzarono la società trentina fino alla seconda metà del secolo scorso, vennero pressoché dimenticate nel volgere di pochi decenni, tanto che già nel 1958 il professor Livio Zoli si interrogava «…se la poca considerazione delle sistemazioni idraulico-forestali non derivi dal fatto che, eccettuato un ristretto numero di studiosi, funzionari o appassionati, tutti gli altri ne hanno poca cognizione, sia riguardo alla loro consistenza, sia riguardo alla loro utilità e, se una qualche cognizione ne hanno, ben spesso è imperfetta o deformata».
Riguardo alle opere di sistemazione idraulica e forestale esiste oggi, depositata nei vari archivi del Trentino, una moltitudine di documenti storici: numerosi tra questi vengono pubblicati per la prima volta. Si tratta di antichi manoscritti e mappe, vecchi progetti e rare fotografie, che più di ogni parola rendono testimonianza di un'attività di fondamentale importanza per la sicurezza delle nostre popolazioni.
Il libro vuole infine ricordare l'opera di tutti coloro che in varie epoche sono stati impegnati in una tenace ed oscuro lavoro per la difesa del territorio dalle alluvioni. Tra questi, in particolare, il dottor Luciano Muzzio, responsabile per ben ventotto anni (dal 1966 al 1994) dei lavori di sistemazione idraulica e forestale eseguiti nelle valli del Sarca e del Chiese.


organizzazione: Centro Studi Judicaria di Tione