Presentazione del volume: Uccisi e dimenticati: crimini nazisti contro malati psichici e disabili del Nordtirolo e dell'Alto Adige
Giuseppe Pantozzi ed Ermanno Arreghini presenteranno l'ultima pubblicazione edita dal Museo storico in Trento nella collana "Grenzen/confini": Uccisi e dimenticati: crimini nazisti contro malati psichici e disabili del Nordtitolo e dell'Alto Adige.
Si tratta della traduzione italiana di uno studio già edito nel 1995 dall'attuale direttore della clinica psichiatrica universitaria di Innsbruck, nel quale si ricostruisce la terribile vicenda dei malati di mente perseguitati dal regime nazista nel periodo 1933-1945 e al cui interno si colloca anche l'episodio dei 299 malati "optanti" trasferiti dall'ospedale di Pergine Valsugana in Germania il 26 maggio 1940. Di questi pochissimi fecero ritorno dopo la conclusione della guerra. La gran parte morì nelle camere a gas, a causa di privazioni di ogni genere o della somministrazione letale di medicinali, tutti comunque vittime dello stesso criminale programma di sistematica eliminazione fisica sostenuto da Adolf Hitler.
Nello stesso giorno della presentazione è previsto anche il prolungamento serale fino alle ore 21,00 dell'apertura della mostra "Alla ricerca delle menti perdute" ospitata presso lo spazio Foyer del Santa Chiara.
Il Contenuto
Dal giugno 1933 nei territori del Reich tedesco s'iniziò a praticare la sterilizzazione sistematica dei cosiddetti Erbkranke, ossia individui affetti da malattia di tipo ereditario.
Il passo successivo fu, nell'ottobre 1939, l'attivazione per ordine segreto del Führer del "Programma eutanasia", che prevedeva la soppressione dei malati psichici e dei disabili.
Più di settantamila persone morirono così nelle camere a gas in nome della Säuberung des Volkserbgutes (epurazione del patrimonio ereditario nazionale). Solo un nuovo decreto del 24 agosto 1941, preso atto della crescente opposizione interna espressa da parte della popolazione tedesca, ordinò la sospensione di quel programma. La decisione, tuttavia, non comportò un cambio di indirizzo, ma solo di strategia. I disabili e i malati psichici continuarono a cadere vittime della cosiddetta Wilde Euthanasie (eutanasia selvaggia) esercitata per mezzo di privazioni di ogni genere e la somministrazione letale di medicinali.
Questo, in estrema sintesi, il quadro d'insieme all'interno del quale si colloca la vicenda narrata da Hartmann Hinterhuber nel suo libro. Dati e testimonianze alla mano, l'Autore contribuisce a far luce su uno dei più orrendi crimini consumati fra il 1933 e il 1945 dal regime nazista ai danni di tante persone deboli e indifese, con particolare riferimento al Tirolo del nord e all'Alto Adige.
Sommario
Al posto di una premessa; La necessità di ricordare; La ricaduta nelle barbarie; Inizio delle azioni di sterminio; Una traccia di sangue attraverso l'Austria: i crimini contro malati psichici e disabili nelle regioni austriache; Dimenticati e rimossi: la "politica demografica" nazista nel Nordtirolo e in Alto Adige; Fanatismo e intolleranza: l'applicazione dell'"eutanasia selvaggia" in Alto Adige; "Un orribile sospetto" e le reazioni della popolazione; Il bilancio dell'orrore; La fine; Retrospettive e prospettive; Riepilogo; Ringraziamenti.
L'autore
Hartmann Hinterhuber è direttore della Clinica universitaria di psichiatria, nonché Vicedecano della Facoltà di medicina dell'Università Leopold Franzens di Innsbruck. È membro di numerose associazioni nazionali e internazionali di psichiatria. La sua attività di studio e ricerca si è concentrata principalmente sui temi della
schizofrenia, delle dipendenze, dell'epidemiologia e della psichiatria sociale.
I lettori che desiderano informarsi sull'insieme delle pubblicazioni del Museo storico in Trento possono collegarsi al seguente indirizzo internet:
organizzazione: Museo Storico in Trento