Provincia meccanica
Giovedì al Supercinema
Italia, 2004
Titolo originale: Provincia meccanica
Genere: Drammatico
Durata: 100'
Regia: Stefano Mordini
Cast: Stefano Accorsi, Valentina Cervi, Adele Ferruzzi, Miro Landoni
Una storia ispirata ad un fatto di cronaca. Una famiglia, marito e mogli e i loro figli, sceglie di vivere al di là dei canoni convenzionali, senza capire perché la società si intrometta nelle loro libere scelte.
Una famiglia sconquassata rifiuta le consuetudini imposte dalla propria comunità. Paolo, un operaio turnista (Stefano Accorsi); Silvia, una giovane mamma anticonformista (Valentina Cervi); Sonia, una ragazzina affettuosa (Adele Ferruzzi); Davis, un bimbo silenzioso (Lorenzo Zanetti); Pigro, un cane tv-dipendente e un iguana senza particolarità di rilievo vivono mettendo al bando le istituzioni, gli obblighi del vivere quotidiano e ogni tipo di abitudine. E sono felici.
Ma l'equilibrio della famiglia, evidentemente, ha i giorni contati. Un'assistente sociale preoccupata e una suocera tormentata dalle strane scelte di vita di "casa Battaglia" mettono a rischio la già provata armonia familiare. Per via delle assenze ingiustificate da scuola Sonia viene allontanata dal nido squinternato in cui ha sempre vissuto. Silvia accusa il colpo, si chiude in camera da letto e si isola dal mondo che le ha strappato la figlia. Il processo di disgregazione del ménage familiare raggiunge l'apice quando Dragan detto "il rosso" (Ivan Franek), un marinaio bloccato nel vicino porto, si stabilisce nell'appartamento di Paolo e Silvia, ovviamente sempre più abbandonato a se stesso. Gli animali vengono regolarmente privati di cibo, i piatti nel lavello crescono a ritmo vertiginoso, Davis, costantemente in mutande, non si stacca dalla Playstation e Silvia, forse sensibile più di tutti al clima di insostenibile anarchia, in un attimo di confusione tradisce il marito. La cosa si abbatterà su Paolo che, malgrado i mille problemi tra le mura domestiche a cui si aggiungeranno altrettante difficoltà sul luogo di lavoro, finirà per alienarsi da tutto e tutti alla ricerca di recuperare quella stabilità che gli è scivolata tra le dita.
"Provincia meccanica", liberamente ispirato a un fatto di cronaca, opera prima di Stefano Mordini, già autore di ottimi documentari ("Paz '77", "Arbitri", "L'allievo modello") fa discutere. Per un film italiano è già una novità. Apprezzabile l'atteggiamento da documentarista per raccontare una storia di finzione, la caratterizzazione di alcuni personaggi e il tono con cui sono messe in scena queste esistenze di degrado. Nella prima parte del film, in effetti, si ha la sensazione che la macchina da presa sia uno strumento per riportare e rivelare piuttosto che per narrare e raccontare. In apertura succede davvero poco: inarrivabili giri a vuoto, intensi momenti di attesa, lancinanti attimi di sospensione. La provincia pare davvero meccanica per quel senso di predestinazione che incombe su ogni personaggio. E' proprio una periferia a orologeria quella descritta da Mordini. Nel suo racconto non c'è un burattinaio, ma abbondano i burattini. Finiranno stritolati? La cosa è evidente sin dalle prime scene.
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