Rachel

Cinema

Docville. Le vie del documentario

Rovereto sarà una delle tappe della rassegna cinematografica "Al cuore dei conflitti", giunta alla sua seconda edizione e ideata dalla Federazione Italiana Cineforum in collaborazione con Laboratorio 80, Osservatorio Balcani e Caucaso e Peacereporter. La rassegna viene ospitata tra febbraio e aprile in diverse città italiane (Bergamo, Novara, San Marino, Pavia, Oleggio) oltre a Rovereto.

Francia/Belgio, 2009
Titolo originale: Rachel
Genere: Documentario
Durata: 100'
Regia: Simone Bitton

Premi e festival:
Tribeca Film Festival, Berlin International Film Festival, Hot Docs Toronto, Göteborg International Film Festival, Cinéma du Réel, San Francisco Jewish Film Festival, Pesaro Film Festival, Internazionale a Ferrara
L’autrice di Il muro, la franco-israeliana Simone Bitton, torna nei territori occupati con un’inchiesta sulla morte di Rachel Corrie, la 23enne pacifista americana uccisa da un bulldozer dell’esercito israeliano nel marzo 2003, mentre stava tentando di bloccare la demolizione di una casa palestinese nella Striscia di Gaza.
Come molti giovani, anche Rachel teneva un diario, dove raccoglieva una puntuale cronaca delle sue giornate e le sconvolgenti impressioni della realtà con cui veniva a contatto, per condividere la sua esperienza con i familiari e gli amici rimasti nella sua Olympia, nello stato di Washington.
Simone Bitton ricostruisce i drammatici fatti di quel giorno, mostrando per la prima volta le foto scattate dagli altri attivisti del gruppo di Rachel e i filmati delle telecamere di sorveglianza, e dando la parola a tutti i protagonisti del tragico evento, nel tentativo di far scaturire la verità da versioni contraddittorie tra loro. Verità o menzogna? Dichiarazioni sincere o pura propaganda?
Il documentario non è solo un tentativo di individuare i responsabili, problema che la polizia militare israeliana ha liquidato in fretta e rispetto al quale il governo americano non ha mai preteso chiarimenti, ma anche una commovente riflessione sulla giovinezza e l’idealismo, accompagnata dalle e-mail scritte da Rachel durante la sua permanenza in Palestina.

Rachel Corrie è morta a 23 anni e io ne ho 53, così, piuttosto semplicemente, compiango la mia giovinezza. In Rachel Corrie ho probabilmente visto allo stesso tempo la ragazza che sono stata e la figlia che avrei voluto avere.
Mentre lavoravo al film, costantemente mi chiedevo: se non fosse morta, avrebbe perso la sua innocenza, la sua purezza? Sarebbe stata contaminata dal “pragmatismo” e dal “realismo”? Sarebbe, in parole povere, scesa a compromessi? Se non fosse morta, sarebbe comunque in qualche altro modo scomparsa?
Ho realizzato il film a partire da questa idea. Da questo sentimento di profonda intimità, di vicinanza con questa ragazza che venne da lontano per morire su quella terra maledetta, di cui non smetto, film dopo film, di raccontare la sventura e la bellezza.
Simone Bitton


organizzazione: Osservatorio Balcani e Caucaso