Ragazzi soldato

Convegno

incontro con Padre Berton

L’associazione EDUS – EDUCAZIONE E SVILUPPO di Trento e l’associazione Sottobosco di Tesero presentano una serata di sensibilizzazione pubblica sui temi dei bambini soldato e dei bambini di strada di Freetown (Sierra Leone) e sulle adozioni a distanza.
Un paese che noi europei non sentiamo nominare spesso, di quelli che difficilmente riusciamo ad individuare immediatamente sul mappamondo, senza andare a scrutare con gli occhi le paroline scritte in piccolo sulla costa occidentale del continente nero, il “gigante Africa”. Meglio di noi conoscono quel paese le ditte di estrazione mineraria europee ed americane, che ne trivellano il suolo alla ricerca dei piccoli fiori del sottosuolo, i diamanti che impreziosiscono i delicati colli delle donne occidentali tanto quanto rigano di sangue quelli delle donne africane..
La Sierra Leone ed i suoi cinque milioni di abitanti precipitano nella guerra civile nel 1991, la terra e gli uomini sono dilaniati dalle incursioni del RUF (Revolutionary United Front), dall’incapacità e dalla corruzione dell’esercito regolare e dalla nascita di una “milizia privata”, questi ultimi occupati a concorrere tra loro nell’esercizio della violenza “legale”, autoreferente e giustificata da se stessa. In 10 anni di guerra civile gli eserciti arrivano al loro reciproco logoramento, non esitando, per rinvigorire e fortificare le proprie fila, ad “arruolare” ragazzini e bambini, sotto la minaccia delle armi o con la fasulla promessa di cibo e protezione. Combattenti in erba, un dramma per noi difficilmente immaginabile che distrugge l’infanzia di migliaia di bambini e che mina il loro futuro così come quello di tutta la Sierra Leone. Non esistono dati ufficiali e neppure stime sul numero di bambini “impiegati” in guerra in Sierra Leone. Si sa che sono migliaia e che vengono arruolati da entrambe le parti in conflitto. Costretti ad abbandonare i loro villaggi ed i loro affetti per combattere una guerra di cui non sanno nulla e le ragioni della quale vanno ricercate lontano dalla loro patria, magari tra gli scaffali luccicanti delle gioiellerie europee.. Per i bambini gli effetti sono devastanti - sia sul piano fisico, sia su quello psicologico. Per mandarli a combattere gli adulti li drogano, creando in loro una dipendenza dagli stupefacenti dalla quale difficilmente riusciranno a liberarsi anche una volta sopravvissuti alla guerra. E ancora piccoli schiavi da impiegare nei lavori pesanti e a scopo di sfruttamento sessuale.
Il potere della violenza e delle armi che di nuovo schiaccia i diritti ed i sogni dei più deboli, di coloro che non possono difendersi, così come troppo spesso è successo in passato. Bambini col fucile in mano, pesante simbolo della più crudele delle schiavitù, quella dalla quale non ci si può liberare. Quella della perdita dell’innocenza, dell’impossibilità del ritorno alla vita normale, quella del rimpianto, del rimorso in cui questi piccoli killer rischiano di precipitare ed in cui rischiano di soffocare una volta che, smaltita la cocaina con cui vengono imbottiti, realizzano di aver ucciso uno sconosciuto, un vicino di casa, un amico.
Grazie a Dio esistono delle organizzazioni di volontariato come Edus – Educazione e Sviluppo che considera due priorità ineludibili nel lavoro di cooperazione internazionale: l’educazione, come impegno serio e attento a favorire le condizioni perché l’uomo possa incontrare la verità di sé stesso; lo sviluppo, che necessariamente passa attraverso una riscoperta dell’uomo sempre origine di risorse, e del lavoro come modo dell’uomo per maturare una propria dignità.

L’adozione a distanza attivate da Edus in collaborazione con AVSI è una corda lanciata in fondo al profondo pozzo di dolore in cui ognuno di questi bambini si ritrova quando riesce a liberarsi dai propri carcerieri, un piccolo ma incredibilmente importante, necessario spiraglio di futuro che noi possiamo offrire loro, che noi DOBBIAMO offrire loro. Senza il nostro aiuto nessuno salverà gli occhi scuri di quei bambini, che sono i NOSTRI bambini, dal riempirsi ancora ed ancora di rabbia, disperazione, rancore. E nessuno salverà noi dalla nostra coscienza.. Guardare la televisione ed indignarsi davanti alle immagini dei bambini soldato non basta. È ora di agire!
Nostro obbligo morale è quello di non voltarci dall’altra parte, di non scendere a compromessi con facili giustificazioni e decidere muoverci verso di loro, sfruttando la grande possibilità che uomini come Padre Berton ci offre. Non possiamo voltarci dall’altra parte.

Le istituzioni locali come la Cassa Rurale di Fiemme ed il Comune di Tesero hanno accolto con senso di solidarietà questo accorato appello e stanno valutando la possibilità di aderire ad un importante progetto che possa contribuire in maniera concreta a fare sì che le prospettive di questo sfortunato popolo siano migliori.

L’evento avrà luogo venerdì 8 settembre presso la Sala Bavarese di Tesero alle ore 20.30
Vedrà la partecipazione di:
• Padre Giuseppe Berton, missionario saveriano dal 1977 in Sierra Leone
• Ernest Sesay responsabile dell’associazione Sierraleonese “Family Homes Moviment” in signa FHM nata dal lavori di padre Berton che dal 1996 opera per il recupero e reinserimento dei bambini ex soldato e di strada.
• Carlo Fedrizzi dell’associazione EDUS – EDUCAZIONE E SVILUPPO che dal 2004 collabora e sostiene l’opera di padre Berton.

Nel corso della serata sarà presentata la realtà della Sierra Leone e il lavoro ad oggi svolto nonché le prospettive future. Sarà inoltre presentata la modalità di aiuto tramite le adozioni a distanza dei bambini soldato e di strada di Freetown (Sierra Leone).

Per ulteriori informazioni contattare il numero 0461-407020


organizzazione: assocaizone EDUS Educazione e Sviluppo di Trento - associazione Sottobosco di Tesero