Re Cervo Nones

Teatro

da Re Cervo di Carlo Gozzi

Cigolotti, servo di Durandarte  Ombretta Martini
Deramo, re di Serendippo  Flavio Torresani
Angela, figlia di Pantalone  Caterina Nebl
Pantalone, secondo ministro di Deramo  Isa Nebl
Barbaglia, primo ministro di Deramo  Massimiliano Debiasi
Clarice, figlia di Tartaglia  Saida Rossetto
Leandro, cavaliere e figlio di Pantalone  Pier Giorgio Fabbro
Smeraldina, serva  Cristiana Redolfi
Truffaldino, uccellatore  Emilia Piz
Durandarte, mago  Pier Giorgio Fabbro
Guardie, cacciatori, animali

maschere di Davide Falbo
scenografia di Walter Marini, Isa Nebl, Marco Pilati, Cristiana Redolfi

costumi di Giacomo Sega
luci di Domenico Migliaccio
laboratorio di Commedia dell’Arte a cura di Emilia Piz
traduzione in nones a cura della Compagnia

adattamento e regia di Sandra Mangini

Re Cervo di Carlo Gozzi è una “fiaba teatrale tragicomica”.

Ambientata in un tempo “mitologico”, nel cuore di una selva immaginifica, la storia è dominata dalla presenza del Mago Durandarte e dalle sue magie, nel segno della trasformazione tra regno animale e regno degli uomini.

I personaggi sono quelli della fiaba d’amore e della Commedia comica: un re buono (Deramo), una fanciulla di nobili sentimenti ma povera (Angela), un malvagio ministro (Barbaglia), gli innamorati (Clarice e Leandro), il Pantalone, i servi (Truffaldino, Smeraldina, Cigolotti), in una grande ricchezza di registri teatrali e di linguaggi.

Tutta la vicenda è imperniata sul tema della verità e della contrapposizione tra corpo e anima.Re Deramo cerca, invano, una sposa che l’ami d’amor sincero e disinteressato, avvalendosi di una statua, dono del Mago, col potere di leggere nel cuore delle contendenti. Quando a corte si presenterà Angela, figlia di Pantalone, Deramo riconoscerà in lei l’Amore vero e la farà Regina. Il ministro di corte Barbaglia, che aspira al potere e al cuore di Angela, fallito il tentativo di imparentarsi col Re tramite la figlia Clarice, perdutamente innamorata di Leandro, nel corso di una battuta di caccia estorce al Re, con l’inganno, il secondo dono del Mago: una formula magica, che permette di impadronirsi del corpo di un altro essere. Sarà così che Deramo entrerà nel corpo di un cervo ucciso e Barbaglia entrerà nel corpo di Deramo, usurpandone il ruolo e condannando il regno e Angela alla sua tirannia.

Mentre il Mago Durandarte, sotto le sembianze di un pappagallo, si fa catturare nella selva e portare a corte da Truffaldino, Deramo – cervo entra nel corpo di un vecchio, ucciso da Barbaglia stesso, e in queste fattezze riesce a parlare con Angela, che ne riconosce la nobilltà del cuore.

A ristabilire l’ordine delle cose sarà il Mago, in sembianze umane, decretando solennemente che “ciò che distingue l’uomo è la gentilezza dell’alma, non delle spoglie!”
Alla maniera dei Comici dell’Arte, ci siamo ispirati a questa meravigliosa opera di letteratura teatrale, con leggerezza e inventiva, immaginando che la vicenda sia ambientata proprio in queste valli, tra presente e un mitico passato, in cui i personaggi parlano il noneso, il trentino, il veneziano e l’ italiano “alto”, restituendo così l’opera di Gozzi in una versione decisamente originale e unica.

Questo spettacolo fa seguito ai tre “Varietà nonesi” creati intorno alle canzoni di Carlo Piz. Vogliamo continuare la felice esperienza vissuta insieme al pubblico per misurarci, questa volta, con le straordinarie possibilità della Commedia Dell’Arte, con spirito gioioso e divertito.

Sandra Mangini

Costi

ingresso gratuito

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA:
Tel 0463 536121
coredo@comune.predaia.tn.it