Repulsion

Cinema

Gran Bretagna, 1965
Genere: Drammatico
Durata: 105'
Regia: Roman Polanski
Cast: Catherine Deneuve, Valerie Taylor, John Fraser, Patrick Wymark, Ian Hendry, Yvonne Furneaux

La lenta discesa di Carol Ledoux (C. Deneuve), manicure belga a Londra, verso la dissociazione psichica. Lasciata sola in casa dalla sorella (Y. Furneaux), è vittima di incubi, allucinazioni sessuofobiche, deliri. Quando due uomini un corteggiatore e il proprietario di casa penetrano nell'appartamento, vengono uccisi. Scritto con Gérard Brach con cui a Parigi aveva già collaborato per un episodio di Le più belle truffe del mondo (1963), è il 1 lungometraggio realizzato da R. Polanski fuori dalla Polonia. Opera di realismo psicologico, ma anche fantastica dove la poetica degli oggetti, costante nel suo cinema, acquista una forza visionaria in cui si sentono le influenze dell'espressionismo tedesco, di Cocteau, dei macabri marchingegni del cinema di spavento e dell'orrore. E la descrizione "del paesaggio del cervello di Carol" (R. Polanski), ma anche l'analisi puntigliosa dell'itinerario sociale ed esterno da lei compiuto per "arrivare a sé stessa". Magistrale fotografia di Gilbert Taylor, musiche di Chico Hamilton, Orso d'argento al Festival di Berlino. E una Deneuve di straziante intensità.

Informazioni sulla prevendita

Le proiezioni sono riservate ai possessori della tessera annuale 2003-2004 (€ 5) del Circolo del Cinema “Effetto Notte” sottoscrivibile presso la biblioteca di Pergine in piazza Serra, la libreria Athena in via C. Battisti a Pergine e la libreria Punto Einaudi in piazza Mostra a Trento

Improntato sullo stile horror psicologico che ha caratterizzato "Rosemary's Baby" e "L'inquilino del III piano", il film di Polanski racconta in un crescendo di tensione, la dicesa verso la follia della protagonista Carol. Questa vive con la sorella un rapporto di semi-soggezione psicologica e di attaccamento morboso che la spinge a detestarne l'amante con cui la donna intraprenderà un viaggio in Italia. Carol, rimasta sola, accentua la sua mania sessuofobica rifiutando uno spasimante con cui esce da qualche tempo, e combinando diversi guai sul lavoro (in un centro estetico), dove la vista del sangue sgorgato da una ferita volutamente provocata ad una cliente, fa saltare in Carol gli schemi mentali che ancora la tenevano ancorata alla reltà. Nell'ultima parte del film la protagonista, in preda ad allucinazioni che coinvolgono la stessa casa mutante di fronte ai suoi occhi, e un probabile ricordo di violenza sessuale subita, finisce con l'uccidere il suo spasimante e l'affittuario della casa dove vive, fino a ritorno della sorella e dell'amante che la trovano stesa in terra in uno stato di trance catatonica. Il film punta interamente sull'orrore psicologico e sulla lenta discesa agli inferi della mente della protagonista di cui il regista fa intuire e non rivela mai, un trauma trascorso che l'ha irrimediabilmente segnata. Paranoia, ossessioni e inevitabile epilogo sono gli ingredienti che hanno caratterizzato "Rosemary's Baby", ma che non riescono a creare il capolavoro che Polansky avrebbe potuto realizzare se il ritmo del film fosse stato appena un po' più veloce e la Deneuve (che interpreta Carol), meno monocorde per tutta la durata della pellicola. Datato 1965.
da www.alexvisani.com/rec_film/repulsion.htm


organizzazione: Circolo del cinema "Effetto notte"