Riccardo III
Diaghilev Centro di Prod. Cantieri Teatrali del Terzo Millennio
Riccardo III
di William Shakespeare
con Flavio Bucci, Libero Sansavini, Giorgio Carminati, Massimo Lello, Luigi Mezzanotte, Michele Trotta,Alessandro Bucci, Carmine Calducci, Roberto della Casa, Gino Nardella, Diana De Toni, Gioietta Gentile, Daniela Monteforte
regia di Nucci Ladogana
Punta di diamante della prima tetralogia storica dedicata alla drammatica fine del regno di Enrico VI ed alla Guerra delle Due Rose, il Riccardo III scespiriano non ha cessato nei secoli d'esser oggetto di discussioni e polemiche. In Italia si va dal giudizio sostanzialmente negativo di Mario Praz «vi si scorge a malapena l'impronta del genio») alle più recenti esaltazioni di Vittorio Gabrieli e di Nemi D'Agostino, mentre sarebbe lunghissima l'elencazione delle disparità di giudizi dei maggiori critici stranieri sui pregi e difetti della struttura drammaturgica, sul linguaggio, sul carattere e dello stile sublime o solo declamatorio. In questa lettura tentiamo di fare delle nequizie di Ric- cardo un mezzo di difesa contro gli intrighi degli altri personaggi; da questa angolazione i personaggi sono tutti "wrangling pirates" (pirati rissosi), secondo la ripetuta definizione della Regina Margherita, personaggio che abbiamo sacrificato in questa versione per poter rendere più comprensibile la trama tutta e quindi la "leggenda nera" che ha sempre avvolto il personaggio ne sarebbe per lo meno attenuata e in parte perfino giustificata. Tre interrogativi nascono dalla assenza del personaggio-clown abitudinario nel teatro scespiriano e nel risveglio della "codarda coscienza" di Riccardo nel finale; mentre nel primo caso credo si possa dare il massimo credito a una fine osservazione del Gabrieli, secondo cui la natura istrionica del protagonista avrebbe reso perfettamente inutile il controcanto giocoso d'un clown (indispensabile, invece, a un Leàr), il ravvedimento finale di Riccardo ha, a nostro avviso, motivazioni molto complesse e non si tratta, com'è generale convinzione, d'un escamotage di mestiere. Se è pur vero che nella prima tetralogia storica di Shakespeare i principi morali vengono per lo più ipocritamente esibiti, ma violati nella sostanza per interesse o paura, è ben vero che ogni delitto trova qui, proprio alla fine, opportuno castigo e che «un principio di trascendente retribuzione finisce con l'affermarsi, forse un po' ritualmente, nella vicenda della storia». Non si tratta di questo, non si tratta di osservanza a tradizioni o espedienti. No, qui la sincerità di Riccardo è evidente e ben diversa dalle fredde autoanalisi degli altri frequentissimi monologhi: il punto più alto di questa cronaca che è già una tragedia è qui: «Non c'è creatura che m'ami e se muoio nessuna anima avrà pietà di me! E perché dovrebbe se io stesso non la trovo verso me?» Questo atroce interrogativo chiude giustamente la parabola di un personaggio apparentemente mostruoso ma in realtà solo disperato per la propria disumanità.
Biglietti in vendita presso:
Sportelli delle Casse Rurali Trentine fino alle ore 15.30 del giorno dello spettacolo o del venerdì precedente se lo spettacolo è programmato di sabato o di domenica
Biglietteria teatro il giorno dello spettacolo dalle ore 20.00
organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comune di Mezzolombardo - Circolo Culturale '78