Risvegli

Teatro

Itaca associazione teatrale/ariaTeatro
Risvegli
eine alteKindertragödie
di Frank Wedekind
traduzione Cesare Lievi
regia Roberto Tarasco
con Moritz Eiffel Marco Alotto, Chiara Benedetti, Gianni Bissaca, Denis Fontanari
ispirato a "Risveglio di primavera" di Frank Wedekind

Ogni società si fonda sulla rimozione sessuale l'educazione deve procedere in questo senso, anche se alcuni soccombono: questa, per così dire, è la pietra di paragone che la società oppone all'individuo.
Sigmund Freud

Risveglio di primavera è stato scritto in un momento storico in cui si incomincia a pensare all'adolescenza come stadio importante della formazione della vita umana.
L'adolescenza da quel momento acquista un attenzione e un ruolo nella società e ne diventa protagonista.
Oggi l'adolescenza pare protrarsi ben oltre il naturale periodo biologico.
Per questo, nella nostra messa in scena la vicenda narrata da Wedekind viene rivisitata da un gruppo di vetero-adolescenti, che ripercorrono conflitti, ansie e desideri di una maturazione mai avvenuta.
Alla base delle vicende drammatiche del testo vi è una sessualità prorompente e non procrastinabile, il risveglio di primavera appunto, che diventa nell'adattamento una sorta di circolo vizioso che non trova una via d'uscita, un ossimoro, un qualcosa di eternamente procrastinato e prorompentemente immobile.
Nel testo di Wedekind, inoltre, è interessante lo spostamento spazio-temporale: il luogo drammatico muta in continuazione. In ogni scena ci ritroviamo in uno spazio nuovo: al chiuso o all’aperto, all’interno di una lettera o in presenza di spiriti, inoltre vengono continuamente citate opere letterarie e pittoriche, quasi a definire un paesaggio simbolico ed evocativo che cambia rapidamente.
Ci troviamo un secolo prima della nascita di internet in una sorta di viaggio virtuale.
Abbiamo costruito lo spettacolo non come messa in scena cristallizzata del testo, ma come traduzione complessa e frammentata di dialoghi e situazioni. Gli ambienti sonori, gli elementi visuali, i movimenti coreografici danno una nuova cifra drammaturgica e di regia.
La scena è un ring dove si affrontano, senza mai confrontarsi veramente, le generazioni nell'azione drammatica.
Crediamo in un teatro che proponga linguaggi contemporanei, che non si limiti a mettere in scena i testi ma li approfondisca, un teatro che cerchi una comunità in cui rappresentarsi.