Roger Dodger

Cinema

Giovedì al Supercinema

USA, 2002
Titolo originale: Roger Dodger
Durata: 104'
Genere: Commedia
Regia: Dylan Kidd
Cast: Campbell Scott, Jesse Eisenberg, Isabella Rossellini, Elizabeth Berkley, Jennifer Beals

Nelle lunghe notti di Manhattan, Roger Swanson, seducente pubblicitario di successo, è solito passare di festa in festa, alternando proficuamente lavoro e relazioni sociali. La sua vita cambia, in modo radicale e inaspettato, quando il giovane diciassettenne nipote Nick, si presenta a casa sua, desideroso di conoscere l’affermato zio la cui mondanità riveste ai suoi occhi particolare attrattiva.

di Paolo Boschi
Roger Swanson, detto “Dodger” (epiteto equivalente a “furfante”, “imbroglione”), è un intrigante copywriter di successo che vive e lavora a New York, con l’unico scopo apparente di passare da una festa all’altra in cerca di ‘prede’ femminili da avvincere con il suo irresistibile (talvolta cinico) charme da simpatico bastardo e la sua parlantina lanciata a briglia sciolta sui sentieri della seduzione. Una vita all’insegna della ‘caccia’, perché per Roger si tratta proprio di questo: portarsi a letto una donna ogni volta che esce a ‘cacciare’ per le strade di Manhattan. Durante la sua ultima avventura il buon Roger ha toccato l’apogeo conquistando il suo stesso capo, la bella Joyce: paradossalmente un’impresa simile, che potrebbe cambiargli la vita professionale, finisce in un amaro fallimento, dato che Joyce si rivela un animale sociale indipendente, pronta a sbattere Roger fuori dalla sua vita al primo sintomo di ‘attaccamento’. Così, nell’ora più buia della sua carriera di seduttore, alla porta del protagonista bussa il nipote Nick, un sedicenne confuso che vede in lui il logico mentore della propria educazione sessuale. Roger non si sottrarrà al compito, guidando il nipote lungo i meandri di un appuntamento a quattro con due prede potenziali e dilatando ad libitum la notte di caccia per le strade di Manhattan. La regola numero per entrare nella filosofia del dongiovannesco zio è allargare il proprio io al sesso, prepararsi a percepirlo in ogni momento della giornata, perché il sesso è ovunque. Roger Dodger di Dylan Kidd si è imposto quale miglior opera prima di Venezia 2002, ricevendo un’ottima accoglienza sia da parte del pubblico che della critica. La storia in sé non è molto originale, ma è servita con dosi generose di puro talento registico e molta verve: se non è nuovo il soggetto che Kidd ha scelto di raccontare, risulta insomma decisamente originale il modo con cui ha voluto raccontarlo, assecondando la frenesia del modus vivendi del pubblicitario rampante con traballanti sequenze riprese con telecamera a mano. Roger Dodger prende fin dalla pimpante sequenza d’apertura e riesce, tramite gli assurdi aforismi e la filosofia da bar profusa dal protagonista al nipote, a catturare i punti salienti dell’essenza maschile: gli stessi che in genere gli uomini non ammetterebbero mai. Il contraltare d’ingenua naturalezza costituito dall’inesperto nipote consente al regista di bilanciare ironicamente l’apparato di cinica apparenza esibito da Roger “Dodger” Swanson, indomito prototipo di grande seduttore metropolitano. Una godibilissima commedia completamente giocata sul ritmo e su dialoghi davvero scoppiettanti. Da non perdere.
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