Rumore di acque

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2012/2013
Altri Percorsi / Arte della Diversità

Teatro delle albe
con il patrocinio di Amnesty International
Rumore di acque
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari
regia Marco Martinelli
musiche originali eseguite dal vivo Fratelli Mancuso
spazio, luci, costumi Ermanna Montanari, Enrico Isola
con Alessandro Renda

Un isolotto in mezzo al mare, poco più di uno scoglio vulcanico che neppure appare sulle carte. In questa penombra, confinato in uno spazio ristretto, si trova l'ufficio di un losco generale, demoniaco ma allo stesso tempo sottomesso, che prende gli ordini da un fantomatico "Ministero degli Inferni." E' qui che il sadico contabile in uniforme svolge il suo quotidiano compito di catalogare ed "archiviare" i morti dispersi nelle traversate del Mediterraneo. Non è un monologo, quello che Marco Martinelli ed Ermanna Montanari - storici fondatori del Teatro delle Albe - hanno costruito attorno alla tragedia delle migrazioni clandestine; è piuttosto un poemetto in versi, che si snoda tra lo sproloquio paradossale e tragicomico del funzionario, magistralmente interpretato da Alessandro Renda, e le calde musiche eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso.
Rumore di acque è uno spettacolo che riesce a farci rivivere tante piccole storie di uomini e donne che muoiono prima di poter vedere realizzato il sogno di un futuro migliore. Indigna, coinvolge e sconvolge proprio perché sono le invettive sadico-ciniche di un burocrate gallonato e ossessionato dai numeri a raccontarcele. Un paradosso, una prospettiva "altra", spesso rovesciata, con cui guardare la realtà che da sempre è la cifra stilistica della compagnia ravennate, profonda, irriverente e raffinata. L'essere mostruoso è piegato su un ammasso di carte, davanti a una pila di fogli pieni di numeri trascritti malamente; li guarda, li mette in ordine, ma la salsedine li ha consumati, sono illeggibili, di scatto li butta a terra, esasperato. La contabilità e la burocrazia sono gli unici strumenti per sopportare l'orrore, per non pensarci. "Pensavamo a Gheddafi, tra noi lo chiamavamo il Gheddafi" ammette Martinelli, descrivendo le prime fasi di creazione dello spettacolo che ha debuttato nel 2010. "Poi invece ... troppo facile pigliarsela con lui, con "quel"dittatore furbo e sanguinario. Certo, colpevole lo è, e tanto, ma noi? Io? Siamo innocenti noi? Di tutte quelle tragedie che avvengono altrove, lontano dalla mia casetta, posso ritenermi non responsabile? Quel generale acido e nevrotico, quel funzionario che ne ha le scatole piene di star lì a contare numeri e morti e metterli in fila, pure mal pagato da quelli delle capitali, quel ragionierino mefistotelico e sarcastico, quello spettatore impotente davanti ai telegiornali, quello, proprio quello, siamo noi. Sono io". Dai progetti con gli studenti africani della Senn High School di Chicago che ha portato alla realizzazione dello spettacolo Polacchi, alla rilettura dell'Ubu Re di Alfred Jarry interpretata dagli adolescenti di Diol Kadd, villaggio nel cuore del Senegal, fino al progetto di un Teatro "stabile" a Scampia: i lavori del Teatro delle Albe, premiati in tutto il mondo, ampliano i confini del teatro coinvolgendo in prima persona uomini e territori tradizionalmente esclusi dai circuiti culturali. Rumore di acque è la seconda tappa del trittico "Ravenna-Mazara 2010". Tre opere che in maniera differente prendono Mazara del Vallo come simbolico luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull'oggi.