Ryuichi Sakamoto

Musica

Futuro Presente. Effetto Bertolucci
Suoni

Ryuichi Sakamoto pianoforte
Jaques Morelenbaum violoncello
Stefano Pagliani violino

Un autentico artista senza frontiere: non si può definire in altro modo Ryuichi Sakamoto, musicista e compositore capace di spaziare con grande naturalezza dall’elettronica alla bossa nova, dalla musica classica alla dance, alla musica per il cinema. E ogni volta è rintracciabile una personale cifra stilistica che combina voglia di sperimentare e di comunicare. Ciò sin dai tempi della Yellow Magic Orchestra, il gruppo techno-pop formato assieme al bassista Haruomi Hosono e al batterista Yukihiro Takahashi che sul finire degli anni Settanta regala a Sakamoto la prima notorietà, anche al di fuori dei confini del Paese di origine; a quel periodo risale pure Thousand Knives of Asia, primo album solista del musicista di Nakano. Nel 1983, anno della fine dell’importante esperienza con la Yellow Magic Orchestra, Sakamoto sigla le musiche di Merry Christmas Mr. Lawrence, film di cui è anche co-protagonista assieme a David Bowie: fra i brani concepiti per la colonna sonora del film di Nagisa Oshima spicca “Forbidden Colours”, impreziosito dalla voce di David Sylvian dei Japan. In seguito si infittiscono le collaborazioni con artisti diversissimi fra loro: da Iggy Pop a Youssou N’Dour, da Brian Wilson a Robbie Robertson, da Arto Lindsay a Robert Wyatt e Caetano Veloso, dal poeta William Burroughs a sperimentatori elettronici come il tedesco Alva Noto e l’austriaco Fennesz, fino al violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum, assieme al quale Sakamoto renderà sentito omaggio ad Antonio Carlos Jobim, uno dei padri della bossa nova. I legami tra Sakamoto e il cinema si saldano, invece, con Wild Palms di Oliver Stone, con Tacchi a spillo di Pedro Almodovar, ma soprattutto con le tre pellicole firmate da Bernardo Bertolucci, L’ultimo imperatore, Il tè nel deserto e Piccolo Buddha. Le musiche de L’ultimo imperatore (composte anche da David Byrne e dal cinese Cong Su) si aggiudicano l’Oscar: le parti che recano il sigillo di Sakamoto rappresentano un efficacissimo punto di incontro fra elementi della tradizione orientale, sinfonica e della più tipica musica da film. La componente sinfonica trova quindi la sua naturale evoluzione nella colonna sonora de Il tè nel deserto: il tema principale del film è un concentrato di gusto melodico e di tensione espressiva.

Ho molti ricordi indimenticabili del mio lavoro con Bertolucci. Quello che ricordo più chiaramente accadde mentre stavamo registrando la musica per L’ultimo imperatore. Stavo attentamente provando con l’orchestra agli studi di Abbey Road, resi famosi dai Beatles, quando Bernardo irruppe nello studio gridando “Emozione, più emozione!”. Non ricordo se lo disse in italiano o in inglese. Anche se non conosco l’italiano, se fosse stato in Italiano chiunque lì avrebbe potuto capire cosa stesse dicendo, perché molti termini musicali sono in italiano.
Fin dall’adolescenza mi piaceva la musica di Boulez e Stockhausen e anche ascoltare John Cage e Steve Reich. Quando entrai al college cominciai ad interessarmi al metodo di Xenakis di composizione matematica stocastica e provai anche a comporre con un computer. In qualche modo lungo il percorso avevo dimenticato la connessione tra musica ed emozione. Anzi, ero arrivato a pensare alla musica come una forma artistica per dimostrare intelligenza matematica. Quindi quel grido di Bernardo “Emozione, più emozione!” mi colpì veramente; fu come se avessi ricevuto un pugno. Da allora in poi ho sempre pensato alla relazione tra emozioni, che sono così delicate e mutevoli, e suono. Perciò quello shock rimane tuttora per me una preziosa lezione.
Infine, condividerò con voi un episodio che riguarda l’amore di Bernardo per gli scherzi. Durante le riprese di L’ultimo imperatore fummo invitati a raggiungerlo a cena a Parma, sua città natale. Dopo una magnifica cena di diverse ore, avendo mangiato a volontà, Bernardo suggerì “Andiamo alla casa di Verdi!”. Lo seguimmo, arrivando alla casa di Verdi nel buio della notte. Era nero come la pece mentre tutti cominciarono ad entrare. Di colpo Bernardo si voltò e mi disse “Verdi non ama i compositori giapponesi, quindi non puoi entrare.” Non sapevo come reagire, perciò mi bloccai. Lui ama fare lo spiritoso in questo modo e gli piacciono gli scherzi.
Ryuichi Sakamoto - 7 marzo 2007


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