Salva_Con_Nome: I caduti del nemico

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Trentino Immagini

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in collaborazione con il Gruppo Fotoamatori di Pergine Valsugana
CLAUDIO CAVAZZANI
I caduti del nemico

Claudio Cavazzani pratica la fotografia fin da giovane, considerandola un mezzo per approfondire argomenti e conoscenze. Docente del Dipartimento Didattica della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF), svolge attività di formatore nell'ambito dell'associazionismo culturale. La mostra "I Caduti del nemico" affronta un aspetto poco conosciuto della Grande Guerra. Allo scoppio del primo Conflitto Mondiale, nel luglio 2014, il Trentino, allora Welschtirol, vide la chiamata alle armi di tutti gli uomini validi tra i 21 e 42 anni, assieme agli altri sudditi dell'impero. Di questi soldati, impegnati prima sul fronte russo e poi su quello italiano, 11.400 trentini non tornarono a casa. Poiché la guerra finì con la sconfitta dell'imperatore e il Welschtirol diventò Trentino italiano, i caduti per l'imperatore, considerati dalla retorica nazionalista traditori o, nella migliore delle ipotesi, come "vittime dell'austriaca barbarie", in quanto combattenti tra le file del nemico, vennero rimossi da ogni evocazione o ricordo ufficiale. Furono ricordati solo dalla pietà dei loro paesani, per i quali contava il fatto che fossero figli, fratelli, mariti o padri. Nel dopoguerra sorsero nei paesi, vicino alla chiesa o nel cimitero, i monumenti con i nomi dei caduti, senza riferimenti alla divisa di Kaiserjäger, con cui avevano militato tra i nemici, mentre, se qualcuno era caduto nell'esercito italiano, il nome veniva riportato a parte, con particolare enfasi patriottica.