San Marco 2004

Manifestazioni ed eventi

San Marco 2004
Mercato dei fiori e delle piante

Estratto da: "Carlo Zanghellini. Strigno e la Bassa Valsugana alla luce di antiche cronache", Tipografica Editrice Temi di Trento, 1972

"Il 25 aprile, S. Marco, le donne affollavano la chiesa, poi seguivano devote la processione attraverso il paese portando con sé i semi di bachi avvolti in scialli di lana finché venissero benedetti. Più tardi, il sacerdote invocava le celesti benedizioni sui bachi, dalla cui sorte dipendeva l'andamento dell'annata. Se la raccolta dei bozzoli andava bene, erano giorni di festa per tutti: si pagavano i debiti, si facevano nuove spese e si stipulavano nuovi contratti.

IL BACO DA SETA E LE FILANDE
A partire dall'inizio del XVI secolo, le condizioni ambientali ed economiche della nostra gente erano di molto migliorate. I motivi di tale progresso sono diversi: la coltivazione della vite, sulla quale si basava principalmente l'agricoltura; l'allevamento del bestiame; il traffico girovago delle stampe sacre; il commercio stagionale, praticato dai Krämer; la produzione artigianale sempre più intensa per soddisfare le richieste dovute al maggior incremento agricolo-commerciale. Ma ciò che maggiormente contribuì al benessere economico e sociale di Strigno e degli altri paesi del Trentino fu indubbiamente l'allevamento del baco da seta e la lavorazione del prodotto nelle filande. Le nostre campagne fino ad un'altitudine di 600-700 metri, erano (fino a qualche decennio dopo la grande guerra), letteralmente coperte di gelsi (morari) che fornivano la foglia per l'allevamento del baco da seta (cavalgeri). I primi gelsi furono importati dalla Cina e dalle Filippine verso la fine del 1500; nel secolo seguente venne iniziata la coltivazione per iniziativa del Magistrato civico di Rovereto a titolo di esperimento. Poi, nel 1646, con un decreto governativo inteso a incoraggiare in questo campo gli agricoltori, le piantagioni di gelsi e l'allevamento del baco si ampliarono tanto che, alla fine del 1700, era esteso ai territori di Riva, Mori, Rovereto e alta Valsugana.
L'allevamento del baco si intensificò sempre di più, ed ogni centro di una certa importanza ebbe le sue filande. A Strigno nel 1852 ve ne erano otto, fra le quali primeggiavano quelle di Francesco Weiss e Giuseppe Pellegrini: la prima con 32 caldaie e la seconda con 36; a Grigno ve ne era una di 14 caldaie, di Francesco Minati; a Ospedaletto una con 10 caldaie, di proprietà di Pietro Weiss di Strigno. In tutto 106 caldaie, le quali filavano 138 mila libbre di bozzoli producendo 18.500 libbre di seta, impegnando nella lavorazione dalle 500 alle 700 persone. Le migliori qualità di "gallette" erano le nostrane o paesane, le brianzole, le centurine, le spagnole, le maserole; ma la migliore di tutte era la paesana. I semi si mettevano a covare tra materasso e pagliericcio con accanto una persona, giorno e notte, per aumentare gradatamente il caldo fino alla nascita del bacolino. Dalla nascita del bacolino fino alla filatura del bozzolo, passavano dai 34 ai 40 giorni. In questo frattempo si avevano le quattro mute di pelle. Le più comuni malattie dei bachi erano le "gatte" e le "vacche". Con la prima il baco non cambiava la pelle e moriva, con la seconda si gonfiava e diventava flaccido, finche si rompeva.

L'anno 1855 fu un anno fatale. Scoppiò la malattia detta "pebrina", sterminatrice del baco: la larva non riusciva a tessere il bozzolo; di qui la gravissima perdita di guadagni per i contadini e operai occupati in gran numero nell'allevamento del baco e nelle filande. Fu allora che un sacerdote, don Giuseppe Grazioli, già cooperatore a Strigno e a Ivano-Fracena, e poi curato di Villagnedo e infine ancora a Ivano-Fracena, compì il suo primo viaggio in Dalmazia (1858) alla ricerca di un seme migliore, ma trovò anche bachi ammalati. Negli anni seguenti, sempre per il medesimo scopo, si recò in Romania, in Asia Minore, nel Caucaso ed infine, fra il 1864 e il 1869, in Giappone, accompagnato da certo Leopoldo Baratto detto "Cristele" di Fracena, riuscendo finalmente a portare da quel lontano paese, tra mille peripezie, il nuovo seme che permise ai nostri paesi di riprendere il prezioso allevamento.
Un'oncia di seme dava 100-150 libbre di bozzoli (60 kg. circa) consumando per l'allevamento dai 37 ai 38 quintali di foglia. Le operaie delle filande iniziavano il lavoro alle ore sei e smettevano alle 11, riprendevano alle 12 per finire alle 19. Erano divise in quattro categorie: le "zernirole", le "calderare", le "menarole", e le "bigattare". Le zernirole e le calderare avevano una paga di 40 soldi al giorno, le menarole di 30 e le bigattare di 12. Le zernirole avevano il compito della cernita del bozzolo, scartando le "falope" (i bozzoli scarti). Le calderare stavano alla caldaia curando il regolare svolgimento del filo di seta. Le menarole curavano l'avvolgimento del filo di seta sull'apposito rullo posto sopra la caldaia.Le bigattare, giovanette tra i 14 e 17 anni, avevano il compito di pulire la caldaia dai "bigatti", le larve del baco morto. Se l'allevamento del baco andava bene, i giorni della raccolta erano di letizia per tutti: giovani e vecchi. San Prospero era il Patrono di Borgo e la festa dei bozzoli; cadeva la seconda domenica di luglio. La gente conveniva in quel giorno a Borgo da tutta la Valsugana, per fare un po' di baldoria. Era una festa di allegria generale, schietta e sincera. Il giorno seguente San Prospero, era il giorno degli affari, dei contratti, delle compere e vendite, delle affittanze.
Dopo la grande guerra l'allevamento del baco andò diminuendo e cessò completamente verso il 1930 con l'avvento della seta artificiale. L'ultima filanda di Strigno fu quella di Pietro Weiss, "Pierin Pierotto", in Via San Vito, chiusa nel 1897. L'ultimo fochino fu Albino Bordato (Bino Baraba). Questa importante industria, che per tanto tempo diede il sostentamento e in parte il benessere ai nostri paesi, è già dimenticata dalle nuove generazioni. I nostri nipoti, che non sentono più parlare del baco da seta, non sanno che cosa siano state le filande, i "cavalgeri", le "galette", le "falope"; e i ricordi delle nostre nonne canterine, che all'alba entravano nelle filande a lavorare tutto il giorno, stanno per svanire per sempre".


organizzazione: Croxarie - in collaborazione con Pro Loco di Strigno - associazioni del paese