Scemo di guerra

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2004/2005
LA GRANDE PROSA - ALTRI PERCORSI/TEATRO CIVILE

Fabbrica - La Biennale di Venezia
Scemo di guerra / Roma 4 giugno 1944
uno spettacolo di e con Ascanio Celestini

Dopo lo struggente testo sulla strage delle Fosse Ardeatine torna Ascanio Celestini. Il giovane attore romano questa volta ci fa il resoconto, da par suo ovviamente, del 4 giugno del 1944: il giorno della Liberazione di Roma. Lo fa da solo su un palcoscenico spoglio, vestito di nero, con qualche lampadina una sedia e basta. Lo fa così perché crede assolutamente nella forza della parola e nella sua capacità di trascinare lo spettatore dentro un racconto, un resoconto, una cronografia, una storiografia di un’Italia ignota o ignorata dai più. Celestini recupera le storie dal baule delle robe vecchie, dagli anziani di Roma che magari nessuno vuole più ascoltare o rilegge episodi noti da una nuova prospettiva: è il caso delle Fosse Ardeatine per l’appunto. La storia raccontata dal padre

Gaetano detto Nino, scomparso da poco e sentita più volte da ragazzino. “Per tanto tempo – dice Celestini – è stata per me l’unica storia concreta sulla guerra. Era concreta perché conoscevo le strade di cui parlava. Conoscevo il cinema Iris dove mio padre aveva lavorato col nonno e poi era concreta perché dopo tante volte che l’ascoltavo avevo incominciato a immaginarmi pure i particolari più piccoli del suo racconto e mi pareva anche di vedere i soldati che la gente credeva fossero tedeschi vestiti da americani. Ogni volta che raccontava faceva delle digressioni, allungava o accorciava il discorso inserendo episodi nuovi o eliminando parti che in quel momento considerava poco importanti. Così quando ho incominciato a fare ricerca ho deciso di registrarlo lavorando poi sulle sue storie. Da questo ho scritto diversi racconti e persino lo spettacolo ‘radio clandestina’ sulle Fosse Ardeatine è molto legato al suo modo di raccontare. Adesso questa sua storia per me è diventata il modo per mantenere un duplice legame sentimentale: quello politico con la mia città e quello umano con mio padre. Così, in Scemo di guerra si ritrovano alcuni avvenimenti molto conosciuti, come il bombardamento di San Lorenzo che fece rivoltare anche la terra del camposanto o il rastrellamento del Quadraro con più di mille persone portate via dalle case della borgata. Alcuni fatti sono veramente accaduti a lui come quando ha rischiato di farsi ammazzare dal cecchino di Via Appia mentre raccoglieva una cipolla. Alcuni sono altrettanto veri, ma li ho ascoltati da altre persone come la storia del soldato seppellito vivo all’Appio Claudio. Certe cose credo di averle inventate io, ma forse ho soltanto dimenticato chi me le ha raccontate e adesso mi sono convinto che si tratta di invenzioni.”

Informazioni sulla prevendita

Nuovo Teatro Comunale di Bolzano
da martedì a venerdì ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato 10.00-13.00