Scuola del legno di Praso

Mostra

Ancora una volta Judicaria Arte apre alle esperienze di approfondimento culturale che si trovano sul territorio, organizzando ed ospitando la mostra di scultura della SCUOLA DEL LEGNO DI PRASO, la sezione dedicata alla ricerca e alla promozione dell’attività artigianale ed artistica in essere già dagli Anni ‘90 come sezione specifica della Filodrammatica “La Büsier”.
Numerose sono state negli anni le proposte di studio della Scuola: i corsi solitamente molto partecipati che hanno aperto alla conoscenza di un materiale fondamentale e profondamente insito nella cultura della gente di montagna; i numerosi interventi espositivi che hanno avvalorato le realizzazioni degli autori e restituito maggiore significato alle varie feste, sagre e manifestazioni dove sono stati presentati; i simposi capaci di accogliere artisti locali, nazionali ed internazionali che hanno concorso a divulgare non solamente il nome della Scuola, ma anche hanno qualificato il paese di Praso e l’intera Valle del Chiese.
Il Centro Studi Judicaria, proprio per i tanti e riconosciuti meriti “acquisiti sul campo” dalla Scuola del Legno di Praso, vuole indicare questa istituzione culturale e sociale come esempio importante della didattica artistica forte e capace di espandere semi di conoscenza e sensibilità, attraverso la predisposizione di una mostra collettiva che accoglie la “selezione delle opere” di diciotto autori, tutti a vario titolo uniti nell’esperienza scolastica di Praso.
Fra i vari nomi sono aggiunti anche quelli dei compianti Diego Pedretti di Tione e Isidoro Zontini di Storo, per i quali la direzione de “La Büsier” esprime un ricordo affettuoso e riconoscente, accogliendo in forma di omaggio fra le opere esposte anche le loro realizzazioni. Per Diego Pedretti si tratta di un bassorilievo dedicato ad una figura femminile, sorta di vivandiera, di sapore rinascimentale; per Isidoro Zontini la figura in tuttotondo di un maestro di musica dietro un decorato leggio in atto di direzione.

Partecipano inoltre gli autori: ABELE FLOCCHINI con “Cavallo dormiente” dove a dominare è la vorticosa sembianza della criniera posta in contrasto con la massa liscia del muso dell’animale, in una sorta di battaglia formale fra fissità classica ed evoluzione romantica; ANTONELLA GRAZZI, presenta la fascinosa e totemica “Anna”, nudo femminile dalla conformazione solenne, realizzato in soluzione priva di scarti e sottolineature segniche per una superficie completamente liscia e quasi trasparente; BRUNO MANZONI propone sopra uno stelo metallico la testa di gorgone, mostro della mitologia greca tuttavia risolto nella spontaneità semplice di una visione naif; GIANFRANCO CAPELLI disvela il suo “maestro di musica” nella maniera più disciplinata e statica, con forma schematica e geometrizzante di estrazione novecentesca, nel momento concentrato e precedente all’avvio della musica. Così come GIOVANNI LEONARDI che della sua “Alice” propone la acerba e fanciullesca eleganza frammistata a sentimenti di timidezza espressi attraverso policromie acquerellate e nella posizione rigida e completamente frontale. GIULIO PELLIZZARI, memore dell’epica storia contadina di una volta propone le “Cose vissute” poste in essere nel dialogo fra legno antico e nuovo, restituendo importanza e dignità agli oggetti semplici della quotidianità passata; LUCA PELLIZZARI dentro la sua scheggia lignea di estrazione realista ma con sottolineature quasi crepuscolari elabora la figura di un capriolo seminascosto fra le radure boschive; MARCO FRANCO risolve con la gentilezza di una tessitura e gusto primaverile un ovale decorato con fiori di campo multicolori; MARIATERESA COSI pone a contrasto con sottile leziosità e in maniera “Pop”, le calzature indossate dalle ragazze di oggi suggerendo diversità psicologiche e comportamentali; MARIO BRUGNONI nella sua installazione concettuale e policroma dai tratti surreali sembra indicare le inquietudini del contemporaneo attraverso presenze ed assenze; MARIO CHEMOTTI rivolge uno sguardo nostalgico alle azioni del tempo passato aprendo varchi nella memoria e risolvendo bassorilievi di estrazione popolare; MAURO BERTOLINI con abilità tecnica e percezione della geometria propone un “tavolo” dove vengono posizionate anche decoratività di origine Jugendstil. MIRCA FRANZOI sollecita la nostra curiosità attraverso una sinuosa figura femminile, forte di turbamento ancestrale e magnetismo esotico; NICOLA PIZZINI rievoca le immagini di caccia promuovendo la tensione del suo “Cane in ferma” realizzato in forma plastica al limite dell’astrazione; PAOLO MAZZOTTI con gusto austero e severità quasi ascetica dispone per una figura di derivazione mitologica ma le attribuisce tutte le potenzialità di derivazione contemporanea; ROMEDIO LEONARDI, in dedica ad un personaggio “De Andrèiano” materializza una figura, sorta di “bad girl” in tuttotondo policromo la cui postura sembra porsi in antitesi alla concezione dell’ordine classico.
Alessandro Togni


organizzazione: Centro Studi Judicaria