Sonata Islands meets Mahler
Emilio Galante flauto, Mirco Rubegni tromba, Achille Succi clarinetto e sax alto, Simone Zanchini fisarmonica, Stefano Senni contrabbasso, Francesco Cusa batteria e Tommaso Lonardi voce recitante
l canto della terra - Parafrasi jazz per sestetto, voce recitante e video su Das Lied von der Erde di Gustav Mahler
Testi di Giuseppe Calliari
Das Lied von der Erde, intreccio di architettura sinfonica e ciclo liederistico, è la più personale partitura di Gustav Mahler. Composto a Dobbiaco, residenza estiva del musicista negli ultimi anni, il Canto rappresenta un filtrato congedo letterario e musicale. L’esotismo della fonte, un antico ciclo di poesie cinesi nella versione tedesca di Hans Bethge (1907), è la maschera dietro la quale il compositore parla di sé e dell’uomo.
Se tutta la produzione mahleriana attesta la perdita dell’unità con la natura e con il mondo, e l’abissale nostalgia di un’innocenza perduta, nel Canto (della desolazione) della terra non trovano posto né la sarcastica parodia della storia né l’anelito, tra fiabesco e mistico, all’assoluto. L’eternità qui cantata è l’inconsumabile giovinezza della natura, e l’angoscia si mitiga nella contemplazione dell’eterna ciclicità della vita.
A partire dai testi messi in musica da Mahler, un dialogo immaginario -una cornice e cinque frammenti redatti da Giuseppe Calliari- ripercorre le figure che via via prendono congedo da chi “si incammina verso i monti”, per fare ritorno “alla terra natale”.