Stories of refuge

Manifestazioni ed eventi

Pergine Spettacolo Aperto

Stories of refuge
di Tania El Khoury
Dictaphone Group (LEB)
progetto commissionato da Cityworks – Artistic
Interventions on Urban Space in Ten Containers / Spielart Festival (München, 2013)
Videoinstallazione immersiva
PRIMA NAZIONALE

Il dramma contemporaneo dell’immigrazione raccontato da un gruppo di rifugiati siriani

Negli anni sessanta Monaco di Baviera era il primo punto d’arrivo di lavoratori immigrati provenienti da ogni parte del mondo, da dove poi venivano trasferiti verso nuove, ancora sconosciute destinazioni. Senza possibilità di decidere liberamente dove andare, accadeva spesso che intere famiglie venissero separate. Le nuove destinazioni, in realtà, erano campi di accoglienza temporanei dove venivano controllati lo stato di salute e i fattori comportamentali. Dopodiché la fabbrica era l’inizio di una nuova vita. Cinquant’anni dopo, allo scoppio della rivoluzione siriana, molti rifugiati politici in fuga dalla brutalità repressiva del regime di Damasco sono riapprodati a Monaco, anche stavolta alla ricerca di nuove destinazioni e di una nuova vita. Molti di loro sono arrivati via terra, valicando i confini illegalmente e attraversando vari Paesi. Il collettivo artistico libanese Dictaphone Group ha realizzato questa videoinstallazione immersiva collaborando con un gruppo di rifugiati siriani stabilitisi recentemente a Monaco, invitandoli a filmare la propria quotidianità e i luoghi preferiti della città. Assieme hanno poi prodotto i video e il materiale audio, presentati all’interno di un container trasformato in prigione.

Dictaphone Group è un collettivo di performer creato dall’artista libanese Tania El Khoury e dall’architetto e urbanista Abir Saksouk, che organizza eventi di live art basati sullo studio multidisciplinare dello spazio. I vari progetti sinora realizzati hanno coinvolto luoghi apparentemente neutri come tram, barche da pesca, bus in disuso, dove comuni cittadini vengono interrogati sulla relazione che hanno con la propria città, in particolare con i suoi spazi pubblici, e sulla possibilità di ridefinire tali spazi con nuovi significati e finalità. La Beirut trasformata radicalmente dopo la guerra civile e rappresentata nei video Nothing to Declare (2013), The Sea is Mine (2012), Bus Cemetery (2011) e Bit Téléférique (2010), è uno dei luoghi in cui si è maggiormente concentrata la ricerca del Dictaphone Group.
www.dictaphonegroup.com


organizzazione: Pergine Spettacolo Aperto