Sul concetto di volto nel Figlio di Dio. Vol. I
Drodesera > Centrale di Fies 2010
SOCIETAS RAFFAELLO SANZIO
Sul concetto di volto nel Figlio di Dio. Vol. I
durata 40 minuti
PRIMA NAZIONALE
ideazione e regia Romeo Castellucci
musica originale Scott Gibbons
con Dario Boldrini, Silvia Costa, Gianni Plazzi, Vito Matera, Sergio Scarlatella,
e alcuni figuranti locali / and local extras
collaborazione allallestimento Giacomo Strada
realizzazione oggetti Istvan Zimmermann, Giovanna Amoroso
tecnica delle luci Giacomo Gorini
tecnica del suono Matteo Braglia
direzione di produzione Cosetta Nicolini
organizzazioneGilda Biasini, Benedetta Briglia
assistenza organizzativa Valentina Bertolino
amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci
consulenza & progettazione Massimiliano Coli
La produzione del progetto J è sostenuta da: Theater der Welt; deSingel international arts campus / Antwerp; Théâtre Nationale de Bretagne; The National Theatre / Oslo Norway; Barbican London and SPILL Festival of Performance; Chekhov International Theatre Festival / Moscow; Holland Festival/Amsterdam; GREC 2011 Festival de Barcelona; Festival dAvignon; Maribor 2012 - European Capital of Culture-Maribor Theatre Festival; International Theatre Festival DIALOG Wroclav/Poland; spielzeit'europa I Berliner Festspiele; Théâtre de la VilleParis; Romaeuropa Festival; Le-Maillon, Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne; Socìetas Raffaello Sanzio.
In collaborazione con Centrale Fies / Dro
Lattività generale della Socìetas Raffaello Sanzio è sostenuta dalle seguenti Istituzioni italiane: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Regione Emilia Romagna; Comune di Cesena.
La rappresentazione di Essen (che debutterà il 23 luglio in Prima italiana alla Centrale Fies di Dro) vuole essere il primo mattone di quella che sarà la rappresentazione sul concetto di volto di Gesù dal titolo J. Questo è linizio. Voglio incontrare Gesù nella sua lunghissima assenza. Il volto di Gesù non cè. Posso guardare i dipinti e le statue. Conosco più di mille pittori del passato che hanno speso metà del loro tempo a riprodurre lineffabile, quasi invisibile, smorfia di rammarico che affiorava sulle sue labbra. E ora? Lui ora non cè.
Quello che più di tutto si fa largo, in me, è il volere. E mettere insieme il volere e il volto di Gesù: io voglio stare di fronte al volto di Gesù, là dove ciò che più mi stupisce è la prima parte della frase: io voglio.
R.C.
Romeo Castellucci si rivolge ancora una volta a unicona apicale della storia umana: Gesù, a partire dal quale perfino il tempo si misura per la maggior parte del globo. Nella performance Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" il ritratto di Gesù parte dalla pittura rinascimentale e in particolare nel momento topico dell'Ecce Homo. In questo preciso istante la tradizione vuole che il Cristo guardi negli occhi lo spettatore in un potente effetto di coinvolgimento drammatico di interrogazione. In questa confusione calcolata di sguardi che si toccano e si incrociano, il ritratto del Figlio di Dio diventa il ritratto dell'uomo, di un uomo, o perfino dello spettatore stesso. E così, nello spettacolo, lo sguardo di Cristo diventa una sorta di luce che illumina una serie di azioni umane, buone, cattive; schifose o innocenti.
"Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" non parla di Gesù né di adorazione, non ha un carattere sociale di denuncia e non vuole essere facilmente provocatorio. Romeo Castellucci allo stesso tempo prende le distanze dalla mistica e dalla demistificazione, perché in definitiva si tratta del ritratto di un uomo. Un uomo messo a nudo davanti a altri uomini; i quali, a loro volta, sono messi a nudo da quell'uomo.