TBF 2018 - eventi 17 giugno
VIII edizione del Trentino Book Festival
ore 11.00 | Casa della Cultura
Incontro-spettacolo con l’autore Luigi Dal Cin
SCRIVILA, LA GUERRA
Un bambino riceve in regalo un quaderno dal papà tornato vivo dal fronte che lo invita a scrivere la guerra vissuta durante il suo periodo di assenza: “Tira fuori la guerra, scrivila su questo quaderno. Così non ti resta dentro”. Tratto dal libro Scrivila, la guerra (Kite Edizioni), l’incontro-spettacolo dell’autore Luigi Dal Cin presenterà la Grande Guerra dal punto di vista dei più giovani e dei più umili. Per riflettere insieme su uno degli eventi più drammatici del secolo scorso, sulle inevitabili sofferenze che ogni guerra porta agli ultimi, sul potere salvifico della narrazione.
Età: dai 7 anni in su
ore 11.00 | Blue Coffee Bar
Denis Falconieri e Fausta Slanzi
In collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco e con la Sat di Caldonazzo
Lonely Planet Dolomiti
Sono considerate le montagne più belle del mondo, uno straordinario arcipelago fossile che si estende su cinque province e tre regioni e che, grazie alla sua bellezza intrinseca e alle sue eccezionali caratteristiche geologiche, è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO. Ma le Dolomiti sono anche un caleidoscopio di cultura, arte, storia e natura di straordinaria varietà raccontata nelle pagine di una nuova, originale guida Lonely Planet.
ore 12.20 | Book Garden, Viale Stazione
Umberto Galimberti con Alberto Faustini
La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo
Nel 2007 Umberto Galimberti ha pubblicato un libro, “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”, in cui descriveva il disagio giovanile da imputare, a suo parere, non tanto alle crisi psicologiche a sfondo esistenziale che caratterizzano l’adolescenza e la giovinezza, quanto a una crisi da lui definita “culturale”, perché il futuro che la cultura di allora prospettava ai giovani non era una promessa, ma qualcosa di imprevedibile, incapace di retroagire come motivazione a sostegno del proprio impegno nella vita. A distanza di anni cos’è cambiato di quell’atmosfera che Galimberti aveva definito “nichilista”? Non granché, fatta eccezione per una percentuale forse non piccola di giovani che sono passati dal nichilismo passivo della rassegnazione al nichilismo attivo di chi non misconosce e non rimuove l’atmosfera pesante del nichilismo senza scopo e senza perché, ma non si rassegna. E dopo un confronto serrato con la realtà, si promuove in tutte le direzioni, nel tentativo molto determinato di non spegnere i propri sogni. La parola ai giovani raccoglie la voce di questi giovani, che hanno un gran bisogno di essere ascoltati per poter dire quelle cose che tacciono ai genitori e agli insegnanti, perché temono di conoscere già le risposte, che avvertono lontane dalle loro inquietudini, dalle loro ansie e dai loro problemi. E allora si affidano a un ascoltatore lontano, che prende a dialogare con loro, non per risolvere i loro problemi, ma per offrire un altro punto di vista che li faccia apparire meno drammatici e insolubili.
ore 14.15 | Pineta (con bus navetta gratuito)
Matteo Righetto con Massimo Libardi
In collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco
L’ultima Patria: alla ricerca della frontiera tra il bene e il male
L’ultima patria è il secondo romanzo della “Trilogia della Patria”. Dopo L’anima della frontiera, Matteo Righetto prosegue a narrare l’epopea dei De Boer. È il 1898, un freddo mese di novembre. Tra l’altopiano di Asiago e la Valbrenta, a Nevada, la maggior parte degli abitanti ha abbandonato le montagne per emigrare in America in cerca di fortuna. Jole ha compiuto vent’anni e cresce sempre più bella mentre sua sorella Antonia ha deciso di farsi monaca. Due banditi senza scrupoli hanno intercettato il tesoro di lingotti che il capofamiglia Augusto ha guadagnato dal vecchio contrabbando con l’Austria-Ungheria, ma la rapina evolve in tragedia. Jole partirà con l’inseparabile destriero Sansone per mettersi sulle tracce degli assassini e fare giustizia. Durante l’inseguimento attraverserà boschi e paesi innevati e supererà continue difficoltà, senza mai perdere la determinazione che la contraddistingue, in accordo con la magia della Natura, lungo un viaggio molto diverso dal precedente. “Perché a differenza del confine tra due stati, la frontiera tra il bene e il male quasi mai si riesce a scorgere con gli occhi.”
ore 15.00 | Sala Marchesoni (sopra la Biblioteca)
Le Fabuline presentano
Vita da lupo
C’è un lupo che non riesce proprio ad accettarsi. Prima vuol cambiare colore al proprio pelo, accorgendosi, solo dopo svariati tentativi, di piacersi proprio com’è. Poi decide di non voler seguire la solita carriera da lupo ma di voler dedicarsi a qualcosa di diverso, ad esempio volare ….
Testi a cui si ispira liberamente lo spettacolo: Mario Ramos “Il lupo che voleva essere una pecora” Babalibri; Orianne Lallemand, Éléonore Thuillier “Il lupo che voleva cambiare colore” Gribaudo.
Età consigliata: 3-6 anni. Info: 349.3696244
ore 15.45 | Parco della Pineta (partenza passeggiata ore 14.30)
In collaborazione con l’Associazione Culturale l’Ortazzo
Un pezzo di terra tutto per me. Un giardino per fiorire in ogni stagione
In cima a una collina nel Monferrato c’è il pezzo di terra dove, un giorno, è approdata Lorenza Zambon con un piccolo gruppo di artisti, «in cerca di casa e di teatro». La casa c’era, anche se diroccata; gli alberi avevano quasi cento anni, il pozzo e la cisterna molti di più, ma in decenni di abbandono tutto era stato invaso e ricoperto da un intrico di vegetazione.
Il primo gesto dei nuovi arrivati, dettato dalla paura di quella natura primordiale, fu ripulire, ridisegnare, svuotare. In quel vuoto prese forma il teatro; il pezzo di terra divenne, come avrebbe detto Hermann Hesse, una creazione. Un giardino. Alla scoperta di questa terra e della sua essenza più profonda ci guida Lorenza Zambon nelle pagine dense e allo stesso tempo limpide di questo libro. Nel suo microcosmo «lungo novantaquattro passi» incontriamo stagioni e personaggi, umani, animali e naturalmente vegetali, i loro colori, forme, profumi. Cose buffe e cose misteriose, come i vermi, la luna, l’aria; come la bellezza, il tempo, la storia e il mistero dell’appartenenza al nostro essere qui, e ora. Nel pezzo di terra ora è tracciato un sentiero, per sentirsi liberi, creativi e ritornare bambini mentre si diventa grandi.
Info: 349.6745432 ortazzo@gmail.com
ore 15.45 | Casa della Cultura
Marco Boato con Giuseppe Colangelo
In collaborazione con la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
Il lungo ‘68 in Italia e nel mondo: cosa è stato, cosa resta
Questo libro non è né nostalgico, né celebrativo. Ricostruisce, senza rimpianti e con rigore analitico e storico-critico, non solo cosa fu il ’68 in Italia e nel mondo, ma da cosa nacque, come si caratterizzò il movimento in quell’anno “epocale” e anche che cosa resta a cinquant’anni di distanza. Una analisi critica, senza mitologie e senza demonizzazioni postume, che si rivolge sia alle generazioni adulte o più “anziane” sia alle nuove generazioni. Una testimonianza, ma non solo. Il movimento del ’68 in realtà nasce prima e finisce dopo: per questo il libro si intitola Il lungo ‘68. La ricostruzione storica risale all’inizio degli anni ’60 e si conclude negli anni ’70. Ma il ’68 fu l’anno cruciale, in Italia e nel mondo, che è diventato una data “periodizzante” anche per gli storici, perché ha segnato una svolta e una “frattura” tra il prima e il dopo. Nulla è stato più come prima. Nel movimento del ‘68 ci sono stati anche errori ideologici e contraddizioni politiche, ingenuità e slanci utopici, che poi non si sono realizzati. Mauro Rostagno, uno dei leader del ’68, in occasione del ventennale, disse: «Per fortuna non abbiamo vinto». Ma pochi mesi dopo, il 26 settembre 1988, venne assassinato a Trapani mentre combatteva la mafia e la corruzione politica. Anche questo suo sacrificio fu un’eredità del movimento del ’68, del suo impegno politico e civile.
ore 16.00 | Hotel Margherita, Loc. Pineta Alberè, Tenna
Alessia Gazzola con Luciana Grillo
In collaborazione con Soroptimist International club di Trento
”Arabesque”, una nuova avventura per Alice Allevi
Tutto è cambiato, per Alice Allevi: è un mondo nuovo quello che la attende fuori dall’Istituto di Medicina Legale in cui ha trascorso anni complicati ma, a loro modo, felici. Alice infatti non è più una specializzanda, ma è a pieno titolo una Specialista in Medicina Legale. E la luminosa (forse) e accidentata (quasi sicuramente) avventura della libera professione la attende. Ma la libertà tanto desiderata ha un sapore dolce amaro: di nuovo single dopo una lunga storia d’amore, Alice teme di perdere i suoi punti di riferimento. Tutti tranne uno: l’affascinante e intrattabile Claudio Conforti, detto CC, medico legale di comprovata professionalità e rinomata spietatezza. Quando le capita il suo primo incarico di consulenza per un magistrato, Alice si rimbocca le maniche e sfodera il meglio di sé. Al centro del caso c’è una donna di 45 anni, un tempo étoile della Scala e oggi proprietaria di una scuola di danza. In apparenza è deceduta per cause naturali. Eppure, Alice ha i suoi sospetti e per quanto vorrebbe che le cose, per una volta almeno, fossero semplici, la realtà è sempre pronta a disattenderla. Perché, grazie alla sua sensibilità e al suo intuito, Alice inizia a scoprire inquietanti segreti nel passato della donna, legati all’universo - tanto affascinante quanto spietato e competitivo - del balletto classico...
ore 17.00 | Book Garden, Viale Stazione
Moni Ovadia con Enrico Franco
“Il coniglio Hitler”. Quando il confine tra verità e menzogna si fa sempre più sottile
Chi ha trasformato il più feroce tiranno della storia, Adolf Hitler, in un coniglio che spunta dal cilindro nel più classico dei giochi di prestigio? Nessuno si sarebbe azzardato a fargli ricoprire questo ruolo in vita, né all’inizio della sua ascesa, quando poteva ancora essere fermato, né in seguito, quando il suo potere era ormai diventato inarrestabile. Perché a qualcuno venisse in mente di usare il diabolico Führer come un trucco da palcoscenico, doveva fare la sua comparsa un nuovo tipo di demagogo. Un leader che per legittimare le proprie guerre ha bisogno di riattizzare continuamente le paure del suo popolo, additando il nemico di turno. Così il mondo si è popolato di tanti, nuovi Hitler: ogni dittatore, dittatorello, estremista, fanatico, ogni nemico dell’olimpico Occidente diventa, con un gioco di prestigio, un coniglio col ciuffo e i baffetti neri...
ore 19.00 | Blue Coffee Bar
Chiara Francini con Fausta Slanzi
Mia madre non lo deve sapere
Chiara lo sa: l’amore guarisce qualsiasi ferita, asciuga ogni lacrima, riassesta le ammaccature dell’anima. Fin da bambina, glielo avevano insegnato i suoi due papà, Giancarlo e Angelo, allevandola a poesia e galatine, tolleranza e Natale-tutto-l’anno. È grazie a questa palpitante certezza che Chiara riesce di nuovo a sorridere alla vita dopo che babbo Giancarlo ha lasciato per sempre lei, papà Angelo e tutta la loro variegata famiglia di zie eccentriche, supreme e amiche tatuate. La crisi con Federico, per fortuna, è superata e insieme hanno eletto a loro nuovo nido il Voilà, quella casa nel ghetto di Roma che tanto era già stata importante per Giancarlo e Angelo.
Federico ne adora il bagno per via della carta da parati verde in rilievo, Chiara ci sente tutto il calore di un grembo in cui mettersi in posizione fetale. Ma la vita è un susseguirsi di scherzi, dispetti e imprevisti, e nessun luogo, nemmeno il Voilà, può dirsi sicuro. Un venerdì, infatti, mentre Angelo come d’abitudine frigge triglie per tutti, suona alla porta Eleonora, la mamma-non mamma di Chiara. Con sé ha un trolley e un motivo segreto per cui ha abbandonato Londra. E ora si installa proprio al Voilà. Muta, immobile, rigida presenza. Ingombrantissima, assordante. Ma che cosa vorrà? Sciuperà il germoglio di felicità appena spuntato tra Chiara e Federico? Porterà con sé altre sciagure?
Dopo «Non parlare con la bocca piena», prosegue in questo romanzo la storia di Chiara e degli altri personaggi in una trama che va ad arricchirsi di temi e protagonisti nuovi.
ore 19.30 | Magnifica Corte Trapp
Manolo con Linda Stroppa e il Coro La Tor
In collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco e con la Sat di Caldonazzo
Eravamo immortali
Manolo. Il mago. O, semplicemente, Maurizio Zanolla. Un ragazzo cresciuto in un ambiente che vedeva le montagne solo come fonte di pericoli, e che un giorno, quasi per caso, ha scoperto il fascino della roccia. Un mondo verticale retto da regole proprie, distante da costrizioni e consuetudini della società, capace di imprimere una svolta al suo destino. Così, al rumore della fabbrica e a una quotidianità alienante si è sostituito il silenzio delle vette. Uno dei più grandi scalatori italiani e internazionali, che ha contribuito a cambiare per sempre il volto dell’arrampicata, racconta per la prima volta come ha scelto di affrontare le pareti alleggerendosi di tutto, fino a rifiutare persino i chiodi. Nella convinzione che la qualità del viaggio fosse più importante della meta, e che ogni traguardo portasse con sé una forma di responsabilità. La famiglia, gli affetti, le esperienze giovanili, gli amici delle prime scalate, le vie aperte spesso in libera e in solitaria, il tentativo di conquistare gli ottomila metri del Manaslu, fino a “Eternit” e “Il mattino dei maghi”: Maurizio Zanolla ripercorre gli anni - tra i settanta e gli ottanta - che l’hanno portato alla celebrità. Non un elenco di scalate, o delle vie più difficili, ma l’affresco delle esperienze più significative, più intense e toccanti, di una vita vissuta alla ricerca dell’equilibrio.
ore 20.30 | Teatro S. Sisto
Corvino Produzioni. Moni Ovadia in
Leggere Dante: il coraggio di assumere il proprio destino
Canto XXVI dell’Inferno. Musiche dal vivo di tradizione greco-ottomana eseguite da Stefano Albarello , canto e qanûn, e Maurizio Dehò , violarda. Moni Ovadia, grande intellettuale contemporaneo che ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico e della figura dell’esiliato in genere si confronta con il canto XXVI dell’inferno Dantesco in cui emerge la figura di Ulisse. Un Ulisse che nella “Divina Commedia” chiama i compagni “fratelli” e li incita ad interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere. Una grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che distinguono gli esseri umani dalle bestie.
Ingresso: Euro 20,00, posto unico. Prevendite: Casse Rurali e su www.primiallaprima.it
ore 21.15 | Book Garden, Viale Stazione
Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby
Alta Fedeltà Le avventure, gli amori, le disillusioni e i sogni di un giovane appassionato di musica
Con Gabriele Penner nella parte di Rob Fleming. Musiche eseguite dal vivo da Riccardo Miori (chitarra e voce), Barbara Bernardinatti (voce e chitarra), Stefano Roveda (violino e noises).
Rob, trentacinquenne in crisi, gestore di un negozio di dischi, recentemente lasciato dalla sua ultima compagna, racconta la sua vita alternando clamorosi insuccessi amorosi “ecco per stilare una classifica le cinque più memorabili fregature di tutti i tempi…” e hit- parade buone per ogni occasione “le prime cinque canzoni pop sulla morte…”. Riordina così la sua vita tra improbabili telefonate alle donne del suo passato e la sistemazione dell’immensa collezione di dischi, passando da un banale ordine alfabetico o cronologico ad una colossale risistemazione per ordine di acquisto, come scrivere una biografia senza metter mano ad una penna.
organizzazione: Associazione di Promozione Sociale "Balene di Montagna"