The Second Hand Dance Company (USA)

Spettacolo di teatro-danza

Greg O'Brien, Paul Gordon e Andy Horowitz sono tre amici statunitensi che nel 1987 quasi per gioco hanno fondato la The Second Hand Dance Company. Si sono conosciuti nel corso dei loro studi presso la State University of New York di Binghamton e nonostante siano approdati alla danza attraverso esperienze originali e alquanto diverse, tranne Paul Gordon formatosi nella tradizionale Joffrey Ballet School, la loro professionalità si è consolidata sempre di più nel corso degli anni, caratterizzandosi in uno stile umoristico e fortemente fisico, paragonato più volte a quello dei Pilobolus. Il bizzarro nome della compagnia, "Di seconda mano", si riferisce alla provenienza dei costumi e degli oggetti utilizzati in scena, scelti ecologicamente secondo un'operazione di riciclo del materiale trovato nei negozi dell'usato.
Per quanto concerne la danza, la peculiarità di questo trio è data dalle bizzarre invenzioni acrobatiche, che si sviluppano attraverso un particolare uso del corpo che gioca con la danza, con le arti marziali e con l'atletismo, mettendo in scena esilaranti ed umoristiche péerformances, spesso definite "sculture in movimento".
Gli spettacoli della The Second Hand Dance Company si compongono generalmente di brevi sketch, molti dei quali accompagnati non da musica registrata, ma dalla voce e dai ritmi battuti dai piedi sul pavimento. La critica statunitense li ha definiti "strepitosi, affascinanti, stupefacenti, gratificanti" e con le loro rappresentazioni umoristiche hanno girato gli Stati Uniti, il Canada, l'Europa, la Russia, Israele, il Cile, il Giappone.
La serata si suddivide in due tempi con la rappresentazione di circa 11 pezzi su musiche di Rachmaninov, Stravinsky, Mahler, Piazzola, Jabikon , Horse Flies e Opera Cowpokes.

«Greg O’Brien, Andy Horowitz e Paul Gordon sono tra i più originali con le loro rappresentazioni di puro movimento, nelle quali c’è un’esplosione della linearità dei corpi maschili, paragonabili ad un’opera scultorea armonica, oppure ad un insieme di corpi sbalzati ed ammucchiati l’uno sopra l’altro. L’effetto visivo è sorprendente, organico come un millepiedi, in equilibrio come un totem, delicatamente potente come un’opera in movimento di Calder». (Kristy Montee, Sun-Sentinel, Palm Beach)

«Il risultato complessivo della The Second Hand è paragonabile ad una miscela di forza vitale, di energia, grazia, memoria, coordinazione ed abilità. È decisamente singolare e di alto livello artistico.» (Warren Gerds, Press-Gazette, Green Bay)