Un anno sull'Altipiano

Mostra

La mostra “UN ANNO SULL’ALTIPIANO” rappresenta un’occasione unica di divulgazione storica e culturale sul tema della Prima Guerra Mondiale nell’ambito territoriale degli Altipiani Trentini e Veneti, in prossimità del Centesimo anniversario dello scoppio della stessa (1914-2014). La mostra trae spunto da un omonimo capolavoro della letteratura italiana realizzato dallo scrittore sardo Emilio Lussu negli anni Trenta, prendendo in esame la vicenda della Brigata Sassari e collocandola nell’epoca di riferimento e nell’insieme di avvenimenti e fatti storici contestuali. La Brigata Sassari, creata alla vigilia dell’ingresso nel conflitto dell’Italia, era originariamente divisa in due reggimenti, il 151° ed il 152°, collocati rispettivamente a Tempio Pausania e a Sinnai. Nella storia della Grande Guerra essa rappresentò un unicum, in quanto composta quasi esclusivamente da soldati dell’isola. Dopo lo scoppio del conflitto la Brigata fu inizialmente posizionata nella zona dell’Isonzo e quindi, tra la fine di maggio e il principio di giugno 1916, trasferita sull’Altipiano di Asiago, dove combatté contro i soldati austro ungarici nella zona delle Melette, Monte Fior, Monte Lisser, Monte Castelgomberto, Monte Spil, Monte Miela e Monte Zebio, zone in cui rimase fino ai mesi di giugno/luglio 1917, quando fu nuovamente trasferita in prima linea sull’Altipiano della Bainsizza. Nell’inverno tra il 1917 e il 1918, dopo la disfatta di Caporetto, la Brigata fu ancora presente sull’Altipiano di Asiago.

Emilio Lussu (1890-1975), nato ad Armungia (Cagliari), dopo le scuole elementari frequentò il ginnasio a Lanusei. Quindi proseguì gli studi a Roma, presso il liceo Mamiani, concludendoli a Cagliari nel 1910. Si laureò in giurisprudenza nel 1915. Quell’anno, come molti altri giovani, si è schierò in favore dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco delle potenze dell’Intesa. Ripensando a quei giorni si definì «un interventista chiassoso» che lottava per «uno sconfinato senso e desiderio di libertà e di giustizia». Vedeva Austria e Germania come imperi autoritari che pesavano sull’Europa. Partì quindi convinto per il fronte come ufficiale di complemento. Riteneva che la guerra fosse necessaria, quasi una sorta di lotta di liberazione positiva. Lo avrebbe ricordato nel dopoguerra, in Parlamento, nel 1922: «Noi che siamo andati all’assalto di trincee guarnite di uomini, di avversari, senza odio, avevamo questo grande sogno nell’animo: il lavoro fecondo dei campi, delle officine, la felicità della patria, di tutte le patrie; la pace!». Venne arruolato nella Brigata Sassari e, a fianco dei suoi soldati, contadini e pastori dell’isola, combatté con straordinario valore e coraggio contro gli austriaci sul Carso. Così gli «intrepidi sardi» diventarono subito leggenda per l’eroismo delle loro azioni. I due reggimenti che costituirono la Sassari ottennero infatti due medaglie d’oro e diventarono un simbolo, apertamente riconosciuto dal nemico, che li ribattezzò «i diavoli rossi». Lussu venne a sua volta pluridecorato, ma a fare la differenza fu il legame fortissimo, quasi paterno, fortemente umano, che si creò in quel tempo di guerra tra alcuni giovani carismatici ufficiali sardi e i rispettivi soldati. Dopo la guerra, divenuto parlamentare ed esponente del “sardismo”, nell’ambito delle lotte autonomiste del Partito Sardo d’Azione, dovette vivere l’amara esperienza del confino in quanto oppositore del regime. Fuggito dall’isola di Lipari nel 1929 riparò a Parigi e quindi, a causa di una malattia polmonare contratta durante il confino, dovette curarsi in Svizzera. Qui, nei dintorni di Davos, tra il 1936 e il 1937, raccolse le sue memorie di guerra nel volume “Un anno sull’Altipiano”.

«Un anno sull’Altipiano» divenne dunque un tributo alla memoria delle tante esistenze «senza più voce» che la guerra aveva cancellato a causa di ufficiali superiori impreparati, in alcuni casi ai limiti della follia (emblematica è nel libro la figura del generale Leone), l’abuso dell’alcool, gli ammutinamenti, le decimazioni, la storia di intere generazioni di soldati estranei al mito dell’interventismo, della guerra, del disprezzo per la vita umana. Un modo diverso di essere uomini: questo insegna «Un anno sull’Altipiano». Una riflessione precisa e documentata sulla guerra, ma anche un documento intriso di umanità dolorosa, una tragica e ironica testimonianza di guerra vissuta. Tutto questo ne ha fatto uno dei capolavori della letteratura mondiale sulla Grande Guerra. Il libro uscì a Parigi nel 1938, bandito in Italia (dove poté essere conosciuto solo a guerra conclusa).
Quest’opera dà ispirazione alla mostra 2011 del Centro Documentazione Luserna in quanto è proprio attraverso questa rilettura della guerra, vista attraverso lo sguardo di chi ne fu lucido protagonista e testimone, assolutamente disincantata rispetto all’entusiasmo con cui l’Autore accolse l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, che si possono approfondire alcuni temi storici di grande interesse, che vengono appunto ripresi nel percorso espositivo della mostra. Il percorso divulgativo si sviluppa su due piani dell’edificio, nei quali, accanto alla storia di Emilio Lussu e della Brigata Sassari, narrata all’interno di numerosi pannelli, il visitatore può osservare il numeroso materiale militare d’epoca esposto, proveniente da prestigiose collezioni private e diviso per tematismi. In più punti del percorso, inoltre, la riproposizione di alcuni brani presi a prestito da “Un anno sull’Altipiano” permette al visitatore di cogliere in profondità il senso del messaggio e della testimonianza di Emilio Lussu.
Un filmato, appositamente realizzato per la mostra in collaborazione con il Comune di Armungia (Cagliari) e con il locale sistema museale “Sa Domu deis Ainas”, ripropone alcune toccanti riflessioni di Emilio Lussu sul tema della guerra.

La mostra è stata realizzata sia con la collaborazione dell’Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia di Cagliari e di alcuni storici sardi e trentini. Inoltre l’occasione è stata propizia per prendere contatto con i circoli sardi presenti in Trentino e in Veneto, nell’ottica della costruzione di un’amicizia e di uno scambio culturale duraturo tra il Trentino e la Sardegna.

A corredo della mostra sono previste sia un paio di conferenze storiche sia uno spettacolo teatrale della Compagnia Arditodesìo (Teatro Portland) di Trento. Ispirato all’opera di Lussu, scritto e interpretato da Andrea Brunello per la regia di Michele Ciardulli, lo spettacolo “Storie di Uomini. Un anno sull’Altipiano” sviluppa teatralmente e artisticamente le stesse tematiche della mostra ponendo al centro l’individuo e le relazioni. Lo spettacolo, a forte impatto emozionale, cerca anche di restituire la complessità della vicenda di una terra di confine e di raccordo tra realtà nazionali culturalmente diverse; in questa ottica la drammaturgia trae spunti anche da altri capisaldi della letteratura della Grande Guerra come “Le tappe della disfatta” di Fritz Weber.

Nella stessa sede sono visitabile anche la mostra fotografica "La battaglia dell'Ortigara" e le sale Centro visitatori Fortezze degli Altipiani, Comunità Cimbra, Fauna degli Altipiani (10.00-12.30 e 14.00-18.00).
Inoltre sono aperte la Casa Museo Haus von Prükk (10.00-11.20 e 14.30-17.00) e la Pinacoteca R. Martin Pedrazza (11.30-12.30 e 17.10-18.00) tutti i giorni sino all'11 settembre


organizzazione: Centro Documentazione di Luserna