Un gentiluomo di fortuna

Convegno

Aperitivo con l'Autore
Il fumettista Paolo Cossi presenta il suo ultimo lavoro: “Un gentiluomo di fortuna”, Hazard edizioni

«Durante la mia vita professionale ho avuto il privilegio di conoscere numerosi artisti, tanti autori, ma solo due sino ad oggi hanno lasciato in me un segno profondo ed indelebile, Alberto Breccia e Hugo Pratt, due grandi, il primo introverso, umile, gentile, premuroso, paterno, amabile, l’altro affascinante, estroverso, spavaldo, impertinente, guascone, filibustiere e…
Ho avuto l’onore di conoscerli e di amarli entrambi, e anche di vederli insieme e vi assicuro che si rispettavano, si detestavano, si amavano, ma soprattutto che, insieme, “los dinosaurios”, come diceva lo stesso Breccia scherzando, questi due grandi, due giganti, due montagne diventavano un vulcano pronto a esplodere.
Ma veniamo a noi e a Paolo Cossi.
Ora che il libro è pronto, sono molto contento del risultato: con i disegni e la sceneggiatura di questo "Visioni africane", Paolo Cossi ci riporta un racconto fresco, affascinante e ricco di particolari, che riprende sì a grandi linee la vita e le storie che più volte lo stesso Pratt o le sue varie biografie scritte ci hanno raccontato, ma calandole nel vivo dell'occupazione coloniale italiana in Etiopia, facendoci vedere quegli anni e i suoi protagonisti con una luce tutta nuova e originale, a merito della sua straordinaria sensibilità per i dettagli della storia e delle sue aberrazioni.

Grandissimi complimenti quindi a Paolo Cossi che ha avuto il coraggio e la capacità di saper interpretare un mito senza cadere nella trappola del già visto, già sentito o peggio di cadere nella sua imitazione. Personalmente, leggendo questa storia mi sono divertito, entusiasmato, e ho potuto rivedere, come da tanti anni non mi succedeva, un lavoro d’Avventura che emoziona e fa sognare.

Proprio come nei grandi romanzi di Hugo Pratt, dove la fine ci lascia sempre dispiaciuti proprio perché finisce, e con esso anche il breve viaggio e sogno che facciamo, così anche per questo libro un languore ci prende e ci chiediamo, e dentro di noi speriamo, che continui.

Questo lavoro è stato per tutti noi un atto dovuto alla memoria di un grande, un omaggio, ma soprattutto un atto d’amore verso il più grande, il Maestro.»

(dalla Presentazione di Gianni Miriantini)