Una specie di Alaska
Una specie di Alaska, di Harold Pinter, per la regia di Valerio Binasco, giovedì 5 marzo al Teatro di Pergine
Stagione Teatro di Pergine
Prosa
Nidodiragno
Una specie di Alaska
di Harold Pinter
con Sara Bertelà, Orietta Notari, Nicola Pannelli
allestimento scenico di Nicolas Bovay
costumi di Catia Castellani
regia di Valerio Binasco
Il Premio Nobel per la letteratura 2005, Harold Pinter, colpito dalle incredibili vicende umane descritte da Sacks ci racconta in modo commovente ed estremo il risveglio di una donna dopo ventinove anni di coma letargico. Da esperto drammaturgo sceglie di mettere in scena il momento esatto del ritorno alla vita facendo così coincidere il tempo dei personaggi con quello degli spettatori.
Valerio Binasco a sua volta mette in scena uno spettacolo nel quale emergono «minimalismo, intimità e crudezza», che secondo lui costituiscono le suggestioni del teatro contemporaneo. La massima capacità emozionale del testo viene trasmessa ricorrendo al nudo spazio scenico e a elementi di scenotecnica ridotti all'essenziale, estrapolati dalla realtà non-teatrale (objets trouvés). Il pubblico è testimone ravvicinato e partecipe di questo risveglio. Pinter conduce la storia in modo sospeso, come in un thriller, e la regia spinge gli attori in una dimensione priva di convenzioni teatrali e toni impostati.
La scommessa di ogni replica è fare accadere a ogni istante, nel rispetto della partitura pinteriana, le sfumature dell'amara e a tratti paradossalmente comica vicenda.
Una ragazzina è rimasta come ‘addormentata’ per quasi trent’anni. Oggi si risveglia. È convinta di andare alla festa del suo compleanno, la mamma le ha preparato un vestito per i suoi quindici anni. Ma non c’è nessuna festa. Non ci sono più né padre né madre. C’è una donna ‘vecchia’ di quarantacinque anni ed è lei stessa. Ad aiutarla nel suo nuovo contatto con il mondo ci sono la sorella prediletta Pauline – divenuta ‘vecchia’ a sua volta – e un amico di famiglia, il Dottor Hornby che ha sperimentato la somministrazione di L-Dopa, dopamina, su di lei. È quasi impossibile convincere quella ragazzina di ciò che le è successo. Nel bene e nel male, però, bisogna vivere lo stesso, anche se tutto è privo di senso.
Una specie di Alaska è una commedia terribile come un incubo, dura come una relazione scientifica e struggente come un mèlo. Ispirata alla raccolta di testimonianze che il neuropsichiatra di fama mondiale Oliver Sacks raccoglie in Risvegli, opera memorabile in cui ci trasmette le esperienze dei suoi pazienti affetti dell'encephalitis letargica, epidemia che dopo il 1916 terrorizzò buona parte del mondo (resa celebra dal film “Risvegli” con Robert De Niro e Robby Williams).
Il Premio Nobel per la letteratura 2005, Harold Pinter, colpito dalle incredibili vicende umane descritte da Sacksci racconta in modo commovente ed estremo il risveglio di una donna dopo ventinove anni di coma letargico. Da esperto drammaturgo sceglie di mettere in scena il momento esatto del ritorno alla vita facendo così coincidere il tempo dei personaggi a quello degli spettatori.
Valerio Binasco a sua volta mette in scena uno spettacolo nel quale emergono “minimalismo, intimità e crudezza”, che secondo lui costituiscono le suggestioni del teatro contemporaneo. La massima capacità emozionale del testo viene trasmessa ricorrendo al nudo spazio scenico e a elementi di scenotecnica ridotti all’essenziale, estrapolati dalla realtà non-teatrale (objets trouvés).
Il pubblico è testimone ravvicinato e partecipe di questo risveglio. Pinter conduce la storia in modo sospeso, come in un thriller e la regia spinge gli attori in una dimensione priva di convenzioni teatrali e toni impostati. La scommessa di ogni replica è fare accadere a ogni istante, nel rispetto della partitura pinteriana, le sfumature dell'amara e a tratti paradossalmente comica vicenda.
Sara Bertelà, nei panni di Deborah, affiancata da Orietta Notarie a Alessandro Accinni, conduce il pubblico in un clima sospeso – “… in una specie di Alaska”, per l’appunto – tra un presente assurdo dove non riesce a collocarsi e quel tempo ‘bianco’, non vissuto e rubato, che non tornerà più.
Nel settembre 2013 al Teatro San Carlo di Napoli, Sara Bertelà è stata premiata come migliore attrice protagonista (spettacolo Exit di Fausto Paravidino) della stagione scorsa per il prestigioso Premio Le Maschere del Teatro 2013.
Quest'anno, in occasione del Festival Volterra Teatro, vince il Premio della Critica ANCT 2014.
"Il regista Valerio Binasco porta in scena con intelligente inventiva la storia di Deborah che dopo 19 anni si risveglia e i suoi occhi di ragazza si sperdono nel nuovo sogno di realtà, spaventati, afflitti, terrorizzati, allegri, vitali, e guida Sara Bertelà, bravissima, lungo una emozionante interpretazione che dal risveglio conduce al dover forgiare una nuova vita o rifiutarla come impossibile."
(Maga Poli, Corriere della Sera)
"La bravissima Sara Bertelà sa rendere in modo lenticolare in un batter di ciglia, una torsione delle membra, una semplice stilla di sudore. Uno spettacolo che emoziona e insieme pone inquietanti interrogativi alla nostra ragione."
(Roberto Barbolini, Il giorno Milano)
"Giustamente e opportunamente e suggestivamente la regia di Valerio Binasco colloca l'azione a ridosso della platea, col letto nel quale giace il personaggio che si trova praticamente a pochi passi dagli spettatori: non è solo questione di una vicinanza fisica che a tratti si fa persino imbarazzante. In questo modo, di fatto, egli espone l'attrice, la straordinaria Sara Bertelà, a una sorta di rito sacrificale, la spinge a una simbolica offerta di sé, allo svelamento di una sconvolgente nudità interiore. Gli occhi arrossati, il pallore latteo della pelle accentuato da luci impietose, i calzerotti e la dozzinale camicia da notte rosa non sono che le testimonianze concrete della ricerca di una sofferente verità umana. La Bertelà, per l'occasione, sfoggia una prova interpretativa assolutamente fuori dal comune: parla con un'agghiacciante voce infantile, ride scioccamente come una bambina, passa in un attimo da ingenui stupori a improvvisi accessi di rabbia e di sospetto."
(Renato Palazzi, MyWord.it)
“Ora, in uno spettacolo assai ben dotato di minuziosa, asettica e umana regia di Valerio Binasco, a misurarsi con l’immobilità reduce dalla catatonia di questa Deborah è Sara Bertelà, mai così esemplare nell’autocontrollo di un personaggio che torna a “viversi”, che ha volto esangue, occhi rossi e lucidi, toni deboli e arti anchilosati capaci di darti emozione quando con una risata piangente tenta di scendere dal letto. Lei ce la fa, a dare il massimo col minimo. Anche sussurrando domande del tipo “quanti anni ho?” e “sono bella?”, non capacitandosi dei quasi tre decenni trascorsi. E le sono accanto in perfetto equilibrio l’umile sorella sempre presente e testimone dell’età, Orietta Notari, e l’amico-dottore che solidale la custodisce, Nicola Pannelli”
(Rodolfo di Giammarco, Repubblica)
Intero € 15,00 - Ridotto Carta In Cooperazione € 13,50 - soci Cassa rurale di Pergine, over 65 e under 30, carta Amici del Teatro € 12,00 - Posti buca d'orchestra € 12,00
organizzazione: Associazione culturale Aria - Comune di Pergine Valsugana