Una vita, quasi due

Convegno

Trentino d'autore

Miriam Mafai (con Sara Scalia)
Una vita, quasi due
(Rizzoli)

“Sono nata sotto il segno felice del disordine.” È l’incipit di una vita, quella di Miriam Mafai, che avrebbe conosciuto molti colpi di scena, in decenni tormentati della storia europea: le persecuzioni razziali, la guerra mondiale, la Resistenza, la parabola grandiosa e tragica del comunismo fino allo sgretolarsi di quella potente illusione. L’autobiografia che per anni Miriam si era rifiutata di scrivere, e a cui aveva messo mano solo negli ultimi tempi, con impegno crescente e incalzata dalla malattia, non sarà mai terminata. La morte le ha impedito di narrarci la sua seconda vita, quella da giornalista. Ma il libro che leggiamo oggi, a cura della figlia Sara Scalia, ci restituisce lo sguardo penetrante di una bambina, poi di una ragazza e infine di una donna non comune, ostinata e coraggiosa, sul dipanarsi della storia: il lascito più prezioso ed emozionante di un’autrice amatissima.

Miriam Mafai (Firenze, 2 febbraio 1926 – Roma, 9 aprile 2012) è stata militante e funzionaria del Pci, giornalista de “L’Unità”, direttrice di “Noi Donne”, inviata di “Paese Sera”, editorialista di “Repubblica”, di cui è stata tra i fondatori nel 1976. Tra i suoi libri, Pane nero (1986), Il lungo freddo (1992), Botteghe Oscure, addio (1996), Il sorpasso (1997), Il silenzio dei comunisti (con Vittorio Foa e Alfredo Reichlin, 2002) e Diario italiano. 1976-2006 (2006). Il libro viene presentato dalla figlia, Sara Scalia, giornalista e capostruttura RAI.

Conduce l’incontro il giornalista Alberto Faustini