Uomini, boschi e prati

Paesaggi dell'umanità

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[ foto Archivio Ufficio beni archeologici PAT]

È un elogio alla pluralità, il riconoscimento internazionale di Riserva della biosfera, assegnato da Unesco (United nations educational, scientific and cultural organization) all'interno del Programma sull'uomo e la biosfera MaB (Man and Biosphere) al territorio che parte dalla bassa Val del Chiese e sale, in una danza ondulante di altimetrie, la Val di Ledro, per poi scendere a sfiorare il Garda e quindi risalire verso il Tennese e le Giudicarie esteriori, fino a raggiungere le altezze estreme delle Dolomiti di Brenta. Sedimentazioni plurime, ambientali e culturali, che a differenza dei Patrimoni Unesco (World Heritage Sites) da conservare intatti nella loro bellezza cristallizzata, raccontano l'incontro virtuoso tra l'uomo e l'ambiente. Un viaggio che a volo d'uccello copre trenta chilometri di paesaggi: densi, pieni, vivi di storia, di vicende, di persone.

È un elogio alla bellezza e alla cura della terra, quello che gli osservatori internazionali hanno sottoscritto, la conferma di una relazione particolare, vicina e stretta, che gli uomini e le donne hanno sempre vissuto nella quotidianità, nelle cose di tutti i giorni. Una governance antica, inscritta negli statuti, nelle carte di Regola, nelle forme di cooperazione, nella sapienza di chi dialogava con la terra come fonte di sostentamento. Una relazione necessaria che conosceva la misura come buona pratica, perché maltrattare la terra significava maltrattare se stessi. Una rapporto con la terra certo non semplice, se si considera che l'89 per cento del territorio compreso nella Riserva della biosfera è occupato da boschi, pascoli e rocce: una conformazione che disegna i destini degli uomini, che a quei boschi e a quei pascoli hanno consacrato le proprie vite.