V.I.O.L.A.

Teatro

Donne in cammino

Dibattito pubblico
Smettila di calpestarmi addosso: violenze di genere
In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne
Intervengono: Daniele Filosi (giornalista), Maura Pettorruso (autrice e attrice dello spettacolo V.I.O.L.A.), Isa Cubello (Commissione provinciale per le Pari Opportunità tra uomo e donna)

La Commissione Provinciale per le Pari Opportunità tra uomo e donna invita la cittadinanza alla visione dello Spettacolo teatrale sulla violenza domestica Viola.
Seguirà un momento di libero dialogo con la Commissione Provinciale Pari Opportunità.

produzione SpazioOff/EstroTeatro/EmitFlesti
V.I.O.L.A.
Drammaturgia di Maura Pettorruso
Regia di Mirko Corradini
con Maura Pettorruso, Alessio Dalla Costa, Cinzia Scotton

V.I.O.L.A. è uno spettacolo su una donna, una donna qualunque. Viola ama la sua "sweet home". V.I.O.L.A. è la violenza tra le mura di casa.
Perchè non scappi? Vorrei andare in Alaska. Te la farò pagare. Solo un paio di ceffoni. Scusa, scherzavo. Ho le spalle grosse.
Uno spettacolo per parlare di violenza domestica, quella più straniante, incomprensibile, disarmante, crudele. Lì dove ciascun essere umano cerca il suo rifugio dall'esterno, si consuma il più atroce dei delitti.
La parola violenza fa inorridire, fa sgranare gli occhi, fa chiudere le orecchie, fa scappare dalla parte opposta, fa chiedere aiuto, fa ammutolire di terrore. Quando rientro la sera per strada, cerco zone illuminate, evito i passaggi bui, ho le orecchie attente a i rumori, il passo accelerato e il cuore che batte forte, il respiro affannato.
Mi guardo indietro, ho paura delle ombre. Le chiavi di casa pronte e davanti al cancello ancora sono vigile, l’ultimo ostacolo. Poi il cancello si chiude dietro di me. Ci sono ancora le scale e poi la mia porta. Entro e chiudo a chiave. Sono salva. C’è un compagno che mi aspetta, mio marito, il mio ragazzo. La mia metà di vita. Tra le sue braccia sono tranquilla, protetta sicura.
O forse no.
Chiudo fuori la paura dell’estraneo. Ed entro nell’incubo del mio dentro. Dentro non c’è protezione ma silenzi tesi. Non ci sono abbracci ma schiaffi. Non ci sono parole ma insulti. Se esco ho paura se sto dentro ho paura. La mia è una gabbia. Quello che doveva essere il rifugio diventa il ring della mia lotta. Una lotta che non voglio che non ho programmato che non so affrontare.
Mi insulti? Perché? Dove ho sbagliato? Perché se mi insulti io devo aver sbagliato. Perché mi picchi? Dove ho sbagliato? Perché se mi picchi io devo aver sbagliato. Perché mi umili? Mi denigri? Mi sottometti? Dove è il mio sbaglio? Mentre tu mi annienti io non so rispondere. Mi chiudo mi chiudo tutta, passerà. Se sto zitta passerà. Se non urlo passerà. Se non rispondo passerà.
Mi corico nel letto, la belva si è assopita. Il mostro dorme. Forse domani non si sveglierà.