Vivere per la patria - Un giornale per Il Popolo

Convegno

Pagine tra storia e memoria

Paola Antolini, Vivere per la patria. Bice Rizzi (1894-1982), Museo storico in Trento, 2006
Bice Rizzi, ovvero una Trentina per l'Italia (come si intitolava la tesi di laurea dell'autrice) ha fondato e ispirato il Museo del Risorgimento, cresciuto nel mito di Battisti e della sua morte eroica. E dunque questa biografia, condotta con mano ferma da Paola Antolini, non può che partire dalla "guerra di redenzione" e dal ruolo di perseguitata politica avuto da Bice Rizzi. La condanna a morte e la dura esperienza del carcere (più volte narrate durante la vita) consegnano alla Rizzi una identità definitiva: quella di protagonista e di testimone del "martirio" del Trentino.
Ma l'autrice mette poi la figura di Rizzi al centro delle tensioni, dei problemi, del dibattito che dagli anni Venti al secondo dopoguerra attraversano il ceto intellettuale trentino (l'eredità dell'irredentismo, la memoria della Grande Guerra, il rapporto complesso con il Fascismo, il peso della questione nazionale nel rapporto con l'Alto Adige).

Annalia Dongilli, Un giornale per "Il Popolo". L’impresa culturale dei coniugi Battisti (1900-1914), UCT Trento, 2005
Il saggio presenta ai lettori “l’avventura editoriale” (come la definisce l’autrice) dei coniugi Cesare e Ernesta Battisti che dal 1900 al 1914 editarono “Il Popolo” (sottotitolato “Giornale socialista”). Il libro si articola in tre parti.
La prima inquadra il periodo storico del Trentino dell’epoca e descrive le testate allora editate. Si occupa del giornale di Cesare Battisti, citando i principi che secondo i documenti originali lo spinsero all’editoria, e dei contenuti del giornale, dalla tiratura al profilo dei giornalisti e soprattutto a quello dei lettori.
La seconda delinea gli obiettivi che Battisti si era prefisso editando “Il Popolo” e dei rapporti venutisi a creare tra questo e le istituzioni, gli istituti e le associazioni. Si dedica ad una problematica specifica, la questione femminile e il vissuto di questa presso l’ideale socialista europeo, asburgico e trentino. Si trova un’attenta la descrizione del lavoro femminile nel Trentino della Belle Epoque, necessaria per una più oggettiva comprensione dei contenuti. Si legge l’inserimento di Mussolini nel giornalismo trentino presso il Popolo e presso Vita Trentina.
La terza si occupa degli ultimi anni de “Il Popolo”, 1911-1914, definiti dall’autrice “anni della crisi”.


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