Volevo solo dormirle addosso
Serate in forma di Cinema
Italia, 2004
Titolo originale: Volevo solo dormirle addosso
Genere: Commedia
Durata: 96'
Regia: Eugenio Cappuccio
Cast: Giorgio Pasotti, Cristiana Capotondi, Eleonora Mazzoni, Carlo Freccero
Marco Pressi è un giovane manager che lavora sodo. Fa il formatore nella compagnia italiana di una multinazionale francese. Stimato e benvoluto da tutti, un giorno si sente fare dai vertici della società una di quelle proposte che non si possono rifiutare, se si vuole fare carriera: dovrà tagliare un terzo del personale nel giro di alcune settimane. Se centrerà il target, verrà promosso con sostanziosi aumenti, benefit e bonus conseguenti; se fallirà, la sua carriera sarà finita, e forse non solo quella. Marco accetta, attratto dalla sfida e spinto da un senso di responsabilità, ma come gli dice un dirigente al quale va a chiedere i primi consigli, deve mettere nel conto anche il fatto che inevitabilmente quell'incarico lo trasformerà "da simpatico formatore in killer".
La MTI ("People First") è una grande multinazionale che deve ridurre drasticamente il personale della filiale italiana. Il compito di sfoltire il numero di dipendenti è assegnato a Marco Pressi (Giorgio Pasotti), manager brillante e benvoluto. E qui nascono i problemi. Come sacrificare 25 colleghi in pochi mesi? I capi non ammettono eccezioni, in ballo c'è la sua stessa permanenza in azienda. Ecco la soluzione: licenziare, licenziare e licenziare. Anzi, come si usa dire all'interno dell'azienda: "segare". Così facendo, Marco Pressi si trova a fare i conti con tanti piccoli grandi drammi personali: c'è il pensionato preoccupato dai decreti del governo, il dipendente che baratta la liquidazione per pagare i debiti di gioco, la segretaria malata e la stipendiata in maternità perenne. Nessuno se ne vuole andare.
Ma quello delle aziende milanesi è un mondo spietato. "Il" Pressi non deve guardare in faccia a nessuno. E pur di raggiungere l'obiettivo fissato, il target, dovrà ricorrere alla propria fantasia e ad una gran dose di cinismo. "Ti stimo molto", la sua frase tormentone per i momenti difficili, non lo salverà di certo dall'odio dei collaboratori in odore di "risistemazione". "Hombre de mierda", lo chiama la sua colf. E molti colleghi sarebbero anche d'accordo...
Dopo la fortunata co-regia del divertente "Il caricatore" e la regia de "La vita è una sola", Eugenio Cappuccio dirige una commedia godibile, involontaria parodia de "L'eredità" di Per Fly. Le relazioni tra i dipendenti, pur sulla base del cliché e dello stereotipo, sono tutte plausibili. Si passa dall'ironia di chi ha una professione e non sa che farsene al dramma di chi non ne può fare a meno. Tutto il lavoro sul linguaggio "da ufficio" rende i dialoghi originali e mai scontati. Memorabili le perle dei colleghi di Marco che parlano di "disagio emotivo" e che vogliono essere "rimentalizzati". Terribili e preoccupanti, invece, le scene di vita milanese scandite dagli happy hour, dai locali trendy e dallo shopping. Le parti meno riuscite del film sono proprio quelle al di fuori dell'ufficio.
"Volevo solo dormirle addosso" attualizza la vita tragicomica degli impiegati stile Ugo Fantozzi. Anche se il livello di satira nei due casi è completamente diverso e i romanzi di Villaggio sono molto meglio di quello di Massimo Lolli da cui Cappuccio ha tratto il film, il risultato è comunque discreto. Persino le voragini di sceneggiatura diventano errori di minore importanza. Completamente accessoria la vita sentimentale del protagonista, che ha una fidanzata particolarmente antipatica e una bellissima amante africana, ma non vuole scegliere. Basta avere una donna orsacchiotto da stringere durante la notte.
da www.cinefile.biz