We feed the world

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La democrazia del fare memoria

We feed the world
di ERWIN WAGENHOFER – Austria 2005
Genere: documentario
Durata: 90'
in lingua inglese
Un film sulle risorse negate a molti e sull’abbondanza destinata a pochi. Uno sguardo sulla produzione del cibo che consumiamo, cercando le risposte che fame nel mondo ci impone di dare.
Sito internet: www.we-feed-the-world.at

Si sa che, dei molti interrogativi che suscita la globalizzazione economica, quelli legati al cibo provocano, in Italia forse più che altrove, l’indignazione e la preoccupazione. Non è un caso che, in molti paesi, i fast-food Mc Donald’s, persino più di marchi come Microsoft e delle ditte farmaceutiche, attirino le ire e le azioni degli “alter- mondialisti”, a dimostrazione del fatto che l’omologazione gastronomica è da molti percepita come una minaccia alla diversità culturale in generale.
Ma non solo di gastronomia tratta We Feed the World, bensì di alimentazione e, a scala più grande, della sostenibilità ecologica di tutto un pianeta. Il documentario cerca di rispondere ad alcuni interrogativi che assillano non solo i no global, ma tutti i consumatori. Come arriva sulle nostre tavole il cibo che mangiamo? Qual è il prezzo ecologico da pagare per una simile produzione a grande scala? È vero che sono i paesi del terzo mondo a pagare le conseguenze del nostro consumo? L’agricoltura e la pesca tradizionale sono attività in via d’estinzione?
Attraverso cinque episodi, girati in cinque diverse parti del mondo, il film mette lo spettatore di fronte ad alcuni emblematici paradossi.
1. In Austria, il pane che alla fine di ogni giorno viene buttato via a Vienna sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno della seconda città del paese, Graz.
2. In Bretagna i pescatori hanno dovuto abbandonare i loro metodi tradizionali e adattarsi alle quote e alle normative imposte dalla UE, che di fatto hanno aperto le porte a una pesca su scala industriale e di bassa qualità.
3. Nel sud della Spagna il territorio è soggetto a periodiche siccità e il paesaggio somiglia ormai a una distesa di lamiere a causa della coltivazione estensiva di pomodori che vengono consumati in tutta Europa.
4. In Brasile i gusti alimentari dei paesi ricchi hanno imposto la coltivazione di mais e soja anche in Amazzonia, col conseguente disboscamento dell’ultima area verde del pianeta.
5. In Romania il passaggio a un’agricoltura moderna sta devastando il tessuto rurale tradizionale.
A fare da fil rouge al documentario troviamo Jean Ziegler, incaricato speciale delle Nazioni Unite per la questione del diritto all’alimentazione, sorta di messaggero di sventure incaricato di annunciare con insospettabile bonomia le minacce ecologiche che gravano sul pianeta. Accanto a lui si alternano coltivatori, pescatori e biologi, ma anche i direttori generali di Nestlé International e di Pioneer, rispettivamente la più grande azienda agro-alimentare e di semente del Mondo.


organizzazione: Promotori Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Università degli Studi di Trento - Organizzatori Sole 24 Ore, Editori Laterza